30 giugno| 1617 - 16 marzo| 1618 Francesco Pisani
Dispaccio del 7| marzo| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
ricevo le lettere della Serenità vostra delli 3 del passato insieme con la parte dell’eccellentissimo senato, la quale ho fatto imediate pubblicare, et nel rimanente è stato col solito della mia riverenza da me esseguita la sua volontà. Ho imbarcato sopra due galere da ordine dell’eccellentissimo signor proveditor generale Belegno le militie che erano in questa città, le quali dovranno passar all’armata, et perché, per li avisi che tengo, pare che il Ferletich nella sua fugga minaccia di inferir danni sopra questa isola; ho però datto in questo proposito boni ordeni, havendo anco per sicurezza della città fatto venir 50 bonissimi homini delli castelli. Vedrà la Serenità vostra a questa ingionti molti avisi et particolari, che ho da spie fedeli mandati da me in terraferma a questo effetto, che è quanto posso per adesso significarle sicura in tanto, che si come mi son in questo carico sin hora essercitato con quella vigilanza che si ricercava, così parimente non resterà mai per l’avvenire niuna cosa da me intentata, che possi profitar il servizio della Serenità vostra. Gratie.
Veggia, li 7 marzo 1618.
Francesco Pisani, proveditor.
Allegato (1 c.):
In lettere di Veggia di 7 marzo 1618
Che il capitano Paraidasar sia arivato in Segna alli 5 del corrente, havendo havuto ordine di ritrovarsi in quella città avanti l’arrivo delli commissarii che erano di già giunti a Lubiana li 27 febraro passato, et che alli 4 del corrente si erano posti in viaggio con 500 thedeschi per arivar alla volta di Fiume, ma che gli accidente sinistro occorso a uno di essi commissari, che sendo caduto da cavalo sia ritornato a Lubiana, da dove era già discosto mezza giornata. Che li thedeschi del presidio di Fiume habbino havuto ordine di star preparati per andarsene a Segna, havendoli quel capitano fatto quattro paghe et vestitili di tutto punto. Che il re di Boemia sia, alli 4 del corrente, stato coronato a Viena re di Ungaria. Che Ferletich, con molti altri capi di uscocchi, havessero pensiero di passarsene con cinque over sei barche al servicio del re di Spagna, et che gridassero viva il re Filippo, ma che quel capo di Segna ha fatto levar a tutte le barche loro li homini, et altri armiggi per impedir il loro dissegno. Che sia stato sotterato in quella città il canon da 50 della galera Veniera che fu presa. Che li segnani, per dubbio et danno di ricever il castigo all’arivo delli commissari, habbino rissolto, prima che faccino l’ingresso in quella città, di ritirarsi tutti fuori delle mura non intendendo di intrar in essa insieme con loro. Che in Segna si ritrovino quattro barche grande, doi in terra, et doi in acqua con un caichio, et ne [?] habere. Che il Ferletich, in questa sua fugga, dicessi che deverà essere con cinque o sei barche ben armate, si sia dechiarito de voler inferir danni, doveche se dubbita di qualche invasione sopra questa isola. Che il vino in Segna sia al precio di L [?] 18 la barila et l’oglio a […] 24 la lira. Che il precio delle monete siano inalterato, correndo il scudo d’argento veneziano […] 8, il zecchino […] et il […]
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.