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3 marzo| 1614 Alvise Rimondo

Dispaccio del 7| giugno| 1614|

N.

Serenissimo Principe,
Ricevo grandissima consolatione che l’attioni mie, sì come tendono a solo fine di rettitudine et di servitio, che possa rendere sodisfattione alla Serenità Vostra, così siano dalla medesima gradite, quali si sono et quali dalla debole forza mia ponno provenire, ne restarò mai d’invigilare con ogni mio spirito alle cose ch’io stimerò dover riuscire principalmente di suo gusto; rifferendo in tanto a Vostra Serenità reverentissime gratie dell’honore fattomi col testimonio delle sue lettere, che me ne saranno privileggio eterno della gratitudine ricevuta da lui per l’opera mia intorno l’estintione della setta di quelli sceleratissimi Uscochi, né mancherò di far il medesimo con altri che capitassero in queste acque con ogni studio et poter mio, sperando che maggiormente me si faciliterò questo mio desiderio per l’allettamento del premio che d’ordine della Serenità Vostra receveranno questi Mortereni, che ne hanno fatto l’impressa con l’aggiuto di quelli della Slosella. Sarà con le presenti la fede commessami dalla Serenità Vostra fatta fare da questi Turchi vicini dell’interfettione et giustitia fatta delli sudditi Uscochi, havendone in obedienza del suo comandamento inviato un’altra simile all’Eccellentissimo signor Bailo suo a Constantinopoli per via di Cattaro.
Gratia etc.
Di Sebenico, adì 7 giugno 1614.

Alvise Rimondo, Conte et Capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 13.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.