1614 Giovanni Francesco Dolfin
Dispaccio del 3| dicembre| 1614|
N.
Serenissimo Principe,
partì da questo reggimento il clarissimo signor Zaccaria Soranzo mio precessore, senza havermi lasciato le solite zifre, ch’egli haveva, et che tutti gli altri precessori havute hanno, necessarissime in questa fortezza, sì per gli accidenti che in questi confini et contorni turcheschi ocorer potessero, in quelle materie che non fosse bene avisarle con gli ordinarii carateri, come per la corrispondenza et intelligenza che continuamente si ha et passa con l’illustrissimo et eccellentissimo signor bailo in Constantinopoli, che tallora nelle occorrenze si scrive qualche particolare in zifra; per tanto, havendo io stimato questo negotio di grave importanza, né diedi sotto li viiii del passato riverente conto all’illustrissimi et eccellentissimi signori capi dell’eccelso consiglio di dieci, supplicandoli restar serviti di mandarmi esse zifre, con qualche sicura et fida occasione; et mentre stavo aspettando questa effetuatione, mi è sopragionta con il presente dispazzo, una lettera dell’illsutrissimo et eccellentissimo signor Valiero, bailo in Constantinopoli, parte della quale essendo scritta in zifra et non la [illeggibile] tal zifra non ho potuto levarla, et ritrovandosi ancora nelle acque di Budua l’illustrissimo et eccellentissimo signor Nani, bailo eletto, stimando che sua eccellenza illsutrissima havesse il scontro per levar essa zifra, li mandai per messo sicuro detta lettera, per intender il contenuto di essa, et sua eccellenza illustrissima mi ha riscritto di haver diligentemente fatto cercar in tutti li scontri delle zifre ch’esso tiene, et che non ve n’è alcuna che servi a levar questa daella detta lettera, la quale mi ha rimesso. Et perché vego il bisogno grande che vi è di essi scontri di zifra in questo reggimento per le cause suddette, ho preso espediente di mandar a vostra serenità ditta lettera scrittamei dal sudetto illustrissimo et eccellentissimo signor bailo, acciò che la possi prima veder et intender il contenuto in essa, et poi se così pare alla somma sua prudenza, inviar et a me et al detto illustrissimo et eccellentissimo Nani, in conformità i scontri di essa zifra, acciò per l’avenire possiamo con buona intelligenza ben servire la serenità vostra, et se per aventura in ess lettere fosse cosa alcuna che da me dovesse essere operata in questa città o confini, restarò servta avisarmelo, che immediate serà da me essequito ogni suo minimo segno. Gratie etc.
Di Cattaro, li 3 dicembre 1614.
Giovanni Francesco Dolfin, rettor et proveditor.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 13.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.