1 aprile| 1616 Filippo Paruta
Dispaccio del 24 ottobre| 1616|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
invio a Vostra Serenità le qui ocluse lettere mandatemi dall’Illustrissimo Civran, Proveditor a Corfù, con fregata che quel signore manda all’Illustrissimo signor Proveditor dell’armata, il patron della qual fregata ha levato dal scoglio del Saseno sette marinari del galeon de Nicolò da Liesena, che a quel scoglio si ha naufragato carico di moscati di Candia, a’ quali marinari dicono haver visuti nuove giorni di radici d’herbe, et che anco un vasselo da Trieste si ha rotto et li huomini tutti annegati. Questi riferiscono che la marciliana terza, la qual veniva dal Zante et Corfù, et un’altra patronizata da Domenego Paluo, siano state prese da tre galeote da Santa Maura, et condotte alla Valona, non sono state volute accettare in quel porto per essere vasseli della Serenità Vostra.
Diedi conto a Vostra Serenità della presa che ho fatto fare d’un bergantino maltese carico di persone di diverse nationi che andavano in corso, parte delle quali ho mandate all’Eccellentissimo Generale, et ne ho lettere da Sua Eccellenza che per il Proveditor dell’Armata manderà a deliberare di questi altri quello che ne dovevi fare. Questo vaselo l’ho fatto prendere nella giurisditione di queste acque, et non in quella di Cataro, come falsamente era stato dato ad intender a quel signor Proveditore; il quale oltra l’haver scritto a Vostra Serenità in questo proposito, ha scritto anco per fregata a posta all’Eccellentissimo Generale; che così m’hanno riferto questi che sono ritornati, i quali mi hanno portato lettere per mandar a quel signore, nelle quali essi dicono che viene licenciato della pretensione che haveva; et così Sua Signoria Illustrissima si haverà avveduto che le prese sono di chi le fa, et non di chi si sta lontano. Questi huomeni che ho qui per non esser sicuri, le ho scritto che li mandasse a tuore per tenerli in quelle pregioni sino l’ordine che mi fosse mandato da Sua Eccellenza, né le ha piacciuto, onde li tengo con doppie guardie et con molto mio travaglio per la poca quantità de’ soldati ch’io m’atrovo, pure non manco di diligenza et desta vigilanza acciò Vostra Serenità resti ben servita, alla quale Gratie etc.
Da Budoa, li 24 d’ottobre 1616.
Della Vostra Serenità riverente servitore
Filippo Paruta, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.