• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

1 aprile| 1616 Filippo Paruta

Dispaccio del 16 giugno| 1616|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
heri ho riverentemente dato conto alla Serenità Vostra delli 44 homeni Albanesi fuggiti da Castel Muschio con la barca del Capitano Zuanne de Todero, de’ quali parte si sono sbarcati a Zupa, et li altri volevano andare in Antivari, sono passati per di qua così vicini che è stata conosciuta la barca, et perché io haveva hauto nova che a Dulcigno si trovava una fusta, vedendo che volevano andare di lungo, li feci far segno che venissero in terra, et atendendo loro a continuare il viaggio, li feci chiamare con un tiro di mascolo, né però volsero venire; presi adunque per espediente ch’el signor Nicolò Svanovich, che è uno delli Giudici di questa terra, dovesse di subito andarli dietro con una di queste barche, et li giunse che erano andati in un luoco di detto Santo Steffano a far acqua, et havevano lasciato la barca con pochi homeni, i quali vedendosi sopragiunti si diedero a fuggire. Onde senza alcun impedimento ha condotto la barca in questo porto, nella qual ha trovato legato al timon un giovine di questi della terra, che era stato condotto via per forza. Questo si ha presentato et torna a servire. Li fuggitivi sono capitati a Pastrovichio al numero di 34 et sono stati sequestrati sopra di una colina; onde io, di subito che intesi ciò, spedii una barca con il mio cavaliero a darli ordine che li prendessero et conducessero qua, i quali pastrovichi rimandarono el cavaliero a dirmi che li haveriano condotti vivi o morti, perché bisognava che s’arrendessero per fame. Mi resolsi d’andarvi io, sperando che per amore si fossero resi, ma ho trovato che volontariamente li hanno lasciati fuggire. Pure con dificoltà el mio cavallaro ha trovato uno di essi in casa di un Pastrovichio che gli lo ha lasciato tuore. Et questo con la barca ho consegnato al Clarissimo signor Giacomo Zorzi Sopra Comito di ordine dell’Illustrissimo Proveditore di Cataro, perché sia fatta consegnare all’Eccellentissimo Generale in Dalmatia con tutte quelle robbe che vi sono state trovate dentro. Et il mio Cavaliero va farne la consegnatione per conseguirne quel beneficio che la munificenza della Serenità Vostra suole usare a questi in così fatte occasioni. Uno poi di quelli che sbarcarono a Zupa è venuto volontariamente questa mattina, et stando fuori della città ha fatto chiamare il signor Pasqualin Marcovich, et per lui mi ha fatto dire che è stato condotto via per forza dalli compagni, et che non può soportare la fatica del vogar in barca, ma che se lo voglio accettare perché servi a cavallo, che si presenterà onde per non perder questo homo, che sarà buono a tal servicio; l’ho tolto et fatto entrare nella compagnia del Capitan Nicolò Suliman, el quale mi dà intentione di partire presto con la sua compagnia di 50 cavalli. Di tutte le cose occorse ho dato aviso all’Illstrissimo signor Proveditore di Cataro, come sono per far sempre, per ben servire a Vostra Serenità et per ben intendermi con quel signore. Gratie etc.
Da Budoa, li 16 di zugno 1616.
Della Serenità Vostra riverente servitore

Filippo Paruta

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.