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24 dicembre| 1617 Piero Morosini

Dispaccio del 9| maggio| 1618|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
con altre mie di 3 aprile passato diedi riverente conto alla Serenità vostra dell’ordine venutomi dall’eccellentissimo signor proveditor general Belegno di dover descrivere 78 [?] galeotti da questa città et contado, per rinforzo dell’armata, per commissione della Serenità vostra, et hora mi occorre aggiongerle che doppo grandissime difficoltà incontrate, con li contadini della città sorroposti alla galea gli si erano solevati, né volevano venir a cavar buschetto [?], anzi radunatissi senza mia saputa in una scola contra le leggi di Vostra serenità, havevano determinato di comparere a piedi di Lei per tentare, et fossero sottoposti a questa gravezza anco li mercanti et botteghieri, tra quali vi entra buona parte de nobili et cittadini, cosa insolita, et quando il giovedì santo comparirono avanti di me in numero di 300, per farmi sapere questo loro pensiero, parve che volessero mettere a sacco questo palazzo, così furono grandi li gridari et il strepito che fecero, et se bene io feci ogni cosa possibile per acquetarli, procurando con patientia, et dovessero prima obedirmi col venir al buschetto, et non havendo io autorità di aggravare, che per il passato non eran stati sottoposti, li haverei poi accompagnati con me lettere alla Serenità vostra, stettero ostinati dicendo sempre non volemo, non volemo buschettare così che non giovò né ragioni, né minacie, né proterbi; né sapendo io come poter domare tanta loro arroganza et mortificare così grande ardire, né consequentemente come ossequire, per tale loro solevatione, l’ordine pubblico, in occasione tanto importante, per non haver forze di corte, né brazzo  di soldatesca, havendo per buona sorte inteso che l’eccellentissimo signor proveditor general Venier si ritrovava con otto galee in quell’instante a Spalato, ne feci avisata Sua eccellenza, rappresentandosi particolarmente il successo et supplicandolo si compiacesse gionger qui, per questo così importante negorio, per che dubitava anco che potesse seguire gran male tra questi sudditi per tale rispetto, sendosi la città divisa in tre facioni pericolose, il che inteso da Sua eccellenza immediate, per sua particolar benignità, si aviò a questa volta, la cui venuta partorì buon frutto, poiché havendom favorito di un [...] di soldati per scorta della mia corte, feci ritenire doi de principali capi della solevatione, et se bene all’aviso di tale retentione li altri si salvarono, et la mattina destramente si retiranno in campagna, facendosi importar dalle mogli le loro arme, trattenendosi ivi ordinati appresso due giorni, non dimeno dubitando, et li due retenti fossero impicati per la gola, come minaciava Sua eccellenza di voler fare, et anco succedeva se io non intorcedeva per loro appresso lui et per tener di ricevere ancor essi, stando ordinati, qualche severo castigo, venero nondimeno humilissimi all’obedienza, et doppo una gagliarda reprensione fattagli da Sua eccellenza funno questi alla sua presentia lucchetati [?], et cavatone 19 giusta la compartita fatta da me sopra la descrittione generale delle persone da favorire di tutto il [...], et sendo poi occorso a Sua eccellenza di partire per venuto aviso di tre fuste verso la pelagosa [?], a mia intercesione liberò li due preggioni, usando in tutto questo negotio il solito della sua molta prudenza, io poi ho continuato a rolare [?] il restante delli borghi et ville, con quali se bene ho incontrate altre difficoltà, sono però state da me facilmente suppite, così che finalmente già otto giorni, coll’aiuto del Signor Dio, mi son sbrigato, ma però non ho potuto arrivare al giusto numero delli 78, commissi solamente di 69 per haver ritrovato il numero de genti de facione molto inferiore a quello che haveva in nota il suddetto eccellentissimo Belegno in una descrittione di già due anni, per esservi in questo tempo, per le informationi che ho, partire da questo contado appresso mille persone in servitio di Vostra serenità, in ocasione de presenti mottivii, et causa, et si vedono gran parte delli terreni inculti con non poco danno, et aggiontavi la levata di questi con un interesse di […] sono contribuiti da quelli che restano a casa, si vedono molto afflitti, et per mio credo sentirano questo incommodo qualche anno, et prego Sua Divina maestà che in mio tempo non nasca altra occasione di levata perché difficilmente vi riuscirei, tanto vedo esausto rispetto al passato questo territorio di gente da facione, havendo nel voler questi 69 huomini ogni 10 uno, da che la Serenità Vostra colla infinita sua prudenza può considerare il servitio [?] di questo suo contado, è ben vero che questi 69 eletti sono tutti da prestar grande servitio alla Serenità vostra così al remo, come con l’armi, se l’occasione il darà, havendo preso [?] che se bene sono destinati per galeotti, che portino tutti le loro armi, et è bella gente che ad ordine delle cose necessarie, onde spero che siano per dare compita sodisfattione, et come più particularmente le sarà il tutto rapresentato dall’eccellentissimo signor general Venier, che arivato qui hieri li ha fatti imbarcare sopra la sua galea, per accomodarli dove conoscerà il bisogno, et come anco le sarà notificato dall’eccellentissimo signor general Belegno che pur ha da me havuto destinto conto del successo in questo negotio. Hierii sera il suddetto eccellentissimo Venier avanti si levasse da questo porto, mi fece vedere una scrittagli dall’illustrissimo signor proveditore di Cattaro di aviso che si ha scoperta la peste a Perasto. Ho subito dato così in questa città come per il territorio buonissimi ordeni, et per maggior […] in negotio tanto geloso ho mandato per tutte le ville un gentilhuomo et un cittadino per soprastanti, senza minimo interesse di Vostra Serenità, così che si starà vigilanti et si procurà colla Divina providenza di tenir quel morbo lontano, che Dio liberi quelle parti de là per consolatione universale. Accusando con queste occluse lettere della mia riverenza alla Serenitò vostra, la ricevuta di due ducati di 11 aprile passato et 2 di quelle con una parte in proposito delli danari della limitatione spetante alla cassa di […] alla quale sarà in tutto et per tutto essequita, et così ho ordinato a questi ministri di […] le altre con commissione di dover procurar la recuperatione di toleri [?] 500 che Cussani Celebi da […] Mehemet d’Agi onde asseriscono essersi [?] da […] sudditi stati levati violentemente al tempo che da funno depredate le galee di mercantia, per dovuta et riverente essecutione de quali impiegarò tutta[... ] et di quanto seguirà ne darò riverente conto et alla Serenità vostra et all’eccellentissimo bailo in Constantinopoli come mi viene commandato. Gratie etc.
Di Sebenico, a 9 maggio 1618.

Piero Morosini, conte et capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.