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1606 Marin Gradenigo

Dispaccio del 16 aprile| 1607|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
con mio grandissimo dispiacere prendo hora la pena in mano per scriver alla Serenità vostra cose lontane dal mio genio, tuttavia, perché non posso restar di farlo senza pregiudicar al servitio publico et alla sicurezza commune di quelli sudditi, son astretto a ricever questi disgusti. Hebbi ordine ultimamente, sugli avisi venuti ultimamente di Dalmazia dalli Illustrissimi signori proveditori alla sanità, di dover star molto ben avvertito et usar ogni possibil diligentia per divertire che il mal contagioso che era scoperto a Spalato non havesse a dilatarsi in queste parti, con commissione espressa di scriver alli rettori della provintia, et spetialmente a quelli delli lochi di marina, dove capitano vascelli che dovessero anche essi far il medesimo, e procedere con quella circunspettione, che ricerca una materia tanto importante; onde, havendo io fra le altre provision fatte qui e scritte che si faccino dato ordine che tutte le fedi di sanità che veniranno dalli lochi posti a marina, come quelle che vengono da lochi più sottoposti al pericolo, per la prattica che hanno delli vascelli debbano esser sottoposte di proprio pugno di essi rettori, non è alcuno di loro che non resti sodisfatto della mia buona volontà e che non prendi voluntieri questa fatica per maggiormente cautelarsi. Solo il Clarissimo podestà di Pirano è quello che, sì come ha voluto competere in molte altre cose con questo reggimento, così anco in questa vuol mostrar parità, insistendo di non voler sottoscriver oltramente le fedi che vengono da quella terra, se anche io non sottoscrivo all’incontro quelle che vengono fatte a quelli che vanno a quella volta, non volendo capir questo termine che sebene io vo rubbando il tempo alla moltiplicità degli affari e delle occuppationi, che per le cose ordinarie del reggimento delle appellazioni e degli altri negozii publici sono grandissime di sottoscrivere come faccio alcune di esse fedi, che vanno nelli lochi più importanti e pericolosi, facendo sottoscriver le altre a questi signori deputati alla sanità; non posso però obligarmi a sottoscriverle generalmente tutte, come egli vorrebbe, et per questo essendo capitate a detta terra di Pirano diverse barche di questa città, che è pur più lontana dal pericolo, per esser ingolfata qui dentro, dove non si può quasi venir per mare senza toccar Pirano, seben havevano le fedi, perché non erano sottoscritte da me le ha fatte tornar indietro, e così continua tuttavia a far ogni giorno, dando a questi poveretti un incommodo e strussio grandissimo et indegno veramente di quella paterna carità con la quale so esser mente della Serenità vostra che siano trattati li suoi sudditi. Questo tanto ho voluto riverentemente dinotarle, perché, trattandosi materia importante di sanità, possa dare quelli ordeni che alla molta intelligentia e prudentia sua pareranno necessarii, così per sicurezza, come per sollevatione di queste povere genti, che tanto prima si libereranno dal danno e disturbo che ricevono per così fatto impedimento, quanto più presto saranno graziati di qualche provisione dall’infinita benignità e cura paterna di Vostra serenità. Gratie etc.
Di Capodistria li 16 aprile 1607.

Marin Gradenigo, Podestà e Capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 4
Trascrizione di Francesco Danieli.