1595 Cristoforo Valier e Francesco Erizzo
Relazione|
CRISTOFORO VALIER
Provveditore generale in Dalmazia
1596
Relatione di Dalmatia del clarissimo signor Cristoforo Valier fatta l’anno 1596
Ha voluto la prudentia de’ nostri maggiori che cadaun loro ministro, doppo haver essequito le commissioni della Serenità vostra et adempito il loro carico, desse conto di quanto havesse trattato et operato, non perché questa institutione fosse una semplice et infruttuosa ostentatione, ma accioché eccitasse ogn’un alle buone operationi, sapendo di doverne dar conto in questo amplissimo luogo et le Signorie vostre eccelletissime conoscessero quanto fossero state utili et giovevoli le loro passate deliberationi et per l’avvenire, intendendo il stato, il bisogno e le opposition delle cose sue, provedessero al publico con fruttuose terminationi; per tanto, havendo essercitato il sindicato di Dalmatia, già benignamente impostomi dalla Serenità vostra, satisferò a questo debito, obedirò all’ottimo costume della Repubblica et le darò particolare conto di quello che stimerò già degno dell’intelligentia sua, con ogni candidezza et sincerità, accioché Ella resti sicura che, come nell’operar, così anco nel rifferir non habbiamo havuto altro per mira et intention che il beneffitio publico, la regolation delle cose sue et il servitio della Serenità vostra; et perché la multiplica et varietà delle cose non mi confonda, riddurrò il mio parlar a quello solamente che per esseguir le sue commissioni habbiam operato, così le Signorie vostre eccelletissime haveranno chiara intelligentia di quanto apporterò e mi da questa promessa sarò quasi da gagliardo fren trattenuto, che io non passi i confini prescrittimi, trascorrendo il termine della brevità. Ha dunque la Serenità vostra commesso alla cura nostra il benefitio delle cose publiche et la consolatione de’ suoi popoli. Al publico servitio aspetta le fortezze, munitioni, militie, entrada et spesa. Alla sollevatione de’ sudditi, l’amministratione di giustitia, l’operationi de’ Rettori, la comodità, la quiete et la loro sicurtà. Di queste cose tutte le darò riverente et breve conto, non ommettendo però quello che possa importar o al bon stato de’ suoi popoli, o al buon governo delle cose sue. Non attediarrò le Signorie vostre eccelletissime nel descriverli il Stato et i confini della Dalmatia, sapendo cadauna di esse possieder la Serenità vostra nel continente della terra ferma tra i confini del Signor turco in longhezza 120 miglia di paese, restrittissimo però et [...] essendo la sua maggior larghezza a Traù di miglia 12 et nel resto quasi per tutto di 4, 3 et sino ad uno miglio; nel qual tiene a marina Novegradi, Zara, Sebenico, Traù et Spalato, dai confini del quale per spatio di molte miglia posseduti da’ Turchi et in parte di Ragusei; né possiede altro che Almissa, Cattaro e Budua, il resto esser tutti di scogli, habitadi in numero di 60 et de isole, la maggior che è Liesina di circuito di 140 miglia, la minor, che è la Brazza, di 50 in circa. Ma li dirò che in tutta la provintia vi sono tre fortezze: Cattaro, San Nicolò di Sebenico et Zara. Cattaro è posto 18 miglia dentro un canale di longhezza di mezo sin alli 3 miglia et s’appoggia alla solena d’un asprissimo et altissimo monte et della parte inferior, bagnata dal canal che le passa sotto la muraglia, circonda poco più d’un miglio; ha le mura basse, debili et non terrapienate et la fossa verso tramontana, che è una fiumaretta d’aqua piovana scendente da monte, è ristretta et poco profonda, poco discosto dalla quale vi è un monticello che supera e può batter la città, onde quella parte resta più debole, più mal sicura et più pericolosa; tuttavia il sito è molto forte et difficilmente può d’altre parte esser battuta, anci che la strada che ascende al castello ha diverse piazze che commodamente scuoprono et battono detto monticello et il castello alla sommità del monte maggiormente lo domina; onde si può tenir per certo che in ogni evento quella città sia per fare gagliardissima resistenza et diffesa contra le forze nemiche, quando però habbia il debito numero di soldati et, quello che più importa, sia munita di vivere et vittuvaglie, senza le quali né la fortezza delle mura, né il consiglio di capitani, né il valor de soldati, né la fedeltà dei popoli vale cosa alcuna, essendo impossibile resister alla necessità, dalla quale resta superata et vinta ogni durezza et ostinatione. Perilché conviene alla prudenza delle Signorie vostre proveder in maniera che in quella città importantissima vi sia sempre un buon deposito di megli, di biscotti et di quelle altre biade che possono più servire al bisogno, antivedendo con l’occhio della prudenza sua, se ben in bonazza calma, quella tempesta che in qualche tempo potria succiedere; la qual se ben per gratia del signor Iddio potemo sperar che sia lontana, può venir però accidente tale ch’ella presto si avvicini, comportando così la natura delle cose che non si possa tenerne alcuna per certa et indubitata, poiché molte, che si credeva mai poter avenire, sono pur troppo improvisamente comparse e questo maggiormente perché quella città è posta in luogo tal, che è circondata da tutte le parti da terra et ristretta dal paese turchesco, non ha speranza di soccorso alcuno se non per via di mar, il quale alla bocca del canale et con armata nemica et con l’agiuto di Castelnuovo, che quasi a cavalliero la signoreggia et domina, potria molto facilmente esser impedito et prohibito. Noi non habbiamo ritrovato pur minima quantità di biave per munitioni fuor che 100 migliara di biscotto et 200 stara di formento da essere dispensati alla città nelli bisogni occorrenti et quotidiani, il che grandemente ci è dispiaciuto; onde per la parte nostra si è previsto quanto si poteva, perché ritrovati ducati 1.500 in Camera di ragione d’un deposito di miglio per avanti dispensato, ordinassimo che quanto prima siano investiti, acciò non resti la città più longamente spogliata di così necessario et sicuro aiuto et quel clarissimo Rettor, che per sua prudenza conosceva l’importanza del negotio, si è mostrato pronto et ardente, ma non sappiamo quello sia successo, havendo per viaggio inteso che et nell’Albania et nelli altri luoghi vicini la sicità havea causato incredibil penuria di minudi, nel qual caso potrà la Serenità vostra proceder in quel modo che stimerà più opportuno et più sicuro, sapendo Ella benissimo che dove è maggior la confidentia, là si fa più grande il pericolo, non vi essendo alcun più mortal nemico al Stato che la troppa sicurtà, causa et origine certa di travagli et di calamità, essendosi sempre veduto che chi manco ha temuto è restato più facilmente oppresso; non dico questo perché creda che sia bisogno di persuader la Serenità vostra alla provision delle cose sue, la cura delli quali continuamente le prema et la punge [?] assai, ma perché Ella conosca et intenda il Stato suo, il ben et il mal, il qual mentre è occulto non admette rimedio; et perché havendo gl’accidenti del mondo svegliato et nutrendo gran speranza nell’animo di tutti per cosa propria et natural in cadaun, che quanto più si spera tanto manco si aricordi delle cose sue et pur i successi delle attioni humane sono riposti in densissime et oscurissime tenebre et l’occhio della rason vede quel che doveria essere ma non quello che sarà, non vi essendo alcuna cosa né più incerta, né più labile, né più fugace et fallace della speranza, la quale per il più quasi da vero, mentre riluce et risplende, si rompe et spezza.
La fortezza di San Nicolò è posta in mare alla bocca di un stretto, il qual per lunghezza _ miglia sbocca nel grandissimo et capacissimo porto o canale di Sebenico, sufficiente ad ogni immensa armata et l’assicura in maniera che non può alcuno entrarvi contra voglia di chi ne è patrone. È fortezza bella et moderna, fatta in forma di tenagli con chiusi mezzi balloardi et è stimata molto forte, perché se bene per esser fabricata tutta in volto, che muraglia grossa senza pur minima quantità di terreno quasi col mollo di pastel noto al lido resteria isposta a maggior colpo di artiglieria et a maggior ruina, non può però esser battuta da terra, si ché resta sicura da questo pericolo, riusciendo la battaria da legni a muro difficile et poco riuscibile, più pericolosa et rovina all’espugnatori che al deffensor. È vero che vi è quasi congionto un picciol scoglietto, dal qual facilmente si passa in terraferma, perilché alcuni stimano quella parte debole, potendo star coperto certo numero di gente sotto una poco d’altezza, ma in effetto è cosa di poco momento et con poca fattica s’abbassaria et le nostre sole galere in poco tempo l’aguagliaria, oltre che in ogni caso è luoco capace di pochissime persone, le quali coperte di sasso non solo non sariano sicure, ma isposte a maggior furia d’artiglieria et dal suo stesso stado sariano oppressi, né si può sopra un glebano o diruppo senza terreno far battaglia alcuna, gran parte della sicurtà del suo Stato. Questo luogo non ha pur una minima quantità di vittuarie et pur è la chiave del porto di Sebenico nella manutentione, quale si può dire che contesta gran parte della sicurtà del suo Stado, perché se Turchi s’impadronissero di quel luogo con la commodità di custodirne armata et fabricarne di nuovo, sariano patroni et della Provincia et del Colfo. Onde convengo dire et sia perdonata la libertà del parlar all’affetto del publico servitio, che il fabricar le fortezze senza universal conserva il denaro getta la spesa, diminuisse la riputatione et leva la dignità che nella guerra, o di ritorna et difensa et nella pace d’ornamento et di gloria della perdita, della quale nasce ogni male tanto più pericoloso quanto manco stimato.
