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26 febbraio| 1617 Camillo Michiel

Dispaccio del 29 giugno| 1618|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
lodato il Signor Iddio le cose di sanità possano assai bene, poiché doppo le precedenti mie, che furono di 14 instante, non è seguito alcun sinistro accidente, né in Perasto, né negli altri luochi convicini, dove diverse famaglie di detta terra, per allargarsi, si sono ridotte di mio ordine, et con guardie; ma solo al lazareto è morto un putto; onde spero mediante l’aviuto divino che quel luoco habbi con non molto intervallo di tempo a restar affatto libero; ma sarà necessario come altre volte ho raccordato farr un generale et diligente sboco [?] di tutte le robbe, et per questo effetto vi è bisogno di buon numero di ministri et di denaro, se per risarcire le spese fatte, di che ne mandai pollizza alla Serenità vostra et per le quali mi è convenuto tuorne ad imprestito buona somma, come per supplire a quelle che tutto dì occorrono et occorrevano, che altrimenti non so come poter fare, essendo pur necessario non ralentar punto delle diligenze et guardie, anzi in quelle continuar più che mai, et così son per fare et invigilarvi con ogni mio potere: ma attendo sopra quanto ho ricercato opportuna provisione, essendo questa camera essaustissima et aggravata di molte necessarie et importantissime spese estraordinarie, le quali essendo solito pagarsi per il più del tratto de dacii, ne potendosi più di quelli cavar quasi cosa alcuna per restare, per l’interesse di Sanità, interrotto il comercio, non so più che partito prendere. Questa città et il contado sono, Dio lodato, sanissimi, et scrivo in conformità in questa materia alli illustrissimi et eccellentissimi signori sopraproveditori et proveditori alla sanità, è venuto a Castelnovo Hibraim bassà di Bossina, spedito dalla Porta con assoluta autorità sopra tutti questi sangiachi confinanti, et per andar contra li ribelli albanesi, et mi ha scritto con dimostratione di affetto negli interessi della Serenità vostra, et di desiderio di buona vicinanza et intelligenza, ricercandomi appresso a mandar qualche gentil huomo di questi a mio nome a parlargli; tuttavia son informato che egli inclini molto a ragusei, alcuni dei quali sempre assistono alla sua persona, et che con presenti importantissimi se lo hanno reso benevolo. Questo suo dire, che si mandi a parlargli, è modo et forma ordinaria di costoro quando vogliono ricercar di esser presentati, né altro vuole significare. Ho però stimato ricercare gli interessi alla Serenità vostra, che non ti tralasci cosa alcuna per gratificarlo et gli ho rescritto in buonissima forma, con espressione dell’ottima intentione della Serenità vostra, et desiderio di tutti li suoi rappresentanti di corrispondergli con ogni termine di buona vicinanza, et cortese et amica dimostratione negli interessi del Gran signore, et ho descritto di mandar a lui il signor governatore Antonio Bolizza, l’opera del quale, come di soggetto attissiano [?] in queste occasioni di trattar con tali personaggi ho altre volte sempre usata, et è riuscita di utilissimo servitio publico et così spero di presente dover riuscire, per la prontezza et fervore con che sempre si adopera, con sommo valore et spirito, in servitio di Vostra serenità, et per la destrezza et amabili sue maniere, colle quali riesce gratissimo a tutti questi cappi delle provincie convicine, per le quai cause lo ho trattenuto qui, mentre doveva ritornar al servitio dell’eccellentissimo signor proveditor general Belegno, come con precedenti mie ho significato alla Serenità vostra. Per il medesimo signor governatore Bolizza farò presentare al sudetto Bassà quelle cose che potrò havere et stimerò più a proposito, delle quali mi farò [?] accomodare da questi della città, et ne darò poi conto alla Serenità vostra, come feci nell’occasione dell’altro bassà di Carcegovina [?], venuto ultimamente a Zuppa, et attenderò che Vostra serenità mi facci somministrar quanto haverò impiegato nell’uno et l’altro presente, perché possi risarcir et sodisfara chi debbo. Mi capitò a 21 dell’instante, colla fregata paron Triffon de Zorzi, il dispaccio della Serenità vostra per Constantinopoli, in sachetti sei, che fu da me spedito in diligenza all’Eccellentissimo signor bailo, et colla stessa diligenza ho inviate le lettere di Vostra serenità all’illustrissimo signor proveditor di Corfù. Hora mi giunge il dispaccio di Constantinopoli per la Serenità vostra in sachetti quattro, et lo spedisco immediate colla fregata paron Triffon de Thomaso, con aggionta di remi, et insieme il qui aggionto piego dell’illustrissimo signor proveditor di Corfù, ultimamente capitatomi. Gratie etc.
Di Cattaro, li 29 giugno 1618.

Camillo Michiel, rettor et proveditor.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.