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3 marzo| 1614 Alvise Rimondo

Dispaccio del 10 aprile| 1614|

N.

Serenissimo Principe,
mi furono presentate le lettere della Serenità Vostra de 22 del passato a’ 5 del mese presente, scritte con l’Eccellentissimo Senato nel proposito dell’escomunica fulminata contra pre Michiel Grubessich, ad instantia del pre Nicolò Praculich, che haveva malamente impetratto il benefittio legittimo possesso da esso Grubessich, commettendomi di far impriggionare esso pre Nicolò sino tanto che havesse fatto renontia del benefittio sudetto, che fosse admessa de questo reverendissimo Vescovo, et che lo havesse fatto assolvere dalla detta escomunica a tutte sue spese. Et volendo io prestare la debita essecutione al suo comandamento, non si è ritrovato altrimente nella città esso Praculich, venendomi rifferto attrovarsi in Venetia, dove si tratteneva per la causa sodetta, come dall’istesso nepote del pre Mechiele, che mi presentò le lettere, mi è stato affermato; tuttavia starò attendendo s’egli capiterà qui, o in altro luoco della iurisditione per effettuare con ogni cauta maniera quanto dalla Serenità Vostra mi vien imposto, per solevare il povero pre Michiele, che per tal’oppressione escomunicato se ne sta tuttavia rettirato in casa senza alcuna conversatione con molto cordoglio, et passione nel stato che si attrova di vecchiaggia, devenuto cieco, et in molta miseria per queste odiose persecutioni. Ho parimente detto a questo reverendisismo Vescovo il disgusto sentito dalla Serenità Vostra dell’attione da lui fatta nell’intimare l’escomunica al padre Grubissich senza l’assenso et volontà del Rappresentante suo, quello che è stato giustamente et conforme le leggi ricusato di fare dal Vicario di Monsignor Vescovo di Lesina contra padre Simon Varesihia nella medesima causa, havendolo ammonito per parte della Sublimità Vostra che per l’avvenire non debba intimare o essequire né permettere che da altri di suo ordine sia intimato, o essequito alcun monitorio, citatione o moto che venga da tribunali eccelsi essistenti fuori dal Dominio nostro, senza espressa licentia di Rettori della Serenità Vostra. Il quale mi ha affermato che non dipartirà mai dalli suoi comandamenti, et ha procurato anco nella causa presente d’addurre alcune sue escusationi, che non sono d’alcun rilevo, mostrando d’haver alcuna passione del presente disordine. Se la Serenità Vostra mi commetterà altro d’avantagio contra il sudetto pre Nicolò Praulich in caso che personalmente non si possi trovare, non mancherò di usare ogni solicitudine et deligenza nella essecutione di suoi ordini per reputatione della dignità publica, et per depressione della sua temerità. In ogni caso crederei che fosse bene il rito di secretezza, stimando io che in materie simili non sia bene, che si vedino copie di scritture. Gratie etc.
Di Sebenico, adì x aprile 1614.

Alvise Rimondo, Conte et Capitano.

Allegato: dispaccio del vescovo di Sebenico, 23 aprile 1614 (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 13.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.