Zara, circondata dal mare, in ogni parte s’unisse per una stretta lingua con la terraferma, verso la quale fu fatto il ponton, ch’è un altissimo, grossissimo et quasi immenso balloardo et poi è stato fabricato il forte. Questa è fortezza reale, importantissima metropoli della Provincia et si può chiamar diffesa del Golfo et baloardo di Venetia.
È circondata di buono et terrapianata muraglia et verso il forte è diffesa dal balloardo Santa Marcella, Grimani et portone che è posto in mezo di loro. Il forte è separato dalla città, se ben vicino in contiguo alla fossa, che forma triangolare con la fronte di doi mezzi baloardi, le fosse della quale, per esser cavata in sasso duro et vivo, non si ha potuto profondare quanto forte saria stato staccio et perché di fuori, se ben da una sol parte vi è una certa eminenza et comodità di terreno et aggiuntata dall’arte pare che possa facilmente superare la fortezza, è stato fabricato di dentro un cavalier in altezza di sei passa, già ridotto a perfettione et incominciatone un altro eguale et pari al primo, stimando di dover con questi cavallieri scoprire et scovare la campagna, impedendo gli nemici che di fuori s’alzassero et in caso che fussero vedute le prime fronti, adoprarli quasi come ritirate già fatte, che introvando gli beni diffendesse quasi nuova fronte; il che se sia partito riuscibile, o facile o sicuro non ardirò di affermarlo, né di trattenere sopra, rimettendomi alli periti di quest’arte, ma dirò bene che sono stati fatti con grandissimo interesse et dirò anco che se intentione di chi ha fondato il forte non è stata di tuor ogni speranza et tutta la sicurtà di Zara, ella questa diffesa in maniera che produrà quello fosse disperata la città, ma di mantener quel luogo quanto potesse, acciò stancato l’inimico, perduto il tempo et consumate le genti, tanto che l’acquistasse, restasse integra la diffesa real di tutta la città, che da questa perdita, come membro separato et prepotente, non ricevesse pregiuditio; dubito et grandemente temo che questa intentione sortisca contrario effetto et che la perdita del forte non fosse la rovina della città, essendo cosa troppo chiara et manifesta che li cavallieri del forte, quali battono la campagna, sovrasteriano grandemente a quelli di dentro et che inalzati con la commodità del terreno che nel medesimo forte si ritrova, o di doi in uno ridotti, gli leveriano ogni speranza di salute, onde di là haveria origine la ferita, dove c’havesse sperata la medicina et si saria certi fabricatori della propria ruina et instrumento al proprio precipizio; furno che il forte per se stesso riesce di sicurissima et gagliardissima diffesa, poiché l’inimico havrà mancato di tutte quelle cose a lui necessarie et alla fortezza contrarie, che sono l’aqua, il legname et il terreno, perché quella certa quantità che vicino si ritrova, per spatio di un miglio in circa, sarà in gran parte levata per finir alcuni cavalieri et i parapetti a tutta la città, in maniera che la sarà dedutta de commodità et l’offesa; onde per consolation sua le dirò esser opinion rissoluta de’ buoni et intelligenti soldati non potersi ritrovare alcuna fortezza deffensibile quando Zara non si diffende, o non si mantenga, aggiongerò bene con ogni riverenza che è stimato necessario proveder all’escavatione del porto, che da quella parte li serve per fossa, poiché è in maniera atterrato, che in molti luoghi non ha più che 5 passi et 4 di fondo, il che è di troppo gran consequenza, che conosciute dalle Signorie vostre poi fece deliberare già alcuni anni che fosse al tutto escavato, ma essendosi incontrate delle difficoltà, è stata lasciata l’impresa, alla qual al sicuro sarà ottimo consiglio attendere di nuovo, perché infine la rissolutione et diligentia evitare ogni contrario et il Domine patrone di tutto a terra adietro la riuscita di tutte le cose.
Ma è varii et depositi s’attrova solamente miglia stara 121, segale 440, quantità molto piccola et che non corrisponde alla grandezza della città, alla moltitudine del popolo, al numero de’ soldati et tale che quanto ne havria consumata et la fortezza posta in mancamento [?], dal qual nasce sempre la confussione in chi comanda et la disperation in chi obedisce, velenata causa d’ogni pestifero effetto; et se bene la vicinanza di questa città si deve stimare assai, tuttavia molte volte una cattiva occasione previene ogni altra provisione, oltre che ne’ subiti et inaspettati accidenti l’opportunità o non viene, o non si vede, o non s’aspetta, tanto più che i viaggi per mare sono lunghi, dubbiosi et incerti, né la prudentia prevede, né la diligentia vale, né la celerità supplisce a questi accidenti che la conditione della instabilità et volubilità apporta seco. Mi basterà perciò havere rappresentato et in particolare et in generale, questo mancamento, al qual credo che facilmente si potria procedere, quando Ella comandasse che ducati 5.500, che si ritrovano in quella Camera di ragion di formenti già mandati dal clarissimo Nani et che non applicati a cosa alcuna, o restano infuttuosi in cassa, o si vollano di modo in modo, in biave a beneplacito dei Rettori et benefitio della città, fossero investiti in tanti migli da esserli mandati di qua, non potendosi sperar cosa alcuna dal paese circonvicino, perché unito a questo denaro, con ducati 3.100 di ragion del medesimo deposito, fariano una conveniente summa et la Serenità vostra havria honestamente, senza incomodo suo, provisto a un diffetto tale di questa sua importante fortezza, della quale non può avvenir altro se non che nelli urgenti bisogni l’animi sia inquieti, il Stato in dubbio, la repubblica in pericolo et ogni suo bene in forse.
Ma per non ommetter il stato dei castelli seppino le Signorie vostre eccelletissime quello di Liesina esser posto sopra un monte che domina tutta la città et scopre tutto il porto; per batteria da mano potria sufficientemente diffendersi, ma contra maggior forza et più rissoluta volontà non resisteria lungamente, essendo di muraglia antichissima, non molto difficile et isposta alle offese di un vicino et altissimo monte, al qual resta tutto sottoposto et scoperto; merita però d’esser stimato et aggiutato con fabriche di statui et alloggiamenti, che doppo molti anni, disornati dalla saetta, non sono più state risarciti et per salute et per consolatione di quella città, la quale senza questo essendo, si può dir aperta et isposta ad ogni impeto, resta preda et rapina non solo di potente nemico, ma di qualsivoglia ancora debole corsaro.
Starigrado è un picciolo castello sopra la cima d’un’eminentissimo et asprissimo monte che soprasta alla terra di Almissa et serra in maniera il passo che viene da terra ferma che la rende inaccessibile, onde quel luoco per questo è stimato di sito considerabile et riesce forte et assai sicuro.
Cinque miglia poi dentro la fiumera dalla marina che scorre a banda d’Almissa quasi come al canal di sopra con glebanoso diruppo è fabricato il castel di Vissichio, di circuito di 500 passa per sito inespugnabile, per non dire inaccessibile; è però sfornito d’ogni monitione et perciò sono astretti i soldati di quella custodia ricever giornalmente il vitto d’Almissa; onde, per i rispetti di sopra considerati, stimarei che fosse bene farli qualche picciolo deposito, che serviria per munitioni et commodità, potendosi anco di tempo in tempo dispensarlo et rinovarlo, in maniera che il Rettor d’Almissa saria levato di travaglio et quel luoco di pericolo.
Novigradi, vicino a Zara per via di terra 12 miglia sopra un monte, è luogo molto picciolo, circuendo 100 passa solamente in forma apunto di galera grossa et se ben l’angustia del sito gli leva la commodità di piazze, di ritirata et di diffesa, tuttavia pare che da una sola parte verso tramontana possa esser battuto da un monticello vicino et anco con qualche difficoltà, perilchè se da quel lato fosse fatto un poco di piazza et terrapianarne alcune passa, riusciria per qualche tempo difensibile, poiché per esser intagliata quasi tutta la muraglia nel sasso vivo, non riceveria gran danno dall’artiglieria; è degno però in ogni modo d’esser tenuto caro, perché domina quel canale, che per molte commodità è grandemente desiderato da’ Turchi et che usurpato da loro apporteria estremo pregiuditio alle cose publiche, perché patroni di tutto il paese, con l’abondanza del legname et di pegole, fabricheriano et teneriano dentro legni armati, infestando tutti i mari et stando tutte l’isole della Serenità vostra, con pericolo d’incendio tale che non potesse esser estinto se non con la rovina.
In questo vi sono per munitione 18 miera di biscotto, 50 stara di miglio et 500 ducati che si vanno d’anno in anno investendo in formento per commodità di quel presidio, in modo che ha provisione assai conveniente et ragionevole.
Tutte queste fortezze et l’altre città di Dalmatia sono benissimo fornite d’artiglieria et ne hanno in quantità sufficiente et grande per compita diffesa et sicurtà.
A Budua 9. A Cattaro ve ne sono pezzi 101 di varie sorti. A Curzola 22. A Liesina 32. Nel castello d’Almissa 20. A Spalato 48. A Traù 34. A Sebenico 31. Nella fortezza di San Nicolò 30. A Zara 90. A Novegradi 15. In modo che in tutta la Provincia se ne ritrovano pezzi 432. Ben è vero che a Curzola ne sono alcuni sboccati et inutili et a Liesina otto di ferro poco atti, i quali tutti crederia che fosse ben che fossero portati di qua, perché sariano accommodati et ributtati, che là restano infruttuosi et sono d’impedimento et di fastidio.
