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1618 Marc'Antonio Contarini di Paolo

Dispaccio del 17 novembre| 1619|

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
Il capigi venuto da Constantinopoli et il cadi di Castelnovo per quello riferirno hanno fatto il possibile, ma tutto in vano, per rihaver il saccheto di lettere et per haver gli morlachi che l’hanno intercetto, come anco è per vedere Vostra serenità dalla congiunta traduttione de due cofeti simili che m’ha lasciato esso cadi, uno de quali è stato da me inviato all’eccellentissimo signor bailo, et l’altro col commandamento del Gransignore spedirò al bassà della Bossina quando sarà ritornato al suo governo, perché con opportuno remedio sia procurata la sicurezza di queste importanti speditioni. Quello che perciò io habbi operato, oltre le scritture, che col precedente spazzo ho mandato a Vostra serenità, ho preso che lo legga dalle sussequenti c’hora le invio, havendo per pieno fatta la parte mia nella congiuntura di questi turchi et dell’auttorità dell’imperiale commandamento. L’haver nelle mani questi morlacchi è stimato molto difficile per haver essi pronto il rifuggio del monte et l’aiuto dei lor conti; e la spesa che qui si è fatta senz’altro mezo sarebbe stata sufficiente a levarli di vita, che questo infine sarà il miglior ispediente e di qua possibile, poiché vivendo come sollevati e disgustati è da credere che ogni dì siano per far la peggio. S’haveano lasciato intendere di volersi trovar a Risano uno de passati giorni, mentre che vi capitasse anco il governator Giacomo Pasquali per causa delle loro differenze, ch’essendosi egli condotto il dì destinato né il sussequente sono mai comparsi; il retento lor fratello è stato dal cadi condotto a Castelnovo, col mezo del quale viene tuttavia sperata la recuperatione delle dette lettere, né è stato mai possibile che l’habbi voluto lasciar in queste prigioni, da che e da quello che ho convenuto passar seco, mi son confermato che il fine di queste genti è solo di ritrar denari e di far spender con longhezze e speranze, come ho fatto nell’occasione di queste intercette lettere tra presenti, rinfrescamenti al bassà et alli capi di Castelnovo la prima volta et hora a quel cadi et a questo capigi, e tra spese di bocca, di messi e di barche per la summa de ducati 258 soldi[?] 3 che per l’obligo c’ho di farne avisata la Serenità vostra ho rissoluto inviarle, come faccio, copia autentica delle partide che di queste spese sono state menate in questa sua camera per la miseria e tenuità della quale, poiché il proprio suo denaro di gran longa non puplisce alli pagamenti delli salariati, son astretto di suplicarla a voler commettere che la ne sua seintegrata, bisognandole pur tuttavia spendere per le cose di sanità, come ho fatto ultimamente nelle necessarie provisioni per il male che si scoprì il mese passato nel territorio di Castelnovo, che per gratia de Dio dalla luna d’ottobre sin hora non s’è più fatto sentire. Significandole che l’una et l’altra spesa ho procurato seguino col risparmio che si è potuto maggiore et per che tratto dalla necessità di publico servitio e dalle occasioni che mi hanno dato questi turchi e queste lettere ho di questo modo convenuto spendere, per mia regola nell’avenire attenderò quelli ordeni che nel far queste e simil spese Vostra serenità et l’Eccellenze vostre illustrissime stimerano conferire nei publici loro interessi. Gratie etc.
Di Cattaro a 17 novembre 1619

Marco Antonio Contarini rettor et provveditor

Allegati: Cronaca delle operazioni svolte giorno per giorno da Marco Antonio Contarini per recuperare i dispacci intercettati (4 cc.), 17 novembre 1619; copia delle lettere del cadi di Castelnovo e dei capi della città al rettore di Cattaro, riguardanti la questione delle lettere intercettate (2 cc.), 17 novembre 1619; estratto di entrate e uscite della camera fiscale di Cattaro (2 cc.), 17 novembre 1619.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro