26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 14 giugno| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
in questo punto ricevo il dispaccio da Costantinopoli in sachetti quattro et immediate lo spedisco alla Serenità vostra colla presente fregata paron Vicenzo de Thomaso, con aggiunta di remi et ordine ad essopatrone di non toccar nel viaggio luoco alcuno, conforme alla commissione dell’eccellentissimo signor bailo. Scrissi già all’eccellentissimo signor proveditor general Venier, il quale mi commesse che dovessi ricever dal clarissimo Paruta, camerlengo precessore, la cassa, et amministrarla per quattro mesi, et poi parve a sua eccellenza di prorogarmi questo peso per altri mesi quattro, che finiranno del mese venturo, con obligo però di darne in tanto conto a Vostra serenità, il che ho io fatto: ma non havendo sopra di ciò dalla Serenità vostra risposta, doverò cessare dal scriver nelli libri publici, il che non può se non causare inconvenienti, et al fine del mio reggimento, che già si approssima, non saprò né a chi consignar la cassa, né con chi fare il saldo della mia amministratione, che per ciò son astretto, se ben con mio dispiacere, di supplicare riverentemente la Serenità vostra a terminare quanto le parerà in questo proposito, si che io non habbi ad incontrare impedimenti. Deve capitar fra pochi giorni a Castel Novo il bassà di Bossina. Supplico la Serenità vostra a commettere che mi sia inviato quanto le parerà per presentarlo, et similmente le robbe da restituire per quelle che tolsi da presentare l’altro bassà, overo il denaro da pagar dette robbe, come nella pollizza che ultimamente inviai alla Serenità vostra, altrimenti non so che fare. A Perasto le cose di sanità passano per gratia del Signor Dio con miglioramento, et questa città è sempre stata e tuttavia è sana, et così il contado. Di questo negotio ne scrivo più particolarmente alli Illustrissimi savi alla sanità, da quali la Serenitò vostra potrà havere informatione, che per non attediarla ho stimato non dovermi maggiormente difonder in questa. Qui aggionti saranno pieghi et lettere per la Serenità vostra dell’Illustrissimo signor proveditor di Corfù, et delli Illustrissimi signori proveditori dell’armata, et governatori de condenati, capitatemi da Budua. L’eccellentissimo signor capitano generale passò già pochi giorni coll’armata nelle acque di Corfù, et vederà la Serenità vostra dall’occluso constituto gli avisi che tengo, quali però non posso assicurarmi che siano veri. Gratie etc.
Di Cattaro, 14 giugno 1618.
Camillo Michiel, rettor et proveditor.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.
Allegato:
In lettere di Cattaro di 14 april 1618 (1 c.).
Die 14 giunii 1618.
Fatto venire al casello della sanità il signor capitano Pagan Pagani, deputato alla custodia di Budua, fu interrogato se habbi inteso cosa alcuna di novo. Rispose non altro, se non che hieri l’altro venne in porto di Budua una marcilliana, li huomeni della quale dicevano venir da Brendisi et portavano nova che in detto porto di Brendisi non vi erano galere, ma solo quindeci bertoni, et che vi era stata la nostra armata, che si haveva accostata molto alla terra, et che poi havea tirato verso levante et era stata seguitata dalli bertoni spagnuoli, et che detta nostra armata nelle acque di Corfù havea presi doi bertoni spagnuoli carichi di monitione et che l’Illustrissimo signor capitano di Golfo, nelle acque di Pollonua [?] in Albania, ha preso tre fuste. Interogato come possino sapere quelli della marcilliana della presa delli doi bertoni spagnuoli, et delle tre fuste. Rispose [?] non so […] altro, che quanto vi ho detto. Quibus habitis etc.