Di polvere a Cattaro ne sono libbre 45.557, ma in diversi luoghi della città et in molte chiese, il che riesce di danno perché molte volte si guasta per l’humidità et si corrompe et di gravissimo pericolo alla città, poiché se in luoghi lontani et separati et inhabitabili; appena con isquisita diligentia si potriano render certi non che sicuri da qualche pericolo, pensi la Serenità vostra quello che possa succedere nel mezzo d’una città in tante parti fra la habitationi et la frequentia del popolo, ove la negligentia d’un particolare nella propria casa può nuocer a tutti; ma, eccelletissimi signori, pare che questo sia male irrimediabile, perché non si ritrova luoco alcuno che sicuramente li possa conservare in maniera che non restino sottoposte o di guasto, o d’humidità, o alla battaglia che di fuori fosse fatta, o di pericolo delle saette o del fuoco; onde bisogna accommodar il consiglio alla necessità, tollerar quelli mali che non admette medicina et star con questo pericolo pur troppo imminente adosso.
Nella fortezza di San Nicolò vi è polvere libbre ... quantità molto picciola rispetto al bisogno, perché non serviria per 8 giorni et pur ogn’uno sa quanto se ne consuma nelle occasioni; non vi essendo provisione alcuna che più sparisca et sminuisca di questa, né mancamento o maggiore o più esituoso, riconoscendo senza di questa i soldati inutili, le muraglie superflue et ogni diffesa mal sicura; per il che sarà frutto della Sua prudentia proveder in maniera che non possa, per l’avvenir, mancar cosa alcuna alla custodia, alla diffesa, alla sicurtà di questa importante fortezza, tanto più che vi è luoco capacissimo et attissimo per conservarne molta et ben conditionata; et tanto vale tenerla nelli magazeni quanto nelle fortezze con tutto che questo ne assicura et quella può facilmente inganare et apportare travagliosissime et molestissime angustie.
A Zara ve ne sono 181 miera, a Spalato 6.500, Traù 3.000, Liesina 4.000, Novegradi 12.000.
Tutte queste munitioni erano tenute et dispensate dalli sopramassari in essecutioni demandati, ma si teneva un conto tanto confuso et oscuro che è stata difficilissima cosa poter veder il fondo; et in alcuni luoghi non è stato tenuto conto alcuno, credendo loro che bastasse infilzar i mandati in essecutioni di quali distribuivano la robba senza darsi debito alle monitioni mandateli; il che, oltra la difficoltà et quasi impossibilità di fare i conti, dovendosi per via di [...] esser mandati tremmar la robba, era introduttione pericolosa per l’interesse publico et di consequenza importante, s’hanno iscusato questi con l’uso delli anni passati et noi habbiamo iscusato la loro ignorantia et perché sono stimati degni d’indulgentia quei mancamenti che non hanno malitia et inganno et perché pare cosa naturale che chi non falla la strada a studio, solamente merita d’esser insegnato et avvertito più tosto che scacciato.
Di tutte le monitioni è stato formato da noi un libro di luoco in luoco, chiaro et distinto et sarà apresentato alli signori sopra le fortezze in modo che, aggiungendo quello che secondo le occasioni sarà mandato et ricevendo la dispensa, potranno saper tutto quello che si ritroverà in cadauna fortezza; onde sarà più facilmente creduto a chi rapresenterà il bisogno, più prestamente provisto et meglio assicurate le cose publiche, le quali molte volte dalla tardità ricevono grande interesse et malefitio, poiché chi non sa non crede et chi non crede non provede et dalla dilatione nasce la confusione et la distruttione.
Hora venendo alla militia, che è di fanteria et di cavallaria, di fanti ne tiene la Serenità vostra a Cattaro 150, Spalato 38, nelli doi castelli d’Almissa 20, Traù 35, San Nicolò 40, Sibenico 100, Zara 400 et Novegradi 40, che somma tutto 840, numero per quanto stimato assai conveniente nelli tempi presenti, quando tutti faccino le fattioni et non siano paghe ma huomini, intorno che hebbi usato ogni isquisita diligentia, importando troppo che la Serenità vostra sia ingannata, il danaro mal speso, le paghe rubate, le guardie mal fatte et le città malamente custodite; perilché, in conformità delli ordini Suoi, sono stati cassi tutti quelli che servivano altri et che erano o casalini o maritati nel paese, havendo Ella prudentemente veduto che, per il più, questi non fanno le fattioni in tempo di pace et in tempo di guerra, per necessità, diffendono le moglie, i figli, le facoltà et la propria patria, per conservation delle qual cose ogn’un prontamente et con allegro animo sopporta le fattiche, s’offerisce ai pericoli, spende il sangue, in contra la morte et dona la vita.
In tutti i luoghi la militia è buona et a Zara spetialmente vi sono soldati forbiti et fioriti per la singolar diligentia di quel signor capitano, onde la Serenità vostra può restare et contenta et quieta nell’animo, sicura di poter ricevere ottimo et perfetto servitio; il che grandemente importa al suo servitio, perché dal buon trattamento nasce la buona dispositione nel soldato, la volontà, la prontezza, l’animo et la forza per la diffesa et sicurtà de’ suoi luochi, come dal pattimento nelle cose necessarie, l’impatientia, l’inobedientia et l’ostination et la disperation et è così certa che il publico servitio et buona custodia delle fortezza consiste nella virtù et nel valor, senza il quale la moltitudine resta debole et confusa et serve più tosto per impedimento et peso a chi commanda, che per agiuto et sovegno, perché il cattivo soldato non vuole, né teme, né obedisce et più pronto di lingua che di mano, è predator del compagno et preda dell’inimico.
Cavalli a Cattaro ne sono 25, a Budua 10, a Spalato 25, comprese in lei 22 lanze spezzade, a Traù 29, a Sibenico 65 et a Zara 205, che sono in tutta la Provincia 364; a Cattaro gli cavalli et gl’huomini sono buoni, ma disperati, perché non hanno habitationi, stanno al scoglio di stradiotti otto miglia lontano dalla città, nel canale, ma le case loro et loro stantie sono rovinate, destrutte et disfatte in maniera che riescono inhabitabili et per i pattimenti delle pioggie et venti i cavalli, che convengono stare al scoperto, se li guastano et muorono con rovina di quelli miseri, che non potendo con l’ordinario stipendio mantenersi et vivere, se l’hanno da rimetter a cavallo sono in estrema disperatione; è stato scritto più volte alla Serenità vostra et li habbiamo ancor noi dato riverente conto con lettere nostre, ma non essendo stata fatta provisione alcuna, la resti sicura che quelli luochi questo inverno rovinerano totalmente et i soldati conveniranno ad ogni modo abbandonare il scoglio et ritirarsi altrove et a rifarli al presente vi vuole gran summa di denaro, che già qualche anno con pochissima spesa sariano stati racconciati et accommodati, così non facendosi conto del mal picciolo egli si fa grande et dal sparagno del poco nasce il consumo del molto et quello che in un tempo si crede parcità riesce prodigalità, con danno della Serenità vostra, con poco servitio publico et con discontento di tutti; questa militia a Traù è bonissima, a Spalato alquanto, a Sebenico molto peggiore, ma a Traù in stato peggiore mediocre et conveniente, intorno la quale dirò quello che per oppinione nostra è importante disordine, che le compagnie, quali doveriano esser tutte de stradiotti et Levantini, i principali nobili della città, onde in absentia del signor Proveditor, che per ordinario sta a Zara, né può esser altrove, pochi di loro fanno le fattioni et pochi cavalcano et rarissime volte fanno le guardie o prestano servitio alcuno, perché quando s’avicina il tempo delle guardie si partono dalla città sotto qualche pretesto et iscusatione et li capitani li rispettano et per la nobiltà et per haver l’auttorità et se pure alle volte cavalcano per occasioni di preda et d’incursioni fatte da Uscocchi fuggono l’incontrarsi con loro, vanno in altra parte et schivano quella occasione che da’ buoni soldati viene et procurata et seguita et se contra sua voglia li retrovano, non solo non combattono, ma li salutano, li abbracciano et li accarezzano, il che nasce perché haveano parentelle et congiontioni di sangue con loro; li rispettano et possedendo vigne et beni temono che non li siano da Uscocchi guaste, distrutte et abbrucciate, come sogliono fare et che ritrovati nelle ville non siano o scannati o mal trattati, in modo che dall’amor delle cose proprie, il qual per dir il vero non si può levare d’alcuno, nasce il timor, dal timor il rispetto et da questo la confidentia loro, la sicurtà et l’occasione di maggiori et più frequenti danni che li forastieri privi di beni et per consequenza di rispetto, di affetto et di timore non hanno altro per fine che ben servir la Serenità vostra et fanno in ogni occasione il debito loro, noi conoscendo quanto dannoso et pericoloso sia questo esser, habbiamo ordinato che quando alcuno levantino atto al servitio s’appresentasse (anni diversi avanti noi sono comparsi) siano rimessi, restando cassi i Crovati, ma credo che la Serenità vostra sia in necessità di far maggior provisione, la qual per me stimo che possa esser facile, perché quando si commandi alli capitani et Governatori che nelli luoghi armati ritrovino soldati dalla loro fattione loro natione, conforme al debito che hanno, imponendole pena et ritenendole in parte le sue paghe a chi mancherà, son sicuro che ne troveranno quanti ne occorrerà; altrimente La creda certo che la spesa è molta, il servitio poco, il pericolo d’inconvenienti grandissimo, oltreché in questa maniera si va distruggendo quella natione, la quale s’impiega al servitio d’altri principi in Francia, in Napoli, a Milan et si perde il servitio di quelli che con essemplar fede et singolar valor hanno diffeso et mantenuto tutto il Stato alla Serenità vostra et che nelli bisogni venturi potriano fare gran prove in servitio suo. Noi li haveressimo cassati in essecutione delli publici, ma il male è fatto così gagliardo che fa bisogno di più potente medicina et si ricerca l’auttorità et la suprema sua mano, perché il numero è così grande che, cassandosi tutti, si levariano doi terzi della cavalleria, onde non ci è parso di porle mano, perché il rimedio non deve essere così violente, accioché in luoco di risanar non distrugga; ma se per l’avvenir non sarà rimesso se non forestieri in breve tempo s’accommoderà il tutto et se bene pare che il disordine sia hormai invecchiato, non è però mai tarda la provisione alle cose sue, né i mali antichi sono disperati quando si vogli usare l’industria et la diligentia. È vero che il signor Proveditore resta grandemente satisfatto et riceve gran gusto del rimetter Crovati, stimando d’haver miglior servitio, perché per la lor commodità possono meglio mantener i cavalli et tenerli più ad ordine, né io debbo opponermi all’opperationi di un valorosissimo et intendentissimo capitano; tuttavia oltra la rason che persuade il contrario, alla qual credendo non si può commetter errore, se è l’auttorità della Serenità vostra, dalla quale non derivano se non prudentissime deliberationi, fra’ quali ne habbiamo ritrovati alcuni absenti, alcuni putti et molti senza cavalli, in maniera che le compagnie sono manchevoli et diffettive, li absenti senza licenza sono stati cassi da noi in conformità delli publici ordini; il medesimo habbiamo fatto delli putti senza rispetto alcuno, non essendo comportabile né tollerabile che il danaro sia inutilmente consumato et nelli bisogni si resti senza servitio, che la Serenità vostra pensi haver militia per poter diffender le città, il territorio et i popoli et che per mancamento tale Ella resti ingannata, il territorio predato, i soldati spogliati et tutti i luoghi esposti; essendo pur troppo vero che stando le cose nell’esser presente in luoco che cavalchino 200 ne cavalcano 30 o 40 solamente, presidio molto debile a quei confini, la piccolezza del quale accresce la temerità alli nemici, la volontà con l’ardir et la facilità per offendere; et se bene con verità il signor Proveditor ne ha rimessi alcuni per pietà et per riconoscere delli meriti paterni, non manca in altra maniera modo alla Serenità vostra di riconoscere le fatiche di cadaun se saranno le sue operationi degne, havendo mostrato del continuo la Sua benignità et la Sua grandezza ad ogn’uno che nel servitio di questo serenissimo stato non manca mai mercè alla virtù né manca premio al merito delle bune operationi; et se la pietà mette in pericolo l’altrui vita et facoltà, riesce crudeltà, che stimiamo che bastino gl’ordini già fatti dalla Serenità vostra.
