22 marzo| 1618 Marin Grisoni
Dispaccio del 24 marzo| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
il nuovo ordine di Vostra serenità, circa cessattione del dinaro a moneta di banco, mi fa umilmente raccordarle, che essendo sempre, per centinara di anni, stato riscosso, non solo in questa città, ma in tutta la Dalmazia a moneta corrente, benché in questa sua Camera si riscuota da alcuni datii per il callo di essa, un [?] grosso per ducato, in che a punto si aggravano li datiari, parendo loro di pagar doppio callo, et havendo io scosso per la decima, et doppia decima di questi salariati fin hora da mille et più ducati, et da cinquecento altri delle limitationi che si riscuotono dalla Camera della communità, pur sempre a moneta corrente, vengo a esser sottoposto innocentemente nel portar che farò dette decime costà alla pena di pagarne io il callo di essi, in che le supplico restar servite di darmi qualche ordine, acciò sappia come reggermi nell’avenire, non essendo ragionevole che mi si addossi tal danno, come confido a punto nella pubblica benignità et equità; non devo con questa occasione restar di aggiunger alle Eccellenze vostre di haver sin hora inviato a cotesta volta cinque fregade cariche di formenti, in spatio di quindeci giorni, dovendo della prossima settimana (a Dio piacendo) partirne doi altre continuando pure qui il prezzo solito già accennato da me alli illustrissimi signori sopraproveditori et provveditori alle biave di lire 11 et mezza in circa il staro venetiano, perché serva loro da aviso a tener basso il prezzo, anco costà a pubblico beneficio. Gratie etc.
Di Spalato, a 24 marzo 1618.
Marin Grisoni, conte et capitano.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.