7 agosto| 1618 Filippo Belegno
Dispaccio del 7| agosto| 1618|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
dopo haver pagate le militie crouate et italiane che si ritrovano a Veglia con licenza degli eccellentissimi signori commessarii, mi sono condotto qui per pagare li albanesi, che servono a questi confini di Zara, con la paga inviatami dalla Serenità vostra per il mese passato, che per avanzare loro alquanti giorni di paga servita, et quella pretesa del mese anticipata, vi è stato del contrasto grandissimo, essendosi in particolare solevata una compagnia, nondimeno mi ho adoperato in muodo che per hora si sono quietati. Onde con ogni riverenza vengo a ricordare alla Serenità vostra che degni farne fare la provisione del dennaro quanto prima, affineché, pagate esse militie, et ritornati che saranno alla Patria gli eccellentissimi signori commessarii, io possa inviarle tutte al commando dell’eccellentissimo signor capitan general da mar, dal quale tengo tal commissione. Partirò dimani per Veglia al servitio di quei eccellentissimi signori, essendo così da loro chiamato, et esseguito quanto mi sarà imposto. Gratie etc.
Di galera da Zara, li 7 agosto 1618.
In questo punto ricevo l’occlusa dell’illustrissimo signor rettor di Sebenico, che invio alle Eccellenze vostre illustrissime perché le possino fare quel repplesso [?] che parerà all’infinita prudenza loro, non havendo io alcun danaro da sovvenirlo.
Filippo Belegno, capitano contra uscocchi.
Allegato (1 c.):
Illustrissimo signor mio oss.mo [?],
sebene so [?] essere superfluo presso vostra signoria illustrissima che di avantaggio per sua gentilezza et per l’amore che porta a me, ha a cuore li interessi di questo regimento, il riccordarle il bisogno di queste povere militie, che avanciano 2 paghe, et corre la terza, tuttavia per le continue loro instanze convengo da nuovo supplicarla che si compiacia con publica sicura [?] ove [?] aiutarle et consolarle, il che confido nella sua cortesia, che seguirà con augumento anco dei miei oblighi, seco mi attrovassi dannaro o che ne fosse in questa camera, come non ne è, sia certa vostra signoria illustrissima che non le sarei così molesto, ma son astretto a farlo per la loro necessità in effetto grande, come può essere considerato dalla sua prudenza, et ringratiando Vostra signoria illustrissima per la continuatione del suo affetto verso di me, come leggo nelle sue. Qui per punto le bacio le mani, et le auguro dal cielo il colmo di ogni contentezza.
Di Sebenico, li 30 luglio 1618.
Di vostra signoria illustrissima,
fedelissimo [?] servitore.
(A tergo) All’illustrissimo signor mio oss.mo [?] […] signor Filippo Belegno, capitano contra uscocchi etc.
Veglia.
Pietro Moresini, conte et capitano.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 18
Trascrizione di Francesco Danieli.