1606 Marin Gradenigo
Dispaccio del 21 aprile| 1607|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
continua il Clarissimo podestà di Piran in non voler dar prattica alle persone di questa città, se non hanno le fedi di sanità sottoposte di mio pugno, e non si appagando punto delle ragioni che io le ho scritto, che per li molti affari non posso e che per esser questa città qui dentro ingolfata non è più che tanto necessario sottoscriverle, mi ha scritto hoggi le lettere delle quali qui occlusa ne mando copia alla Serenità vostra; perché, riuscendo questo suo pensiero con incommodo e danno grandissimo di questi poveri sudditi alli quali vien in questo modo a restar impedita la mutua corrispondenza e prattica che hanno insieme, possa ella dar quelli ordeni che alla paterna cura che di ess tiene, per sollevamento loro saranno necessarii. Gratie etc.
Di Capodistria li 21 aprile 1607.
Marin Gradenigo, Podestà e Capitano.
Allegato:
Clarissimo signor ossequiendissimo [?], [1 c.]
sappia Vostra signoria clarissima che non fu mai mia intentione di voler competere con alcun magistrato, né meno mostrar parità col superiore, ma solo attender a quanto conosco esser di servitio et mente del mio Principe et universale beneficio; accettarò dunque questo carico in sottoscriver le fedi alli miei sudditi solo per dar satisfattione a Vostra signoria clarissima, ben che sia superfluo, essendoli proveditori alla sanità di questa terra vigilantissimi al pare di ogni altri; né si meravigli vostra signoria clarissima se a quelli che capiteranno di costì, con fedi che non siano da essa sottoscritte, non gli sarà data pratica, sì perché la matteria di che si tratta è assai importante, sì ancora perché conoscerò esser grato alli Illustrissimi signori proveditori alla sanità di Venetia, da quali sopra questo son avisato con lettere di 2 del corrente. Resti perciò Vostra signoria clarissima pago del mio buon volere et sicurissima ancora che come Francesco Balbi le son affettuosissimo [?] sempre, et con l’occasione la conoscerà che per interesse suo non mi schiferò di sparger il proprio sangue, ma come rapresentante publico debbo attender solo alla commune salute, et tanto maggiormente in negotio così importante, col qual fine di cuore me le raccomando.
Di Pirano, li 20 april 1607.
Francesco Balbi, Podestà.
Al clarissimo signor ossequiendissimo [?] il signor Podestà e Capitano di Capo d’Istria.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 4
Trascrizione di Francesco Danieli.