18 marzo| 1614 Giacomo Contarini
Dispaccio del 29 marzo| 1616|
Serenissimo Principe,
Da domino Piero Poleni, Consolo, mi vien esposto con supplica, per nome d’alcuni Varotari di grosso traffico di Serraglio et di Bagnaluca, che essendo essi soliti di far passaggio ogni anno in Puglia con circa duemila cuori bovini et circa duemila schiavine, per investir il retratto di esse in tante bassette, che riportano poi in paese, tengono la strada di Ragusi perché se venissero di qua sarebbeno necessitati ad andar con le dette robbe a Venetia et non in Puglia, sì che non ottenirebbero l’intento loro che ha per fine di fornirsi di bassette, ond’essi Varotari per ciò desiderano et fanno instanza che li scia permesso il transito libero per Puglia, con le sudette mercantie, che allora faranno il lor passaggio per questa scala, così nell’andare come nel ritorno. Io perciò fatto riflesso sopra questo negotio, ho considerato che quando Vostra Serenità volesse permetterli il transito libero per Sottovento, per i cuori et schiavine solamente (ch’ad’ogni modo vi vanno) sarebbe di gran lunga maggior l’utile e’l comodo che ne trarebbe Vostra Serenità che non è il peor danno del lasciarli andar in Puglia, invece di venir a Venetia, poiché ne risulteriano due cose di qual che conseguenza, la prima è che questi dacii augumenterebbeno da circa a mille ducati all’anno per le dette robbe tra l’entrata et l’uscita; la seconda (per quanto mi son reso informato essattamente), che molti mercanti, i quali vanno con i detti Varotari con altra sorte di mercantie diverse per la via di Ragusi, si desviarebbero da da quella scala et venirebbeno a questa in honesta quantità. Ho voluto rappresentar questo fatto a Vostra Serenità, sì come faccio anco alli Illustrissimi signori Savii sopra la Mercantia, et quel tanto che essa si degnerà di comettermi sarà da me dato per risposta al supplicante della supplica sua, che ho mandato alli quelli Illustrissimi signori Savi. Gratie.
Di Spalato, li 29 marzo 1616.
Giacomo Contarini, Conte et Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.