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18 marzo| 1614 Giacomo Contarini

Dispaccio del 17 marzo| 1616|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
Per debita essecution di lettere di Vostra Serenità delli 25 gennaro passato ricevuti con li quattromila ducati manco seicento, per dover esser contati alli Strenui Giovanni Geremia et Nicolò Tartaglia, che hanno carico di far 50 cavalli per cadauno in servitio di Vostra Serenità, essequirò prontamente quanto m’impone; sì come ancor per essecutione d’un’altra ho licentiato il signor Camillo Capi, Ingegnier che assisteva alla sopraintendenza di questa fabrica del Lazaretto, acciò possa venir a servir di là. Del qual attesto che con esser stato assistente del continuo alla suddetta fabrica, con la sua diligenza ha prestato ottimo servitio et dato segno di buon servitio di Vostra Serenità, intorno alla qual fabrica dirò riverentemente che tutta la parte da terra è di gran perfettionata affatto, sì che spero poco doppo Pasqua cominciar a valermi di essa per empiegarmi una contumacia; et la parte da mare, essendo tirata su fin alla prima travamenta, spero in breve stabilirla in tutto, sì che in un anno in circa s’habbia a condur a fin opera tanto importante et necessaria, dalla qual sia per risultar crescimento di negotio con qualche reputatione di Vostra Serenità et intelligenza maggior co’ confinanti, onde può restar certa che da ciascun che la vede, vien molto comendata in ogni sua parte. Tengo anco aviso dal mio confidente di Seraglio con lettere delli 23 del passato, ch’in tutti que’ contorni si viveva con buona salute, et che se trovava apparecchiata gran quantità di mercantie diverse destinate a questa scala, le quali col disfar delle nevi, si poneranno in viaggio et ormai se ne vedono gli effetti, poi ché ogni giorno va giongendo alcuna carovana, per il che le galee della mercantia che hora sia di ritorno, portano colli numero 1.975, et restano tuttavia ne’ Lazaretti in varie contumacie altri colli numero 598. Gratie.
Di Spalato, li 17 di marzo 1616.

Giacomo Contarini, Conte et Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.