1612 Zaccaria Soranzo di Marco
Dispaccio del 25 marzo| 1614|
N.
Serenissimo Principe,
Hieri solamente m’è capitato e in replicate lettere della Serenità vostra de dì 12 prossimamente passato l’ordine che darmi si compiacque per le fabriche a questa fortezza bisognose e commessemi dall’Illustrissimo signor Lorenzo Venier, prima e doppo il corso di tanto tempo, havendo io di mano in mano dato conto di quanto veniva da me operato, et specialmente con mie lettere di 23 decembre susseguente, e consona informatione che le mandai aggiunta significato alla Serenità vostra non solo d’haver provesto da per tutto la muraglia del monte, siché all’occasione possa esser rondata, ma anco coll’haver construtto un casel sopra il voltone di detta muraglia, e gli due volti sopra le canoniere alla cittadella vicino al turrione di marina, aggionto gli rispetti e gli provedimenti di dette fabriche, non altro attendo che coll’occasione che il prefatto Eccellentissimo Veniere si viene al generalato da queste provincie, ei capiti a rivedere questa fortezza e a riconoscere questi effetti della sua commessione, sperando che dalla relatione che sarà per farne habbi a restar certificata la Serenità vostra che io non mi sono punto discostato del publico suo servitio, né dal risparmio del publico suo denaro, per l’accuratezza che vi ho usata et per esser le materie messe in buona parte di condanne; sì che chiunque con occhio intelligente sia per rimirarle, et per il valore del sito et per la qualità dell’opera, le stimarà de spesa assai maggiore della da me impiegatavi, come sono per far vedere minutissimamente alla Serenità Vostra. In tanto mi resta riverentemente rappresentarle che dalli due precisati volti sino al terrapieno, che per lungo la cortena della fiumara va al baloardo Bembo, essendovi un vacuo de trenta passa, necessariissimo da terrapienarlo per provedere a un tratto alla debolezza in quella parte della prefatta cortina, et per far strada che da per tutta muraglia possa esser condotta l’artellaria, e con essa soccorso ai bisogni, havendo quivi di dentro via trovato una muraglia, che era la vecchia di questa città, buona grosseza e fondamenta, ho preparato tutte le cose neccessarie per quella inalzare la quale aguagliata al corridore della detta cortina, farà strada di due passa e mezo di larghezza, molto commoda alla condotta della sudetta artellaria; la qual opera, quando mi sia concesso dal tempo continuare, se poi dipender da quella la perfettione di quanto sin’hora stato fatto e la sicurezza insieme di questa piazola, come per la poca spesa che vi è per andare che al mio credere non passarà doicento ducati e tanto manco, quanto vi ho applicate alquante condanne. In fine non tralascierò cosa che sappi bisognare per beneficio universale di questa sua importante fortezza. Gratie etc.
Di Catharo, gli xxv, marzo 1614.
Zaccaria Soranzo, rettor e proveditor.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 13.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.