In alcuni luoghi il quarto delle compagnie era senza cavalli, essendoli o stati cassi per inutili o ritrovati per morte o infirmità et altri mali aversi che vadano; questi, ammoniti da noi a provedersi, tanto più che alcuni erano in diffetto già più di 3 mesi, si s’iscusano la povertà et col’impotentia, perché non havevano la soventione commessali dalla publica begninità, era impossibile che si rimettessero; et la verità è che non potendo esser esborsato il danaro senza ordine del signor Proveditore, non possono li stradiotti haverlo se non dopo molte instantie et molta longhezza di tempo, il che nasce perché il danaro applicato alle soventioni non può bastare a tutte, essendo ridotto a ... solamente dalla somma di ... et ciò per i molti debitori di soventioni partidi da Zara per altrove senza haver satisfatto al loro debito, de’ quali habbiamo fatto un estratto et si darà all’offitio sopra le Camare, acciò la Serenità vostra resti in parte reintegrata con la retentione di que’ artieri et quelli che in estero servono in altri luochi fuori di Dalmatia, per quali bisognando aspettar che il danaro ritorni nella cassa molte volte si differisce longamente, ma quello che lungamente importa è che se vogliono haver le soventioni, convengono prima comprare il cavallo et appresentarlo a Zara al signor Proveditore, acciò riesca di sua satisfatione; questo è fatto con ottimo fine volendo egli esser sicuro che il danaro sia impiegato nella compreda di cavalli secondo la volontà della Serenità vostra et non sia consumato in altro, ma certo, eccelletissimi signori, che questa strettezza et sicurità nuoce infinitamente a quelli poveri et impedisce il publico servitio, perché non è possibile che comprino i cavalli se prima non ricevono l’imprestido; sono poveri meschini, per la maggior parte miserabili, carichi di figli et con grossa famiglia a pena possono mantener i cavalli et vivere et convengono indebitarsi, onde non possono esborsar 50 over 60 tolleri et aspettar la sovventione; vengono Morlacchi, Turchi et altri del paese turchesco, né vogliono tardare o farle credenza o darle i cavalli, perché siano condotti a Zara, ma se non hanno la soventione pronta perdono l’occasione d’haverli a pretio conveniente et i cavalli sono o condoti altrove o venduti a chi ha il danaro, che volendo poi dalla sua mercantia ricevon grosso guadagno solo fine di chi traffica, li rivende alli soldati per altrettanto pretio et non li bastando la soventione convengono impegnarsi et spogliarsi per haverli; così il danaro si spende, la soventione non giova, le compagnie restando corrotte, i poveri danneggiati et la Serenità vostra senza servitio; pertanto è necessario, se si hanno da rimettere, che habbino l’aiuto in tempo del bisogno, il che si farà convenientemente se nelle Camere, ove si ritrova cavalleria, vi sarà qualche somma di danaro applicato a questo, proportionata al numero di soldati, la quale venendo l’occasione et conosciuta dal clarissimo Rettor, le sia esborsata; altrimente, cassandosene ogni giorno et riunendone di continuo molti, inutili, con l’imposibilità di rimettersi in breve tempo, tutta la cavalleria sarà distrutta et a rinovarla vi sarà spesa maggiore, difficoltà et travaglio, perché le cose che stanno in cader facilmente si riparano et si sostentano, ma le cadute et rovinate non si possono più rilevare; et pure senza cavalleria nella Dalmatia i confini sono infestati, i territori vastati, i sudditi predati, i negotii interroti, i viveri impediti, i Rettori sprezzati, la quiete turbata et le città poco men che oppresse et perciò conviene attendere con ogni spirito alla sua conservatione; et se non si può da principio veder il tutto regolarsi secondo il tempo, il bisogno et la dispositione d’ogni cosa, perché l’huomo savio non camina sempre col medesimo passo, se ben va per l’istessa via, vi è l’intentione della Serenità vostra, il pensiero del fine et la troppo sottil interprettatione o intelligentia delle cose riesce ingiuriosa et il troppo stretto rigor troppo dannoso; et però se alcuno havesse anco la soventione per passare in paese turchesco et trovarsi cavallo, non l’haveria pertanto in conveniente, perché ritornato con cavallo haveria supplito al bisogno et s’havesse usata fraude saria castigato et la sua pena serviria per essempio alli altri; et in ogni caso bisogna accettar per bene il minor male et procurar di far ogni cosa migliore, ma contentarsi di quello si può havere, essendo prudente non voler pensar tanto sottilmente tutti i possibili che non avengono; sempre mi rimetto però a più savio giuditio, essendo più ragionevole et che da cadauno fosse stimato senza oppositione adherir al negotio ritrovato d’altri, che fermarsi nel male nel quale sia inciampato; ma non debbo più longamente estendermi.
Non ometterò però di dire che quella militia si duole grandemente di non esser pagata in tempo, poiché i loro quartieri sono molto prolongati, convenendo il signor Proveditor differir le paghe et sovvenirli con qualche prestanza, che non supplisce al bisogno; da che sentono infinito incommodo, perché non potendosi mantenere sono astretti di pigliar in credenza vini, formenti, biave et tutto quello che le è necessario, con intacco et perdita notabili; il che come non è convegnente, comportando la giustitia et l’equità che ricevano la mercede delle sue fattiche in tempo debito; così riesce anco di pregiuditio publico, perché quando l’ordinario suo stipendio, col quale a pena si sostentano, le sia diminuito dalla perdita et dall’interesse che per questa dilatatione ricevono, bisogna che loro restino consumati, i cavalli destrutti et la Serenità vostra pessimamente servita, perché, in fine, chi serve per honor et per gloria, se non vede il stipendio della sua servitù perde l’animo, la volontà et le forze. Et però chi manderà le loro paghe a tempo debito, satisferà alla rason, consolarà quei poveri, leverà il Proveditor di travagli et accrescerà il servitio della Serenità vostra eccelletissima?
Ma per non restar di darLe conto di tutto quello che possa aspettar alla militia, venirò alli bombardieri, de’ quali a Budua ve ne sono doi pagati, Cattaro 6, a Curzola doi, a Spalato 4, a Traù 3, a Sebenico 5, a San Nicolò 5, a Zara 16, a Novegradi 1, che sono 50 in tutta la provintia; quelli da Cattaro sono molto pochi perché essendovi 16 pezzi alle muraglie, non è possibile che supplischino. Fu scritto alli Proveditori sopra le artellarie che provedesero, ma et per la difficoltà che si ha nel ritrovare chi voglia andarvi, riuscendo troppo cara e gioconda a cadauna l’amor della sua patria, o per la longhezza che porta con sé sempre la moltitudine de’ negotii, non è stato fatto altro; onde noi, veduto il bisogno et ritrovate persone sufficienti et atte a questo carico, habbiamo fatto elettione di doi con l’ordinario stipendio et crediamo d’haver sadisfatto il publico servitio; nel resto la Serenità vostra provederà, conoscendo quanto importi questo bisogno negotio, potendosi chiamar i bombardieri l’anima et il spirito di tutta l’altra militia.
