1 aprile| 1616 Filippo Paruta
Dispaccio del 4| febbraio| 1617|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
da alcuni di questi Capitani che sono stati nell’Albania per far huomini et sono ritornati senza, ho inteso che in quelle parti è stato sparso fama che la Serenità Vostra fintamente guerreggia con l’Arciduca, aspettando che gli eserciti s’arrisolvino, per volgerli poi d’acordo a’ danni del Signor Turco. Onde per ciò il Governatore di Bussati ha fatto fare le cride che alcun cristiano non debba venire a servire la Serenità Vostra, sotto pena del palo et confiscatione delli suoi beni, per il che ha scacciato anco li sacerdoti cristiani, perché non legghino lettere che fossero mandate a quei popoli, dubitandosi di qualche solevamento, havendo quel prete che fu impalato in Scutari per haver voluto aprire le porte con chiavi contrafatte, et di poi anco trovato aperta una di quelle porte, messo grande sospetto in Turchi. Ho voluto penetrare chi può esser stato colui ch’ha sparso questa voce per ingelosire i Turchi, che Vostra Serenità fintamente guerreggia, et non ho potuto haver niente, ma dagl’effetti che si veggono, in non potersi havere un huomo, può la prudenza di Vostra Serenità congieturare se ciò possa essere vero o falso. Et il Colonello Gini, che è stato per far qualche homo, et per comprare sette over otto cavalli per condurne al campo, non ha fatto niente, et solo hauto con cavallo di poca vita, et di non molto prezzo, se ne è come fuggito con fretta. Di che ho voluto riverentemente darne conto a Vostra Serenità, alla quale gratie etc.
Da Budoa, li 4 di febraro 1617.
Della Serenità Vostra riverente servitore.
Filippo Paruta.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.