1612 Zaccaria Soranzo di Marco
Dispaccio del 30 giugno| 1614|
N.
Serenissimo Principe,
sono anni sei, che il capitano Gasparo mercanti serve alla custodia di questo castello, non dirò con quindeci fanti, come vi fu da principio dalla serenità vostra destinato, ma con la metà manco l’ho trovato quando venni a questo reggimento, et hora per esser gli restanti parte morti e condennati, et parte fuggiti, non si attrova haver altri che’l alfiere, un soldato, et il tamburo; onde che per non mancare alla custodia di forteza così importante, ho convenuto somministrarle di tempo in tempo de’ soldati di queste compagnie da basso, le quali per questo rispetto et per non capitargli occasioni di novi soldati, da Clarissimi miei precessori, et da quei che con commando supremo sono venuti in questa città, e da me ancora sono state tenute riempite al meglio che si è potuto, havendosi più havuto riguardo alle fattioni, che incessantemente hanno fatto che convengono fare di giorno e notte in servicio di questa piazza, che all’inhabilità d’alcuni di essi, che forestieri si sono maritati, et che nella vacanza da fattione essercitino qualche arte. Non ho però mancato di continuamente avertire questi capitani, et di commetterle ancora la provisione de novi soldati, ma perché qui fra terra di raro vi capita alcuno, et per la miseria con che si vivono quelli, che non hanno trattenimento di qualche essercitio, et per le passate ispeditioni nelli moti d’Italia, non hanno trovato chi voglia qui venirsi a rimettere, ma mi creda la Serenità Vostra che con questi che al presente vi sono è così ben adempito il suo servitio, che d’avantaggio non si potrebbe desiderare, concorrendovi specialmente l’accuratezza e diligenza di questi Capitani, gli quali non cessano di mostrargli non meno fedeli, che pronti a tutto, le ricerca l’obbligo loro, che però sono meritevoli d’esser riconosciuti dalla Serentità vostra di paga, maggior di quella che hanno de dodeci miseri ducati al mese, che però tutto rimettono alla benignità e magnificenza sua. Nel pressidio di questo castello bisognerebbe tenere cinque soldati, rispetto al sito et alle fattioni che vi si devono, et per liberar queste compagnie da basso dalla continua contrabanni che si fanno, onde che vengo con ogni mia dovuta riverenza a supplicar la serenità Vostra della presta provisione di nova compagnia, et di più numero, acciò che fortezza così ammirata, per non dir mirata da confinanti nemici, non resti di esser come conviene difesa, et guardata. Gratie etc.
Di Catharo, gli xxx giugno 1614.
Zaccaria Soranzo, rettor et proveditor.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 13.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.