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26 febbraio| 1617 Camillo Michiel

Dispaccio del 11 agosto| 1618|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
in questo punto mi capita il dispaccio da Constantinopoli in sachetti 3, uno dei quali segnato S, essendo nel viaggio rimasto adietro un portalettere con un altro sachetto. Lo espedisco immediate colla fregata patron Triffon de Zorzi in diligenza, et con aggiunta di remi, conforme all’ordine, che ricevo in lettere dell’eccellentissimo signor bailo. Non ho che di più significare alla Serenità vostra, se non che havendo io più volte raccordato a lei et alli eccellentissimi savi alla sanità quanto stimo necessario per fare il general sboro delle robbe in Perasto, che doverà servire per sicuro esperimento, per la totale liberatione di esso luoco, in tanto mentre ne attendo con occasione prima [?] la provisione non posso, come le ho altre volte significato operar cosa alcuna, dal che ne segue che li perastini, vedendo il negotio andar in lungo più di quello, che essi si haveranno forse proposto nell’animo, misurando le cose più colli loro appetiti, che con quella ragione et buon discorso che ricerca l’importanza della materia, si rendono impatienti, mormorano et non vorrebbero star all’ubbidienza degli ordini da me dati, attribuiscono il rigore usato nel far che non eccedino li termini assignatigli per confine, a mal affetto, et non a quello che in effetto è stata et è necessaria provisione per interesse della salute commune. Vorrebbero già come sani et affatto liberi di sospetto pratticare et esser pratticati da tutti, sono però giorni 56 che non è seguito in detta terra di Perasto alcun cattivo accidente. Non manco io, tuttavia, né mancherò punto di continuar nelle guardie provisioni, et […] necessarii, et di ciò si assicuri la Serenità vostra, conoscendo io quanto sii grande la carrica che hora riposa sopra le mie spalle, et che [?] non si deve, se non con grandissima cautione, dar prattica a perastini [?]. Procuro anco con ogni destrezza possibile di far capacci essi perastini di quanto si conviene, ma sono essi gente sì impertinente et temeraria, che pare che tutto sii in darno. Gratie etc.
Di Cattaro, li 11 agosto 1618.

Camillo Michiel, rettor et proveditor.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.