Delli scolari bombardieri posso dire che ve ne siano 10 per cadauna città; quelli da Sebenico et da Zara potriano prestar qualche servitio, ritrovandosene diversi che s’adoperano sufficientemente et che sariano atti ad ogni carico di questa professione; il che riesce perché si vanno assuefacendo col tirrar al palio le prime domeniche di cadaun mese, così chiaramente si vede dalla esercitatione ogni cosa ricever perfettione; gl’altri non saranno tanto fruttuosi.
Ma debbo raccordarmi di quanto conviene al debito che tengo con Vostra serenità et havendo supplito convenientemente a quello che può aspettar alla militia, le dirò che tutta l’entrata sua nella Dalmatia si cava dalle limitationi pagate dalle città di terratici o livelli, datii diversi et delle vendite di sale.
Le limitationi sono pagate all’illustrissimo Consiglio di dieci dalle città che furono obligate far un certo pagamento alla Serenità vostra, queste sono: Curzola ducati 134, Spalato ducati 295, Brazza 120, Pago 271, Arbe 327, Veggia ducati 422, Cherso 175, che ascendono in tutto a ducati 1.866 l’anno, quali sono pagati irremisibilmente da tutte le comunità, perché non potendo i Rettori nel suo ritorno andar a capello, né esser eletti ad alcun offitio, se non portano il saldo del danaro, usano gran diligentia et vi pongono ogni spirito, in maniera che di tempo in tempo è compitamente saldato questo debito; così l’interesse proprio rende cadaun pronto et diligente et industrioso nelle cose publiche, le quali senza questo pare che da molti siano sprezzate et neglette. Quello che ne segue in questa città non lo sappiamo, ben crediamo che cadaun complisca all’obligo suo, ma nella Dalmatia non s’ha havuto da fare per questo rispetto.
I terratici sono pagati da molti particolari che godono beni publici, con obligo di rispondere alla Serenità vostra una certa pensione da questi; è picciola entrada et serve più tosto per ricognitione del publico dominio et che i beni siano della Serenità vostra et se ne deve tenere buon conto, essendo pur troppo pronti gl’huomini pronti a usurpar quello che è delle Vostre signorie eccellentissime et convertirlo in proprio benefitio; perilché, se bene li Rettori non mancano di quanto conviene, tuttavia la diligentia è superata dalla fraude et non vi essendo in alcuni luoghi nota o cattastico, i confini di particolari si vanno piano piano allargando et quello che da principio è insensibile, col tempo accresce quasi in imenso, con il desiderio di acquistar, che non ha modo o termine et l’habito convertito in natura; son doi capitalissimi nemici della Serenità vostra, La qual credo che al passato non potria rimediar se non con grandissimo motto et commotione de’ sudditi, che dalla Sua prudentia è stato sempre fuggito, specialmente in quei luochi et a quei confini, perché in effetto ogni mal nascente facilmente s’opprime, ma il vecchio fattosi gagliardo et possente, o non admette rimedio o resta troppo gravemente esasperato; ma per l’avvenire potria impedire che l’inconveniente non si facesse maggiore col far un cattastico et perticationi di tutti li suoi beni con li confini, che essendo certi et stabili non potriano dalla cupidità di privati esser confusi, alterati et occupati, come fu fatto dal clarissimo signor Rimondo Gritti a Sebenico; il che, se bene fosse di qualche interesse per la visita che facesse il Rettore con grossa Compagnia per sicurtà a quei confini, ogn’uno sa che non si può havere mai il ben se caramente non si compra.
I datii principali nella Dalmatia sono il trentesimo, la nuova imposta, i roncini, beccaria et pescaria, tutta l’entrada dunque della Serenità vostra a:
Cattaro è di ducati 4.892 a
Curzola ducati 184
Liesina ducati 726
Spalato, dove si comprende la Brazza et Almissa, ducati 3.681. Traù 6.549. Sebenico ducati 5.242. Zara 10.291. Arbe 777. Veglia ducati 3.140. Cherso 201. Budua ducati 282, in maniera che l’entrada tutta della provintia ascende a ducati 35.947, intorno la quale prima dirò che a Budua non si paga nuova imposta di roncini che passano sottovento, restando col datio di un solo mocenigo per uno in luoco del ducato che si scode per tutta la Dalmatia, con tutto che ne passino ogn’anno 5 et 600; alche non fu dal principio atteso, forse con pensiero che non ve ne capitassero, ma l’industria de’ mercadanti, ritrovato questo avantaggio, sono concorsi, essendo quel transito anco più breve et più dritto delli altri; onde se sarà dato ordine che si riscuoti et affitti quel datio in conformità di quanto si fa nel resto della Provincia, la Serenità vostra avanzerà entrada di 900 ducati, che non è summa sprezzabile in tante spese che Le convien di continuo fare.
Sono per ordinario affittati li datii. Ma alcuna volta per mancamento di datiari o per li loro conventicolo sono astretti li Rettori farli riscotter per conto publico, come fu fatto l’anno passato il datio di roncini a Spalato, il quale potendosi affittar solamente 500 ducati rese ducati 320, se ben affittato il presente anno è anco precipitato. Il medesimo si fa del datio della beccaria et pescaria a Sebenico, che affittato gl’anni passati 1.100 ducati, quest’anno non fu passato 500 ducati, onde va per conto publico et in 3 mesi s’havevano bollette per più di 500 ducati, né credo che in simile occasione di possa proceder altro partito; perché se bene ha molti contrarii et la Serenità vostra può esser ingannata per contrabandi et per robbarie et per intacchi, tuttavia è miglior rissolutione correr risico di perder potendo anco guadagnar, che perder sicuramente senza speranza di avanzo, specialmente quando l’ingordigia di datieri, non contenti deli termini ragionevoli et dell’utile honesto, vorria che la sua volontà, che’l suo appetito dia leggi alli publici rapresentanti; nasce questo inconveniente dalla intelligentia che hanno insieme i datiari, dividendosi i datii fra di loro o carrattandoli in nome come meglio le pare, ma questo non è male di Dalmatia solamente, ritrovandosi anco nella Terra ferma et molte volte in questa medesima città et riesce incurabile, essendo impossibile moderar la cupidità che quasi ardente fuogo va consumando et destruggendo ogni dover et honestà. Nasce anco questa da gran timor, perché essendo appoggiati i datii alla rason di pescar, alla venuta di Morlacchi et altri dubbiosissime et fallacissime operation, sono incertissime le speranze di quelli, mentre inganna i poveri, li conduce alla rovina et al precipitio, però non si può trovar miglior ordine in questo che la prudentia de’ suoi rappresentanti, i quali si vadino accommodando agl’accidenti et al tempo che vuol esser patroni di tutte le cose; può venir ancora da un’altra principalissima causa, la quale è affittar li datii grandi molto tardi et quasi in fine dell’anno, perché molti datiari dalla strettezza del tempo et dalla necessità che hanno li Rettori di deliberarli, prendono maggior occasione alla sua commodità; alché havemo provisto ordinando che i datii siano affittati sei mesi inanti che finisca il datio vecchio, dovendosi anco incantar prima i più grossi et principali, stimarò che l’anticipar il tempo possa grandemente giovar, specialmente in alcuni datii che consistono nell’entrate di scogli et che riescono buoni o cattivi secondo la fertilità et sterilità del raccolto; così, perché le campagne et le viti nel fiorir et nella stagione temperata apparono per il più sempre belle, come anco perché l’huomo è molto facile et inclinato a sperar bene et promettersi per ogni picciolo accidente gran guadagno, che differendosi in tempo più vicino l’aridità, la sicità et gli altri mali accidenti, che pur troppo sopravengono, stimati grandemente et accresciuti dal timor, fanno che ogn’uno tenghi le mani strette, che vadino risservati; sperano che questo gioverà, ma di sicuro in ogni caso non ponno morire per altri rispetti, ne’ quali non debbo più lungamente insistere; patiscono un gran detrimento li datii della Dalmatia per molti privilegii concessi et per costumi Pastrovicchi, Almissani et Cauresani, i quali sono liberi d’ogni gravezza, questi delli formaggi che bisognano per uso della lor città et quelli altri di tutte le cose, perché sotto coperta degli loro bisogni et con l’auttorità delli privileggi estraggono gran quantità di robbe et ne mercantano per ogni luoco, il che conosciuto molto bene dai datieri et veduto, apporta gran pregiuditio. Noi, con occasione di certe contese di Almissani che procurassiro di ampliar et dilattar le loro concessioni, volendo poter estrazzer di ogni luoco tutto quello che le paresse liberamente et come meglio le paresse, habbiamo commessa l’essecutione di una sententia delle eccelletissimi Dieci savi et agionti, seguita in contraditorio giuditio con li avocati fiscali, che termina il loro privilegio haver luoco nelle robbe che dalla sua terra conducevano solamente nelle altre città et ne sono state scritte lettere per tutta la Provincia; il che non dico già levandoli o togliendoli i privilegii, perché non conviene che si ritenga la sua benignità, né retrati la sua promessa, né introduchi novità, né levi il sovegno et aiuto delli bisognosi, né discontenti i popoli, che sogliono stimare quegl’indulti più che tutte le facoltà et più della vita medesima, se bene chi malamente adopra le gratie havute et chi le va di continuo abusando è indegno di goderle, ma modificarle et tassar una certa summa et quantità limitata, conventionali et stabilite, che possa soprabondantemente satisfare alli loro bisogni, perché così le saranno mantenuti i privilegii, supplir ai loro interessi, essequir l’interesse della Serenità vostra, provisto al disordine et sollevar il publico che grandemente per questa causa è defraudato.
