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8 aprile| 1617 - 2 giugno| 1618 Marco Giustinian

Dispaccio del 19 luglio| 1616|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
Per obedir con quella debita et pronta riverenza che è propria d’ogni buon cittadino ai commandamenti della Serenità Vostra, io, posto da parte qual si voglia altro mio particolar interesse, m’imbarcai sopra la galea del signor Sopracomito Zulian, con la bontà della quale mediante la diligenza et sollecitudine di esso, mi condussi qui la notte delli 16 del presente, che fu il quarto giorno dopo il partir mio da Venetia.
Feci la mattina seguente l’ingresso al Capitanato, consignatomi dal Clarissimo signor Lorenzo Surian, Conte all’hora Vice Capitano, gentil’huomo che si come con la prudenza, integrità et honorevolezza lascierà memoria, et desiderio della sua molta habilità, et attentione al publico servitio, sostenuto con atlretanta dignità et utile delle cose della Serenità Vostra, così mi è riuscito di somma consolatione haver trovata questa città et militie in sento così tranquillo, et abundante, che non si può desiderar d’avvantaggio.
Hieri che fu il secondo giorno di questo carico, volsi insieme col signor Theodoro Benzon, venuto a questo governo unitamente con me, et cavallier che mostra ottima intentione, riveder tutta la fanteria italiana del presidio, la quale disposta sotto cinque Capitani a fanti 80 per ciascuno, riempisce il perfetto numero di 400 soldati, diputati a questa custodia, eccettuati 25 che si tengono a Nona, et alcuni pochi che mancano com’è l’ordinario delle compagnie, o per morti o per altro accidente; ma quello che più importa è che fra questi si trovano molti casalini. Io ho ripresi li Capitani di questa qualità prohibita dalle leggi, et sarei passato a limitatione di termini più stretti, perché facessero il supplimento d’altra gente, ma la conditione de’ tempi presenti et la strettezza di trovar militie mi ha ritenuto. Solo li ho avvertiti dell’obligo loro, et di guardarsi che non mi diano materia di haver a rappresentar a Vostre Eccellenze Illustrissime questi difetti, de’ quali però si sono escusati con la penuria di assoldar, et hanno mostrato desiderio di poter supplir all’obligo loro, procurando nondimeno col visitar spesso la muraglia et parti (...) in tempo di notte, che la diligenza supplisca al mancamento del numero.
In tanto per divertir la frequenza de’ Casalini senza motto, raccorderei riverentemente il tramutar qualche compagnia da questo ad altro presidio, rimedio proprio et applicato altre volte a simile infirmità, col quale sradicandosi li abusi che nascono dalla continuatione, si tengono in freno li Capitani, et li Casalini istessi non ardiscono farsi descriver, col pericolo della tramutation, massime quando sia ben essequita, et senza alteratione del rollo, non mancherei di far io quando venisse l’occasione di dar forma per questa strada a questo disordine.
Ho appuntato per dominica prossima al far la rassegna delli bombardieri et scolari, delli quali scolari che sono 60, intendendo io che ve ne sia parte di contadini del Zerut (?) inhabili al servitio, et che non compariscano se non di raro alli essercitii di quell’arte, ma s’habbiano fatti notar per sottrahersi dall’obligo del remo, in occasione di armar non trascurarà d’indagarne la verità, et darLe poi riverente notitia di quanto andarò trovando. Come farò delle munitioni, armi, artegliarie et altre cose di questa natura. Di quanto sarà da me operato di tempo in tempo, ne darò immediate parte all’Eccellentissimo signor Generale, per destinar il mio servitio, secondo quello che dopo le commissioni di Vostra Serenità mi sarà accennato dalla prudenza et valor di Sua Eccellenza, conforme al mio debito et alla particolar osservanza ch’io porto alla virtù et prestanti conditioni di questo Senatore. Gratie etc.
Di Zara, li 19 luglio 1616.

Marco Giustinian, Capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.