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8 aprile| 1616 Lorenzo Surian, Marco Pizzamano, Alvise Mocenigo

Dispaccio del 29 aprile| 1616|

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
Finalmente dopo esser stato il Sanzaccato di Licca vacante per più di un anno, è tornato ad essercitarlo Armat Beg, quello che ne fu scacciato da Mustaf figlio di Calil, suo precessore, come la Serenità Vostra haverò inteso da diverse nostre littere. Ci ha dato conto del suo ritorno, mandandoli lettere con doi Capici venutili da Constantinopoli, con le quali et con la viva voce di essi, ha passato con noi uffitio molto amorevole, affermando di haver trovato il confine in pase, cosa insolita, poiché quasi sempre propongono indolenze et difficoltà, et di volerlo mantener con augumento di queste et di buona vicinanza. Sotto il qual pretesto anco ricerca che se li mandino Ambasciatori, ma questo non è altro che una tacita dimanda del presente, il quale non essendoli da noi stato dato la prima volta, differito ad arte, per le cose che vestivano con li Turchi da Islam, et al presente sopite, come l’Eccellenze Vostre Illustrissime haveranno inteso, con le ultime nostro lettere; perciò habbiamo stimato bene et per esser l’ordinario, et perché in questi tempi ci pare necessario contenerlo nella buona dispositione che dimostra, compirselo di detta ambasciata et del presente consueto che si trova in questa Camera, il che si essequirà quanto prima egli venirà a Zemonico, luoco turchesco, più vicino delli altri a questa città et dell’effetto ne daremo poi loro riverente aviso.
Nel ragionamento che havessimo con detti Capici, venne a proposito il far mentione della presente guerra, presa dalla Serenità Vostra contra li Arciducali, mostrando essi sentirne a ragionar con molto gusto, nel che però habbiamo usata quella circospettione che è conveniente, ma mentre si toccorno li apparati dell’essercito, et l’assoldarsi di tante militie da diverse parti, uscirono a dire che si stupivano che l’Eccellentissimo signor Bailo non facesse moto in tal proposito alla Porta, perché poteva esser sicuro di haver con molta facilità a conseguir la levata di quanta gente si volesse.
Dissero anco trovarsi potentemente in campagna li esserciti turchesco et persiano, ma che però sin’hora non era seguita alcuna cosa di momento, et per quello che si puote comprender venivano ad inferir che le forze fossero contrapesate. Che è quanto ci occorre dirLe riverentemente per adesso. Gratie etc.
Di Zara, li 29 aprile 1616.

Lorenzo Surian, Conte.
Marco Pizzamano, Capitanio.
Alvise Mocenigo, Provveditore Generale della Cavalleria.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 15.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.