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22 marzo| 1618 Marin Grisoni

Dispaccio del 4| luglio| 1618|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
tutto che l’habito et la familiarità delle disavenutre possano hormai havermi resto intrepidissimo contra ogni lor colpo, et fattomi quasi (dirò così) invitto alle loro vittorie, con una essercitata costanza di animo; sendo nondimeno la infermità che al presente io provo negli occhi materia più di eccesso, che di modo, convengo ricorrer alla benignità della Serenità vostra, et chiederle umilissima licenza di rifiutare questo reggimento, per trovar in essa (come speso) proportionata consolatione alla mia miseria. Sendo massime le leggi di questa nostra humanità, sì fatte che è pur atto di giustitia il conceder loro (ben spesso) il necessario solevo. Conosco esser tenuto di servir in questa carica per instinto di debito, et per prontezza di volere, et pur mi bisogna, per rigor di male et per impeto di neccessità, ceder all’una et all’altra a viva forza; affidato però sopra il tutto che quanto sono eguale a ciascuno di devotione verso la patria, tanto, conoscendomi inferiori per debolezza a qual altro si sia, possa avanzarsi il servitio delle Eccellenze vostre, rifiutando io questo carico, col succedermi soggetto che vaglia, come ho io almeno voluto, molto più alla custodia di questa loro città, alla conservatione et augumento di questa Scala, et ad ogni altro particolare nei loro interessi. Supplicandole in tanto da questa confusione nel mio scrivere (che è a punto regola infallibile della mia pena) comprendere, per loro somma pietà, in questa mia lagrimosa trasguragine, anco la incomparabil mia ossequentissima brama di servirle. Gratie etc.
Di Spalato, a 4 luglio 1618.

Marin Grisoni, conte et capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.