20 aprile| 1616 Lorenzo Surian
Dispaccio del 20 aprile| 1616|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
Ricevuta ch’io hebbi a’ 24 del passato, in lettere di Vostra Serenità di xii del medesimo, la libertà che mi concede coll’Eccellentissimo Senato, di accettar quelli Carampotani, che instavano il loro ritorno in questo Stato. Conobbi esser necessario che si trovasse modo col quale senza porger a’ Turchi materia di commotioni, che convenirebbono riuscir tanto più vehementi quanto più stimassero disconvenirsi questa operatione, alla quale de’ tempi presenti et del buon affetto che dimostrano si dasse anco qualche sodisfattione alle continue instanze de Car(am)potani predetti, per non ridurli in disperatione et perder quel servitio che anco stando loro nel paese turchesco potesse derivar dall’andarli trattenendo in speranza di conseguir la loro intentione. A questo fine risolsi coll’essequir l’ordine di Vostre Eccellenze che commette il farli venir a parte a parte, di dar parola per la passata di sei famiglie solamente adherenti ad uno de’ loro Capi, perché da questo principio comprendessero l’affetto della publica voluntà, et in questo poco numero, si esperimentasse il sentimento de’ Turchi, et quello che se ne potesse prometter nell’avenire. Si appuntò il giorno et il modo della venuta, ma havendomi poi fatto intendir non potersi essequir l’appuntamento, finché non si mortifichi certo sospetto che dicono haver havuto li Turchi della partita loro; i son voluntieri prevalso dell’occasione per dar tempo al tempo, massime venendomi sumministrata da loro stessi. Usarò la circonspettione che si desse, per non mover importunamente alcun’humore, et in tanto vengo a dar riverente conto all’Eccellenze Vostre Illustrissime dell’operato fin hora, come ho fatto anco all’Eccellentissimo signor Generale. Gratie etc.
Di Zara, li xx aprile 1616.
Lorenzo Surian, Conte.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.