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22 marzo| 1618 Marin Grisoni

Dispaccio del 28 agosto| 1618|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe,
ha voluto il chiaus (capitato in questa città ultimamente) dimostrar insomma che sia uso ordinario della natione turchescha di cangiar, con le hore, pensiero; poiché non si è a pena alontanato due giornate di qua che, scordatosi dei spergiuri fatti (dei quali pure io dieddi riverente conto a Vostra serenità con altre mie de 8 [?] instante) si è incaminato alla volta di Ragusi, sprezzando insieme et li avertimenti et li preghi del signor Imbraim Celebi, datoli da me in sua compagnia, per divertirlo da ciò, se occoresse, […] che di questo tanto poi mi avisa hoggi con sue lettere espedite dal saraglio di Bossina; di che in conformità resto anco avisato dal signor Velutello, aggiungendomi e l’un e l’altro i perissimi [?] progressi della peste in quel luoco; da dove pure continuano a callar a questa Scala le mercantie, et heri appunto vi capitò una caravana di 80 e più cavalli, con endeghi [?], zambelotti, cere et lane. Non resto io con l’agiuto della Divina gratia di far quel più che mi è possibile a presservatione di questi confini et di questo luoco delle Eccellenze vostre, raguagliando del tutto sempre l’eccellentissimo signor capitan generale, benché con incertezza del suo viaggio, per non mancar in nissuna parte al debito mio. Gratie etc.
Di Spalato, a 28 agosto 1618.

Marin Grisoni, conte et capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.