26 febbraio| 1617 Camillo Michiel
Dispaccio del 26 gennaio| 1617|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
haverà la Serenità Vostra per mie lettere di 22 del passato et 16 instante havuto ragguaglio della rovina seguita in castello,per causa del terremoto precedente et del bisogno che v’è grandissimo di provedervi, et haverà parimente inteso l’operato da me per sicurezza di questa piazza, et il principio dato alla ristauration della ricinta del monte, la quale hora è ridotta in perfettione con denari da me a quest’effetto tolti da’ particolari, non trovandosi come scrissi, in questa Camera denaro d’alcuna sorte, poiché quello delle quattro paghe della militia consignatemi al mio partire sarà già stato impiegato ne’ pagamenti d’essa militia, compreso del mese venturo che doverò fare fra cinque giorni. Ho fatto sopra l’angulo di detta ricinta, ch’è dirimpetto al grosso di castello caduto collocare per ogni accidente che potesse occorrere un pezzo picolo d’artiglieria che guarda tutta quella parte et con un casello di novo formato disposti in modo gli ordini delle guardie che rispondendosi le sentinelle una all’altra di mano in mano, non potrebbe comparirvi persona che non fosse veduta et fermata, ma perché per ridur quella piazza ch’è la difesa di questa città in compita sicurezza et per dignità publica, sarebbe necessario rifare quella parte ch’è caduta del grosso di castello, starò intorno a ciò attendendo da Vostra Serenità quelli ordini et provisioni che alla somma Sua prudenza pareranno sofficienti, et colla celerità conveniente in cosa di tanta importanza, a fine ch’io possi far preparatione di calcine, pietre vive da cavarsi da questi monti et altre materie necessarie, il che non posso io fare senza che mi sia somministrato denaro. Nel negotio della congiura d’Albanesi et Serviani, altre volte scritta et della quale tengo dalli Eccellentissimi signori Generali Zanne, Belegno efficacci et reiterati ordini di procurar d’haverne qualche notitia, non ho cosa di novo; ma ho imposto a persona prattica, fedele et circospetta di conferirsi in Albania fra terra et investigarne con ogni possibile diligenza, et l’aspetto in breve di ritorno, et se scoprirò cosa di momento, ne sarà la Serenità Vostra avisata da me con altra prima occasione, et spedirò anco a posta, se così richiederà l’importanza, et certezza dell’avviso, stimando io pure d’operar in ciò conforme alla Sua mente, benché non me ne facci la Serenità Vostra doppo la ricevuta delle mie sapere cosa alcuna. L’Eccellentissimo signor General Belegno, nella revision delli conti di questa Camera, ha trovati molti debitori a’ quali sia stabilito termine di doi mesi a far la sodisfattione, et imposto a me che, finito detto tempo, debbi a quella astringerli; il che sarà da me essequito, ma con quella destrezza ch’io giudico che ricerchi l’impotenza de’ debitori et la qualità de’ tempi. Mi giongono hora le lettere da Constantinopoli in sacheti quattro, uno de’ quali segnato S, et subito le spedisco a Vostra Serenità colla fregata patron Vicenzo de Zuanne di Lazari in una casetta. Gratie etc.
Di Cattaro, li 26 genaro 1617.
Camillo Michiel, Rettor et Proveditor.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.