Con questa occasione dirò anco che stimo di grandissimo momento et che concerne il servitio della Serenità vostra per diversi rispetti et è che essendo stata introdotta la Scala di Spalato per invitare ogn’uno a condurre le mercantie in quella città, furono esentate in qualsivoglia datio, havendo aggravato di mezzi noli quelli che d’altre scale d’Albania fossero condotte, sperando che le gravezze di quelli luochi et l’essention di questa fossero potentissimi stimoli per far inviar quella Scala, stimando di dover ricever qualche utilità dall’entrada; ma grandissima poi dell’uscita di esse et questa rata è stata ottima, poiché è stata confermata dall’effetto et dall’esperienza delle cosa. Ma dall’altra parte non è riuscito in tutto conforme il desiderio suo, perché le robbe non sono condotte in questa città tutte, ma molte sono inviate in Ancona, in Puglia et in altri luochi sottovento, le quali però non pagano datio alcuno, né hanno pur minima gravezza, ma godono di essentione, senza che la Serenità vostra riceva frutto; perilche stimarei che fosse molto servitio publico, confirmando l’essentione a tutte le robbe che capitano a Spalato et di tutte quelle che sono destinate per Venetia, imponer qualche sorte di datio sopra quelle che fossero mandate in paesi alieni, non già impedendo la mercantia, la quale quanto più è libera tanto più concorre, ma cavandone qualche utilità; questo saria molto ragionevole, non trovandosi in alcun luoco che la mercantia sia totalmente essente et che possa liberamente esser condotta altrove senza che il principe ne riceva in qualche modo utilità, come riesce di queste. Il datio accresceria le publiche entrate di 3 over 4 ducati, le quali finalmente sono il nervo, il sangue, l’anima, il spirito della repubblica et senza le quali il principe non può comandare, né conservarsi, perché senza datii non può esser stipendio, né senza stipendio militia, né senza militia custodia, né senza custodia quiete e salute; oltre che potria causare un altro buon effetto, che i mercanti più tosto che cargar per paesi alieni e pagar datio, volessero inviar i loro cavedali a Venetia, non potendosi trovar alcuna più dolce esca per invitar gli mercanti, né più tenace modo di trattenerli, che la speranza dell’utile et del avantaggio, tanto più che andando a Ragusi le mercantie estrate per paesi aliene pagano il datio et piutosto grave che leggiero. È vero che potria esser altrimenti, perché non tutte le cose rasonevolmente deliberate, riescono secondo le nostra credenza, anci molte riescono diverso et contrario effetto fuori della nostra aspettatione et oppinione, tuttavia non si può fallar ad abbracciar quel partito che perilpiù in simil occasioni suol giovare et in ogni caso riesca o non riesca la condotta, la Serenità vostra ne riceverà notabil benefitio, perché venendo qua, sarà ridotta la Scala secondo la total et compita satisfatione et publici interessi et si introdurà il negotio maggiore, il qual conserva l’arte, accresce il popolo, aggrandisce la città, moltiplica l’entrade, arrichisce i sudditi et illustra il principe; et non venendo si riceverà l’utile del datio al presente perduto senza speranza d’alcun bene, il che tanto più si deve fare, quanto che è stata levata quasi tutta la gravazza del’entrada alle robbe grosse che vengono di là con intentione che accrescessero i datii di Spalato per questa occasione, onde la Serenità vostra si resarcisse; nondimeno non hanno fatto augmento di sorte alcuna, affittandosi al presente il datio XXX° primo et principalissimo 140 ducati, che per avanti si affittava anco 160 ducati, di che habbiamo voluto principalmente informarci per essequire l’ordine che al nostro partire ne fu dato dalli clarissimi regolatori delle publiche entrade.
Oltre li datii riceve utile la Serenità vostra dalla vendita de’ sali che si fa in tutta la Provincia sua, poiché questa è materia importante et di molta consideratione; per maggior mia satisfattione si contenterano Vostre signorie eccelletissime che li dica di dove siano condotti, in quai luochi fatti, come dispensati et i disordini che habbiamo ritrovati con le provisioni secondo l’auttorità nostra fatte. A Budua et a Cattaro sono mandati i sali da Corfù per supplimento delle spese che le occorrono fare, essendo il soprapiù portato all’Offitio del sale; et sono limitati a Budua mozzetti 4.000 et a Cattaro 20.000, facendo 4 mozzetti un staro venetiano et doi quinti; ma però ne sono stati mandati in maggior et minor quantità secondo gl’anni, l’occasione et altri rispetti. A Liesina fanno partito qui all’Offitio del sale per la Brazza, Almissa, Spalato et Traù; Michiel Lirenio per partido fatto del 1592 ne riceveva 8.000 mozza da Pirano con obligo di mantener quei luochi; a Sebenico vi sono saline che per l’ordinario suppliscono, nelli altri luoghi capitano i sali da Pago: a Zara 2.000 stara all’anno, in Arbe 150 stara comprati dalla comunità, a Vegia, a Cherso mozza 150 a lire 13.
Si vendono a Budua 22 soldi il mozzetto, ma ritrovassimo che era dato credito alla Serenità vostra di soldi 18 solamente, essendo convertito il soprapiù che era il quarto delli Rettori in proprio utile, onde havendo conosciuta questa attione dannosa et molto scandalosa, convenissimo crearli debitori cadauno della summa da loro dispensata, non essendo né giusto né ragionevole che alcuno voglia ricever maggior utile di che piaccia alla Serenità vostra, ch’egli habbia et che non sia menata partita alcuna, anci sia diversamente scritto nelli publici libri, di che attualmente succede; ricercando ogni dover et honestà che se quello che si va pretendendo et ascondendo sotto nome d’utile, è giusto e tollerabile, fosse scritto et se ne vedesse real et distinto conto et non che ascostamente si ricevesse, habbiamo ordinato che per l’avvenire sia posto a credito publico tutto quello che realmente saranno venduti et che non potendosi vender meno di soldi 22 et mezzo, secondo che fu già statuito del 15 in questo eccelletissimo Senato, come di tutto habbiamo dato riverente conto.
A Cattaro si vende soldi 50 il staro et nel resto della Provincia doi mozenighi alli suditi et soldi 21 alli Morlacchi et altri del paese turchesco.
In 3 luochi della Provincia vi sono saline: a Traù, a Sebenico et a Pago; quelle di Traù sono pochissime et di minima consideratione, essendone 21 cavedini solamente di quelli piccioli, che non rendono entrata considerabile, questi anni passati sono state lavorare per conto publico, ma è riuscita maggiore la spesa dell’entrata, perché si ha speso ... ducati et cavatone ... solamente pure l’anno presente et perché è andata miglior annata et perché si è usata qualche maggior diligenza, si caverà 200 ducati in circa netti di spesa, essendosi fatti più di 1.000 cubbi di sale sin al tempo che fossimo in quella città, con speranza di farne degl’altri.
Questi posti erano distribuiti senza che fossero consignati al gabelotto et con molta confusione, ma si ha ordinato che dalle saline sian portati in magazen, che s’incontrino le tessere del saliner, rasador, cavalier et soprastante, né possino esser dispensati senza mandato del Conte, ma stimaressimo che fosse meglio farli lavorar alla parte, secondo che si fa a Sebenico et nelli altri luochi, perché si cavaria molto più, riuscendo sempre la spesa certa et l’intrada dubiosa et fallace; è vero che quella città, desiderosa in estremo che siano disfatte perché rendono l’aria mal sana et molto cattiva et nelli tempi di està con i gran caldi ricevono molto patimento, seguendone per tal causa grandi infirmità et alle volte mortalità, di che stanno per questa più si possa discontenti, intorno che mi basterà haverli detto questo tanto, aggiongendoli però che disfacendosi le saline, si potria havere dal medesimo luoco l’istessa entrada, essendo attissimo per far horti, che sono grandemente stimati et render molta entrada et commodissima alla città et quando anco si dolesse di qualche cosa il dar sadisfattione ad una principal et fidelissima comunità fu sempre stimato esser grandissimo guadagno del principe, specialmente in cosa concernente il buon stato et la salute di tutti, che deve egualmente esser a cuore alla Serenità vostra, come a loro medesimi, essendosi Ella sempre dimostrata non meno amorevole padre che benignissimo principe dei suoi sudditi.
