26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 13 luglio| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
haverà la Serenità vostra per altre mie di 6 dell’instante inteso il notabile miglioramento che passa in Perasto, quanto alle cose di Sanità. Hora debba riverentemente significarle che si continua tuttavia per gratia del Signor Dio in detta terra nel medesimo buon stato, et sono hoggi 28 giorni che non vi è seguito alcun sinistro accidente; per il ché le piacerà a Sua divina maestà che si continui così per questo poco di spaccio che manca fino alli giorni 40, si potrà poi far per mano a far general sboro delle robbe in detta terra, et a questo effetto ricerco maggior numero di ministri et operarii dalli illustrissimi et eccellentissimi signori sopraproveditori et proveditori alla sanità, a quali scrivo più difusamente in questa materia. Inviai già alla Serenità vostra, in mie lettere di 17 maggio passato, un conto delle spese occorrenti per queste provisioni in materia di sanità, et da quello, et da quanto ho più volte scritto, potrà Vostra serenità sapere che dette spese scendono a molta maggiore summa, che li ducati 300 da lei destinati per questo effetto, come vedo dalle sue di 13 del passato, anzi, che fin hora se ne è spesa maggior summa, onde la supplico che, havendo riguardo a tutto ciò, si compiacci di dar ordine che mi sia somministrata provisione sofficiente al bisogno per la totale liberatione di questo Golfo, perché in fine io non posso altro di più che impiegarmi, come faccio con ogni spirito, la diligenza et vigilanza. Questa città, et il contado, sono (Dio lodato) sanissimi, et così li luochi circonvicini, ma son avisato dall’hebreo console alla Vallona che quel luoco sii sospetto di contagio, il che ho voluto significar alla Serenità vostra, si come faccio alli eccellentissimi savi alla sanità, et all’eccellentissimo signor capitan general da mar. Ho inviata a sua eccellenza la lettera di detti eccellentissimi savi alla sanità, nella quale, conforme a quanto io raccordai, gli scrivono che mandi in questo canale una galera, o due barche armate, et così sto attendendo l’una o l’altre, che in vero ciò è molto necessario nell’occasione del sboro, che si doverà fare delle robe, essendo li perastini gente molto inobbediente. Giudico anco esser bene che siino trattenuti costà fino ad altro mio aviso li vascelli perastini, che vi si trovano, overo che volendo Vostra serenità che siino spediti per Albania a caricar di formenti, come mi vien riferto, che sii per fare, gli facci far mandati che vi vadino et ritornino [?] a Venetia senza toccar queste boche, né pratticar in alcun luoco di Dalmazia né Istria, il che dico, sì per interesse di Sanità, come perché, quanto maggior numero di perastini qui si attrovano, maggior confusione generano, et difficoltà nell’essecutione degli ordini opportuni. Così mi è parso di raccordar riverentemente alla Serenità vostra, et alli illustrissimi et eccellentissimi signori sopraproveditori et proveditori alla sanità. Attendo che Vostra serenità mi facci somministrare li presenti delli due bassà, come per più mani di mie lettere le ho significato. In questa gabella non si trova più sale, et vi sarebbe occasione di spacciarne buona quantità, per non se ne esser fatto alle saline di turchi quest’anno, se non pochissimo. Questa camera è eshausta di denaro per le continue ordinarie et estraordinarie spese che si fanno hoggi [?] del tratto dei sali et dei dacii, che in queste congiunture, con dificoltà, possono deliberare, et a prezzi bassi, che se vi fosse quantità di sale da spacciare, potrebbe più il tratto supplire a diverse occorrenze. Supplico per tanto la Serenità vostra a commettere che sia nolleggiato qualche vascello, et inviato di qui carico di sale. Ricevo il dispaccio dell’eccellentissimo signor bailo per la Serenità vostra in sachetti tre, lo spedisco immediate colla fregata patron Triffon de Dimitri, con aggiunta di remi, et insieme le qui aggiunte dell’illustrissimo signor proveditor di Corfù, capitatemi tre giorni sono. Gratie etc.
Di Cattaro, li 13 luglio 1618.
Camillo Michiel, rettor et proveditor.
Allegato: la lettera di Daniel Codutto, console ebreo di Valona, che comunica la presenza di casi sospetti di peste in località vicine, 6 [?] luglio 1618 (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.