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12 marzo| 1617 Ambroso Corner

Dispaccio del 18 maggio| 1616|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
Ho fatto imbarcare cento e sedeci fanti come dall’occluso rolo la Serenità Vostra vedrà, del signor Alvise Giustiniano, ch’è stato ispedito da Lei con obligo di 200 et per essere egli da un mese in qua gravemente malato, per causa di che non può venirsene alli commandamenti de Vostra Serenità, il signor Angelo suo fratello, ancorché di professione molto differente, se ne viene lui a condurli, non havendosi appresso in quest’occasione sparmeato (?) in conto alcuno, per levare questa fonte da paesi alieni, senza riguardo della propria vita, et con grandissima spesa et interesse, et ciò con solo fine di ben servire la Serenità Vostra et per aquistarsi la Sua gratia, della quale certo lo reputo degno. Io ho stimato bene di ispedir questi, et non aspettare l’adempimento della compagnia, si perché la Serenità Vostra in questo tempo potrà di essi valersene dove Le parerà, sì anco per levarli la commodità di fugirsene, come era facile quando si fossero longamente fermati qui. Il signor Alvise secondo anderà recuperando la sanità, procurerà anco di farne delli altri in quanto li sarà possibile per adempire il suo obligo. Non restando di dire riverentemente alla Serenità Vostra che il sudetto Giustiniano ha havuto ducati cinquecento di prestanza dall’Illustrissimo signor Antonio Civrano li giorni passati che fu qui, per doverli scontar nelle tre prime pasce (?).
Domenica passata feci imbarcare il Capitan Vincenzo Sbrisoevich con li 50 soldati et cavalli, et lo accompagnai con mie littere.
Già due giorni fu qui un turco a farmi instantia in nome del Sanzacco di Lyca dell’ordinario presente che in nome della Serenità Vostra se gli da nella qual occasione intesi essere venuto ordine a tutti questi rapresentanti del signor Turco confinanti di dover fare soldati a pié, et a cavallo, et questo aviso si è anco inteso per altre vo(lte), ma però non ho potuto penetrare il fine di questo novo (...) né per dove debbano essere ispedite queste genti; onde d(educo) che potrà causare maggior difficoltà a levar genti da questi confini, se mi capiterà a notitia altro particolare de(...) delle orecchie di Lei, intorno a che usarò ogni diligenza (et) non mancarò di darne diligente conto alla Serenità Vostra.
Di Sebenico, a’ 18 maggio 1616,

Ambroso Corner, Conte et Capitano

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.