A Sebenico vi sono molte saline et molto considerabili; un terzo d’esse è della Serenità vostra, il resto di particolari; le pubbliche sono lavorate da diversi alla parte, estratta però prima la decima che è di ragion publica et la portione loro viene ricevuta per conto della Serenità vostra et pagata lire 31 per ogni 100 cubli, misura che per ogn’uno rende mezo staro venetiano et uno quinto, essendo però obligati a pagar la mità della condotta, che si fa delle saline lontane un miglio in circa alla marina. Delle private, che i patroni fanno medesimamente lavorare alla metà, estratta largamente et si compra poi tutto il sale, così delli patroni, come delli salineri il medesimo pretio. Hanno però questo per regaglia tutti quelli che lavorano, che un giorno alla settimana deputato fanno il sale bianco per loro conto, portandolo in piazza et vendendolo come meglio li pare, il che causa che gli huomini attendano alle saline, che per il pagamento de’ sali non lo fariano, ricevendo il loro guadagno molto tenue et debole. Già alcuni anni si solevano fare sin a 60.000 cubli et più di sale all’anno, ma in questi ultimamente passati ne sono stati fatti 5 over 6.000 solamente et il presente anno se ne ha cavato 20.000, il che è riuscito dalla buona stagione di tempi. Questa summa se ben par considerabile rispetto alli altri anni, tuttavia havendo riguardo al passato è molto diminuita, la causa di queste diminutioni sono due principali, per quanto si può saper: l’una che le saline non sono lavorate come si doveria, perché quelli che vi attendono sono applicati ad altre professioni, chi ad uno et chi ad un altro mestiero, ne s’affatticano in questo secondo quando non hanno altro che fare, riuscendole in verità ogni altro essercitio più utile et più fruttuoso di questo et li patroni che ricevono poco beneffitio per la debolezza del pretio, poco si curano; l’altra et stimata principalissima, è che si perde il più bon tempo et il più atto a far sali di tutta la stagione, perché essendo il fondo delle saline molto più basso della superficie del mare, restando l’inverno tutte guaste et ripiene d’acqua, così per l’escrescentie che nascono dalli sirocchi, come per la pioggia che in grand’abbondanza cadono dalli monti vicini che le circondano, non possono seccarsi et accommodarsi se non nelli buoni tempi, quando l’aque di mare callano assai et restano bassissime et all’hora convengono scollarsi per un restrittissimo et picciolissimo canaletto, il quale uscisse et porta picciol parte d’aqua; onde necessariamente scorrono molti giorni et passa molto tempo avanti che le saline restino acconciate et accomodate et per il più non si può continuare a lavorare se non alli 15 di luglio, perché perdutosi tutto il mese di giugno, opportunissimo per far gran parte di sali et maggior di quello possono rendere li altri mesi, non è meraviglia se non si riceve il debito frutto. A questo si potria rimediare, per opinione de’ periti, quando quell’alveo fosse aggrandito, allargato et profondato, perché quando capisse et portasse molta aqua nelli buoni tempi, quello che al presente per l’angustia sua non si può fare in un mese si faria in pochi giorni, per non dir hore et le saline in tempo congruo resteriano asciutte et lavorate, si incominciaria il lavoro in tempo debito, non si perderia l’opportunità del far sali et per consequenza si riceveria notabile augumento; in vero che la spesa saria considerabile, perché nella lunghezza d’un miglio che camina il canaletto, vi sono 50 passa in circa di pietra viva et dura che non si può tagliare se non con il scalpello, nella quale si ricercaria troppa fatica et spesa, ma non si deve per un poco d’incommodo perdere un grande et diuturno bene specialmente in cosa che è tanto necessaria a tutto il suo Stato, né si deve tener conto del danaro, il quale al sicuro saria ottimamente investito, perché l’augmento d’entrata d’un sol anno satisfaria al debito, restando l’avanzo grande et continuo alla Serenità vostra, La quale, mentre pone ogni spirito et industria in questo importantissimo negotio de’ sali, deve stimare tutto quello che si fa esser poco quando s’ommetta alcuna cosa che possa esser fatta di più.
Hora i sali a Sebenico sono consegnati a un gabellotto che li dispensa con un mandato del clarissimo signor Conte sottoscritti dal Camerlengo, la fattura del quale serve per ricevuta del danaro che li capita in mano et si saldano i conti del sale con li mercanti. Quello poi che si vende a minuto da mezzo cublo in giù è dispensato da un altro chiamato gabelloto picciolo che, ricevuti 50 cubli di sale per volta, può per via di mandato del gabellotto grande, lo va dispensando facendo nota et della quantità et del danaro et delle persone particolari che lo ricevono; et si vende a’ Morlacchi in misura più piccola 10 per 100, del quale è fatto debitore il gabellotto per la quantità del sale dispensatovi, come dalli mandati passati si vede, in maniera che questo maneggio, così di ricever come di dispensarlo, viene trattato con molto ordine et diligentia che si tiene un conto molto chiaro, regolato et distinto; sì che per questo si può vedere non vi essere usata fraude o inganno alcuno et se bene per dire sinceramente alle Signorie vostre eccelletissime n’era stato apportato dalla voce del volgo, inanzi che giungessimo in questa città, ritrovarsi molti disordini et commettersi delle iniquità et perciò le applicassimo immediatamente il pensiero usando quella maggior diligentia et industria che in cadauno di noi potesse essere, per il desiderio che tenivimo di ben servire la Serenità vostra et di satisfar compitamente al debito nostro, tuttavia realmente et con testimonio di verità non si ha ritrovata alcuna cosa di male; in maniera che si siano certificati che le parole del volgo non hanno fondamento, che è facile a credere quelle cose et quello che intende tiene per certo et indubitato, che la fama riesce per il più vana et bugiarda et chi facilmente crede al male, facilmente s’inganna, perché la falsità può ben coprire con le sue maledicentie et rilucer la verità in una oscurissima caligine de’ mendaci, ma non già estinguere il suo lume. Non ardisco già di assicurare la Serenità vostra che non possi esser ingannata ma le dico di nuovo et per quanto si ha potuto vedere con ogni isquisita diligentia, non si discopre fraude et che non può esser usata se non fossero uniti il capitano delle saline, il gabellotto, i patroni et i lavoratori nel dar minor debito di sale di quello che attualmente fosse consignato; il che pare molto difficile, perché gli huomini non sono così facili ad accordarsi senza suo utile, inclinando anci la nostra natura alle contentioni et al dissidio; con tutto ciò perché non vi è alcuna cosa che l’iniquità non ardisca di tentare, né precipitio così grande nel quale la cupidità et l’ingordigia non trabocchi, habbiamo ordinato et fatto publicamente proclamare che se alcuno accuserà o scoprirà transgressione o mancamento di che si sia, guadagni la metà del fraudato et sia tenuto secreto, credendo che questo possa tenere ogn’uno in freno, perché chi ha da commetter l’errore non si assicura né può fidarsi di tanti, essendo facilmente publicato quello che a molti è noto et quando bene potesse esser secreto, non può però alcuno prometterselo, onde se bene la prava inclinatione dell’huomo non stima cosa alcuna, el luogo del nostro appettito trascina ogni cosa il tutto, tuttavia il timor, quasi come aqua, lo va indebolendo et molte volte estinguendo.
A Pago in una valle overo circuito di 5 miglia in circa tutte sono saline di 1.500 cavedini, chiamandosi cavedini un luogo lungo 10 passa et 4 largo; tutte sono di particolari, ma non tutte lavorate, trovandosene 320 cavedini destrutti et abandonati sono lavorate alla parte, ma il patrone riceve la portione dalli Salinari et gliela paga quel tanto che viene d’anno in anno estimato dal Conte; essendo poi li 3 quarti di tutti della Serenità vostra, che li paga posti in magazzini senza altra spesa a soldi 6 il staro venetiano, restando libero l’altro quarto al patrone che ne dispone come meglio li pare, potendolo mandare da Albona fino a Brazza, Narenta et altri luoghi commessoli, con mandato però et sottoscrittione del Rettore; s’ha fatto gl’ultimi anni passati 2.500 mozzi di sali, ma l’anno presente 5.768, così per la miglior stagione dell’anno come anco per la diligentia del Conte; et se ne fariano altretanti, come era già solito, quando si rimetessero duoi contrarii, che sono grandemente nocivi a questo negotio; l’uno è il mancamento di persone che lavorano, l’altro il pretio de’ sali limitato d’anno in anno, quale causa che li cavedini si vanno destruggendo et abbandonando et che un huomo che doveria lavorarne otto ovvero 9 solamente, attende per 15 et 16, così non potendo supplire a tutti, né fare quello che si ricercaria, accresceva loro un cavedino, che in stagion comunemente daria 50 sin ad 80 stara di sale, ne rende solamente 25 ovvero 31; il limitar poi il pretio d’anno in anno fa i salineri da poco, negligenti et quanto più si possa trascurati, perché estimandosi li sali a più alto pretio nella sterilità et nel mancamento et a più basso nell’abbondanza et fertilità, non si curano di farne gran quantità, sapendo che l’accrescimento et buona raccolta di sali diminuisse il pretio, anci studiano di farne pochi, sicuri del medesimo guadagno per la penuria; così, fatta quella quantità che gli pare, o lavorano terreni o si applicano ad altro, o pur astretti a star nelle saline consumano il tempo otiosamente et inutilmente; né è meraviglia, perché cadauno che non habbi altro per fine che l’utile, mentre riceve l’istessa mercede lavorando et stando in quiete, affatticando et riposando, si compiace più tosto nel riposo et nella quiete che nel lavorar et nella fatica. A questo credo che il rimedio facile sia far una limitatione conveniente et honesta, non annual o mutabile, ma ferma et perpetua, perché quando ogn’un sia certo dalla poca quantità di sali dover ricever poco utile et molto dalla molta et che la fattica sarà la misura del suo guadagno, non è dubbio che ogn’uno sarà sollecito, più pronto, più diligente et più industrioso et la Serenità vostra accrescerà grandemente la sua entrada in quei luochi; per alcun mancamento di persone la provisione è più difficile, né credo che si possa far altro se non con qualche utile partito tirarsi le gente d’altre parti; alchè conviene che quei signori eccelletissimi ponghino ogni spirito per accomodar questo negotio, per rispetto del quale si può chiamar quell’isola d’oro et 40 ovver 50 huomini basteriano, o pur aggiuteriano assai, accrescendo di certo 2.000 mozzi di sale, che importariano alla Serenità vostra 4.000 ducati; nel resto le cose passano bene et gl’ordini in questo proposito sono osservati.
