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8 giugno| 1616 - 7 giugno| 1617 Paulo Emilio Da Canal

Dispaccio del 13 settembre| 1616|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
Sono buoni giorni ch’io inviai alla Serenità Vostra la mia reffuda di questi governo, nel quale per ben servire alla patria nelli correnti mottivi, mi son trattenuto per dir il vero molto più di quello che comportava la mia complessione et che era desiderio mio, et mi giova anco credere che sin a quest’hora sia seguita l’elettione del mio successore, del quale volentieri haverei aspettato il suo ingresso, ma havendo piaciuto a Dio da alcuni giorni in qua di accrescere talmente una mia indispositione, che non mi lascia quietare la notte, et vi frappone anco puoco intervallo il giorno, sicome la Serenità Vostra ne resterà certifficata dall’aggionta fede del medico, della quale non potendo liberarmi se non con una diligente et accurata purga, in miglior temperie d’aria, che mi è vietato il farlo senza la gratia della Serenità Vostra, convengo però supplicarLa, come faccio col solito della mia riverenza, che vedendo il necessitato mio bisogno, aggiontivi anco altri interessi di consideratione della mia casa, si degni dispensarmi per un mese et permetter che in luoco mio possa lasciare il Clarissimo signor Camerlengo Bolchi, degno per il suo valore d’ogn’altro maggior carico, sicome è stato solito di farsi anco in altre occorrenze sotto a’ Clarissimi miei precessori, affine hora che la staggione è proportionata non perda d’occasione di opportunamente farmi curare, et applicar li necessarii rimedii alla mia salute. Il che mi persuado anco tanto più facilmente d’ottenere quanto che risiedendo hora in questa città l’Eccellentissimo signor Generale che con universal consolatione de’ buoni da saggio fruttuosissimo del suo valore, non vi è bisogno, posso dire d’altro governo. Assicurando la Serenità Vostra che tantosto io sia alquanto ricuperato o sollevato me ne ritornerò qui in diligenza per continuare il mio carico sino all’arrivo del mio successore, et la vita che con questo mezo mi sarà da sua divina maestà et dalla benignità publica conservata, sarà con prontezza non disuguale a quella che hanno dimostrato sempre li miei antenati esposta in ogn’altro servitio più utile et proportionato al mio genio, per la libertà della patria. Gratia etc.
Di Veglia, li 13 settembre 1616.

Paulo Emilio da Canal, Proveditor.

Allegato: fede medica che certifica la malattia del rettore di Veglia, 13 settembre 1616 (1 c.)

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.