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24 febbraio| 1616 - 22 luglio| 1617 Marin Garzoni

Dispaccio del 6| ottobre| 1616|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
È venuto novamente il Cavalier Michiel Mattiassevich, Capitano delli vinti Boglizzani destinati alla custodia di questi Lazzaretti, a ritrovarmi et mi ha appresentata una supplica, copia della quale invio più allegata a Serenità Vostra, offerendosi egli per essa che gratiandolo d’altri cinquanta fanti pur sudditi del signor Turco Boglizzani, aggionti alli vinti che ha sotto di lui col medesimo carico della custodia o della città o delli lazzaretti, di voler condur con questi anco vinticinque fameglie intiere alla divotione di questo Serenissimo Dominio, circa che rimettendomi nondimeno sempre alla singolar incomparabil prudenza dell’Eccellenze Vostre Illustrissime, non devo restar di considerarLe che stimerei con la debolezza del mio senso, molto meglio custoditi questi lazzaretti da soldatesca ch’avesse l’interesse della moglie de’ figlioli, et della facoltà che da altra (...) quale si sia che sia però sempre detto a coretione et con la riverenza dovutami. Invierò la prossima settimana la compagnia di cavalli del Capitan Pietro Tartaglia, non havendo io tralasciato nissun modo d’eccitamento et stimolo a lui nella solecitudine del mettersi all’ordine, dovendo anco inviare il rimanente della compagnia del Capitan Rados Rados, seben certo a questi confini crescono ogn’hora nel far gente le difficoltà supperate nodimeno da ogni patienta et ogni destrezza possibile, et ciò senza minimo interesse di Vostra Serenità. La parte che di Scopia era passata in Seraglio di Bosnia mostra d’esser cessata del tutto nel detto loco del Seraglio di salute tutti questi confini, che riuscirà pure a consolatione dell’Eccellenze Vostre Illustrissime. Alle quali devo affermar una singolar diligenza usata circa materia tanto importante da tutti questi nostri Rettori confinanti, et dal signor Conte di Traù in particolare, zelantissimo certo del publico servitio. Ho praticato con questi consoli Ebrei, et m’è venuto fatto il sviar dalla scalla di Ragusi diversi mercanti principali, li quali per lungo tempo frequentavano quel luoco, fra’ quali Michiel et Josef Pensi, ebrei richissimi, che con caravane numerose si contentano di venir di Sofia per la via di Mostar, con ogni lor capitale per l’avenire a questa Scalla. Che per gratia del signor Dio s’agumentarà, spero, sempre quando massime dalla Serenità Vostra sia data a’ mercanti la sodisfatione di far il viaggio con una galea per volta, et che l’una partendo l’altra giunga, come ho già per altre mie datoLe riverente conto et alli Illustrissimi signori Cinque Savii insieme, a’ quali pure ho dato parte del bon stato in che si trova la fabbrica della aggiunta di questo modo, quando non fossero regnati così cativi tempi, come si sono hauti in queste parti, già sarebbe per aventura del tutto anco fornita. Non mancando io certo d’ogni possibil diligenza in ogni occasione di publico servitio, dovendo il desiderio et la devotion mia supplir spero al difetto della mia debolezza. Gratie etc.
Di Spalato, a’ 6 ottobre 1616.

Marin Garzoni, Conte et Capitano.

Allegato: dispaccio di Michiel Mattianovich al rettore di Spalato, senza data (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.