18 marzo| 1614 Giacomo Contarini
Dispaccio del 2| dicembre| 1614|
N.
Serenissimo Principe,
Vengo avisato hoggi dal colendissimo patron d’Almissa tenir relatione dal conte Marco Sardacovich Poglizzano, che nella villa di Zupagni Posochi, lontano tre giornate di qua, vi siano morti di peste dui turchi che venivano da Constantinopoli, ond’io havendone ragguagliato i reggimenti circonvicini, ho preso espediente di inviar a quella volta in diligenza il signor Giacomo Serenello venetiano, fedelissimo et prattico della lingua, et del paese turchesco, et del quale altre volte si sono valsi li eccellentissimi generali in simili occasioni, per intenderne il vero con tutte le altre particolarità concernenti a negotio di tanta conseguenza, per dover quando l’occasione il richiedesse proveder in tempo a tenir il mal lontano dallo stato della serenità vostra. Ma perché da quel mio confidente di Serraglio tengo lettere fresche delli 21 novembre che v’era sanità, ne si sentiva in quei contorni alcun sospetto di mal contagioso, vado prendendo speranza che tal nuova habbia a svanir in quel modo ch’altre volte simili nuove son riuscite vane; tuttavia tornato che sarà il detto Serenello, il che sarà fra otto giorni in circa, darò riverentissimo conto d’ogni progresso alla vostra serenità. Gratie etc.
Di Spallato li 2 di decembre 1614.
Giacomo Contarini, conte et capitano.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 13.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.
N.
Serenissimo Principe,
Vengo avisato hoggi dal colendissimo patron d’Almissa tenir relatione dal conte Marco Sardacovich Poglizzano, che nella villa di Zupagni Posochi, lontano tre giornate di qua, vi siano morti di peste dui turchi che venivano da Constantinopoli, ond’io havendone ragguagliato i reggimenti circonvicini, ho preso espediente di inviar a quella volta in diligenza il signor Giacomo Serenello venetiano, fedelissimo et prattico della lingua, et del paese turchesco, et del quale altre volte si sono valsi li eccellentissimi generali in simili occasioni, per intenderne il vero con tutte le altre particolarità concernenti a negotio di tanta conseguenza, per dover quando l’occasione il richiedesse proveder in tempo a tenir il mal lontano dallo stato della serenità vostra. Ma perché da quel mio confidente di Serraglio tengo lettere fresche delli 21 novembre che v’era sanità, ne si sentiva in quei contorni alcun sospetto di mal contagioso, vado prendendo speranza che tal nuova habbia a svanir in quel modo ch’altre volte simili nuove son riuscite vane; tuttavia tornato che sarà il detto Serenello, il che sarà fra otto giorni in circa, darò riverentissimo conto d’ogni progresso alla vostra serenità. Gratie etc.
Di Spallato li 2 di decembre 1614.
Giacomo Contarini, conte et capitano.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 13.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.