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24 febbraio| 1616 - 22 luglio| 1617 Marin Garzoni

Dispaccio del 28 giugno| 1616|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
è cresciuto a tanto il numero degl’ebrei habitanti in questa città, che supera quasi il rimanente del popolo di essa; havendo le case loro sparse per ogni contrada, et posso dire communi, con gli medesimi christiani, de’ quali pur si servono nelle ordinarie domestiche neccessità della casa, con quelle scandalose consequenze et nella libertà di conscienza circa il vivere et nel resto ancora che può d’avantaggio esser compreso dalla singolar prudenza di Vostra Serenità, et che devo io col debito della mia riverenza, per modestà tacere. S’è agumentato questo numero d’essi, et s’agumenta tutt’hora, io penso, per rispetto che rinovo qua senza alcuna gravezza immaginabile, et con libertà grandissima havendo essi havuto più volte ardire di caminare et di giorno et di notte in bon numero, et con arme, sebene al presente mortificati un poco per l’amonitioni et protesti da me fatti loro; alli quali con astutia spagnola, sendo la maggior parte di loro nativi di quei regni, si mostrano essi pronti d’obedire. Questi è creder mio stariano bene per ogni rispetto in un loro particolare, separati da christiani, che saria molto facile a conseguir et con utile di Vostra Serenità, poiché con quatrocento e cinquanta duccati in circa ho ritrovato io da comperare un stabile di longhezza di venti passa, et di larghezza di otto in circa, il quale con spesa di mille e cinquecento altri duccatti, poco più poco meno, s’accomodaria in tante bonissime stanze per uso di detti ebrei, et se ne cavaria poi l’annuo affitto di quattrocento, et più duccatti. Il che riuscendo però a gusto della Serenità Vostra, et dell’Eccellenze Vostre Illustrissime, occupate esse in più gravi et più importanti cure, potranno di ciò assignarne carico a gl’Illustrissimi signori Cinque Savii alla Mercantia, acciò restasse effettuata questa et per li rispetti del signor Dio, et per gl’interessi di Vostra Serenità, con frutuosa opera, rimettendomi nondimeno sempre alla summa incomparabil prudenza di Lei. Gratie etc.
Di Spalato, a’ 28 giugno 1616.

Marin Garzoni, Conte et Capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.