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28 aprile| 1619 Vincenzo Semitecolo

Dispaccio del 25 settembre| 1619|

N. (senza numero)

Serenissimo principe
Essequendo riverentemente gli ordeni della Serenità vostra comessimi in ducali di tre instante ho fatto mostrarmi li libri di questa Camera per veder se ci fosse alcun debitore del publico, acciò conforme la mente di quell’eccellentissimo Senato havessi potuto operare quanto son tenuto in servitio della patria, in che così volentieri sarei per termine di giusto[?] concorso, come non ho altro fine che di essequire gli ordeni dell’Eccellenze vostre illustrissime et incontrar così la publica sodisfattione; ma non havendo questa Camera debitori, meno di picciol soma, per la tenuità di quella che stimai degna di alcuna regolatione per esser la spesa ordenaria maggiore dell’estratta con quel giuditio di sallariati che continuamente esclamano per questo effetto, non ho potuto far a loro; di tanto ho voluto darene riverente conto alla Serenità vostra per sodisfare al mio debito. Gratie etc.
Di Arbe a 25 settembre 1619

Vincenzo Simitecollo conte e capitano

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro