1614 Giovanni Francesco Dolfin
Dispaccio del 28 aprile| 1616|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
ricevei li 22 instante il publico dispazzo in un sachetto da Vostra Serenità, inviatomi con Sue lettere di 6 del medesimo, il quale imediate con li ordinarii portalettere incaminai all’Eccellentissimo signor Bailo in Constantinopoli, con haver imposta alli portatori che non manchino di diligenza nel viaggio.
Li xxv, pur del corente, alle 24 hore gionse qua la galea Tiepola, espedita a posta dall’Eccellentissimo signor General Zane, qual mi portò un dispazzo da Vostra Serenità mandatomi per l’Eccellentissimo signor Bailo in Constantinopoli, con Sue lettere di 22 del passatto, il qual dispazzo la medesma hora che lo ricevei lo inviai al sudetto Eccellentissimo signor Bailo per uno di questi portalettere, che più atto, fedele et pratico del viaggio giudicai, non havendo però nell’espeditione dimostrato alcun segno che detto dispazzo molto importi per le cagioni nelle dette lettere dalla Serenità Vostra espressemi, alle quali ho dato con la solita mia riverenza in tutte le sue parti la dovuta essecutione, conforme all’obligo ch’io tengo per renderLa ben servita.
Hoggi mi è gionta la pubblica espeditione dal sudetto Eccellentissimo signor Bailo, mandatami in sachetti n. quattro, li quali invio a Vostra Sereità in una cassella serrata con chiodi et ben conditionata, signata S, con fregatta patron Marco de Francesco, al quale ho imposto ogni accurata diligenza nel viaggio perché capiti quanto prima a’ piedi di Vostra Serenità.
Mentre facevo la presente espeditione per costì, è gionta una fregatta ordinaria, qual mi ha portato lettere della Serenità Vostra di xv del presente, con copia della deliberatione presa nell’Eccellentissimo Senato a’ 14 detto in materia dei banditi, relegati et carcerati; la quale ho fatto immediate nelli luochi soliti publicare ad intelligenza di cadauno, et da me sarà essequita in quello mi aspetta. Gratie.
Di Cattaro, li 28 aprile 1616.
Giovanni Francesco Dolfin, Rettor et Provveditor.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.