Non voglio restar di dire in questo proposito nell’isola d’Arbe ritrovate alcune saline antique ma disfatte et distrutte, tra’ quali principalissima è la valle di San Piero, nella quale si potriano facilmente accommodare et cavare grandi quantità di sali; il che si faria anco senza alcuna spesa publica, essendosene offerte persone da bene, commode et ricche, che s’obligariano, quando le fosse concesso quel luogo in perpetuo, ridurle tutte in buon stado alle proprie spese in poco tempo, dando la mettà del sale alla Serenità vostra et col negotio al sicuro si contentariano di darli li 3 quarti, secondo il costume di Pago, delchè merita d’esser grandemente stimato; et se bene il concederli per sempre può parer a qualch’uno portar con se qualche contrario, privandosi in questo modo il publico et suo dominio, tuttavia per la nostra debole opinione, se il dominio consiste nell’uso et nel frutto della cosa crederei che la Serenità vostra veniria più tosto ad acquistarle godendole che a perderle in alcuna maniera.
Doveriano esser venduti doi mozenighi a’ sudditi et lire 3 il staro venetiano alli Morlacchi et Turchi, ma vi è stata et ancora vi è strettezza, anci mancamento così grande che non potendo i poveri averne, né volendo senza sali complire alli loro bisogni et necessità, sono stati astretti di pagarlo un tolero il cublo et tanto più quanto voleva chi n’era patrone. Questo è successo quasi per tutta la Provincia da Zara in poi là, essendosi da Zara in qua passata convenientemente per le saline di Pago, che se bene non hanno fatto quanto dovevano, hanno però supplito al bisogno abbondantemente. A Sebenico si trovava strettezza grande non havendo quelle saline data, si può dire, rendita alcuna, perilchè la Serenità vostra fu astretta a mandarne di qua; né potendosi supplir al bisogno della città et di Morlacchi, l’industria di quei sudditi procurava d’haverne maggior quantità, di che ricercasse il commodo et l’uso loro quotidiano et li rivendevano a quelli del paese turchesco a quel maggior pretio che più gli piaceva, guadagnando l’augmento da un mozenigo a un tollero il cublo et l’avantaggio della misura grande con che lo ricevono i sudditi alla picciola che comprano i forestieri; et si ben dal clarissimo Rettor era usato gran giuditio, non era difficile che la malitia inganasse anco la diligentia, perché non si può così facilmente penetrare nelli particolari chi l’intenda tutte le cose et coprendo loro la transgressione con la compreda di formagli portatili da’ Morlacchi et con altre cause verisimili che facilmente si ritrovano, essendo la cura delle cose di altri difficilissima, ne ricevevano qualche cublo et ogni picciola summa le bastava, perché il guadagno era grossissimo et eccessivo; dal quale si può dire che tutti siano stati allettati ad applicarsi a questo negotio et con tutto che il signor Conte castigasse chi ritrovava in colpa, non era però possibile vincere o superare questo universale et comune inganno di tutta la città.
Nelli altri luoghi di Traù, Spalato, Almissa et Brazza contenute nel partito del Cireneo [?], egli ha usate tante fraudi, quante si possono imaginar, perché non havendo havuto alcun altro fine che il proprio utile et havendo impresso nell’animo non potervi esser mal dove vi fosse guadagno, non ha potuto esser frenato, né dal rispetto della Serenità vostra né dall’obligo del suo partito, né dalla religione christiana, né dalla carità verso i poveri, né dal timor della pena, che non sia trascorso sin all’estremo confin dell’inganni, di che ne dassimo conto particolare alla Serenità vostra et di ordine suo anco il processo sopra di ciò formato, intorno che non intendo dir altro; ma poiché le cose passate non ricevono altro rimedio che l’amenda et la correttion, io credo che sia stata prudente rissolutione l’havere tagliato il partido, perché essendosi conosciuta per l’esperienza, che è il paragone della verità, quanto dannoso sia stato, come dalla Sua prudendentia ritrattarlo, essendo ottimo porto a chi si pentisse il mudar consiglio et stimar che sia integro quello che si può tornar in pristino; et se ben la Serenità vostra non suole romper o tagliar le conventioni fatte con alcuno, era però ragionevole che non si osservasse parole né promesse a chi ha sprezzata la fede data et si sia mostrato indegno che le sia mantenuta cosa alcuna; tanto più che Ella ne restava grandemente ingannata, dandole i sali a minor pretio di che costava al publico, che perciò ne restava incredibilmente danneggiata; et se la legge non admette contratti simili, celebrati tra private persone, ma li danna, li reproba et li taglia, molto maggiormente si doveva fare nell’interesse del Prencipe, l’auttorità del quale si preferisce a quella de’ particolari che da questa ricevono commodo et benefitio singolar, oltre che se questi per il passado si sono portati così, non so quello havessero fatto, nell’avvenire, quando restassero patroni di questo negotio, ben temerei grandemente che questo mal stato, gravissimo et asprissimo a quei sudditi, si faria intollerabile et immenso, quando si havesse visto et inteso dalla Serenità vostra fossi stato sprezzato et negletto. Stimaria però che sii neccessario proveder de sali a tutta la Provincia, affittarli o far partito di luoco in luoco et ad ogni modo accrescer il pretio, perché i sali sono più necessarii in Dalmatia di qualsivoglia cosa, non potendosi senza essi mantenir le sue famiglie et nutrirsi, né vivere; perché mentre non vi sono sali, non vengono Morlacchi, i quali li sogliono somministrar formenti, biave, carni, formaggi et ogni altra cosa necessaria o commoda, in modo che senza di essi le città sono ristrette et quasi assediate, le pescaggioni che nutriscono gran numero di gente impedita et interrotta, gl’animali et loro frutti guasti et consumati et tutto la loro sostanza rovinata; così il diffetto de’ sali distrugge i commertio, queste destrution gli lieva il vitto, il suo mancamento dispiera ogn’uno, che dall’altra parte questa commodità è abondantia alla città, servitio a’ ricchi, nutrimento ai poveri, consolation a tutti et utile al publico; così perché quei huomini sono all’hora più obedenti, più inclinati et più affettuosi al Prencipe, credono che le viene proveduto et arguiscono dalla provision la memoria, dalla memoria l’amor et la carità, che è un strettissimo et saldissimo modo per legar la volontà de’ sudditi indissolubilmente il principe et che li rendono pronti, rissoluti et ardenti nell’essequir i suoi comandamenti, come anco perché con i sali accrescono grandemente i suoi datii per i salumi, formaggi et altro che dalla Provincia viene estratto et a sottovento et altri luochi per compreda di questi è portato.
È necessario vender i sali per conto publico; occorre affittar questo datio a luoco a luoco, per levar gli appalti che non habbino maggior opportunità di usar fraude et maggior occasione doppo che questa riesce, sempre ministri d’ogni mal, seguendo il costume de’ nostri maggiori che li hanno prohibiti, detestati et abborriti, non aspettando manco alle Signorie vostre eccelletissime l’imitation delle lor operationi che l’heredità della sua gloria, acquistata col valor, con la virtù et conservata con la prudentia, se ben la fraude capisce in ogni picciol luogo, il nostro appetito insatiabile abbraccia ogni cosa, vi è però gran difficultà da moderato ad un immenso maneggio, perché non importa quanto sia grande il luoco, ma dove el caschi, ché le cose solide non l’admettono per potente che sia, ma le secche et arride accrescono una picciola scintilla in grande incendio.
Ma quello che grandemente importa alla Signoria vostra et merita grandissima consideratione è il pretio de’ sali, che per nostra opinione è opportuno, utile et necessario che sia accresciuto, che mentre continui con così basso pretio et dalla mercantia ogn’uno possa sperare et ricever grandissimo guadagno, è cosa certa che si continuerà in questi medesimi disordini et ogni rimedio quasi estrinseco non penetrerà all’intimo del mal et tagliando il tronco la radice viva tornerà a pullular et se rimetterà da nuovo; né so quello che se possa sperar da qualsivoglia bon ordine et ottimo diretto, secondo chiaramente si vede che el ben non se può longamente fermar appresso di noi et che il tempo, padre dell’inganno, lo rimette per vivace nel contrafar; di che, sia la legge nel proveder che, se accresciuto il pretio, non vi sia alcuno che da questo traffico possa promettersi utile; levata l’occasione, ogn’un suol apparer buon.
Ma quello che maggiormente rilieva è il benefitio che ne sentirà la Serenità vostra, perché accrescendolo solamente, il Stato venetiano accrescerà l’entrata più di 50 o 60.000 ducati, perché a Liesina si possono ispedir 5.000 mozzi di sale, a Spalato 4.000, in Almissa 3.000, alla Brazza 1.000, Traù 2.000, a Sebenico 2.000, a Zara 7.000, in Arbe 2.000, a Veggia, a Cherso in tutto mozzi 3.000, che a 4 ducati il mozzo importano 116.000 ducati, somma considerevole et degna d’esser grandemente stimata dalla repubblica, aggravata al presente di tante spese che hanno essausto il publico errario et posto ogn’uno in gran cura et sollicitudine per trovar modo di supplir alli ordinari bisogni; perché questo potria servir per fondo et assignatione alla militia di Candia, ordinar compitamente le sue entrade, poner le cose in quiete et assicurar i suoi depositi, ne’ quali doppo il signor Iddio è riposta la speranza della sicurtà, della difesa, della nostra salute nelli più acerbi et callamitosi tempi che possino accascar alla repubblica, perché finalmente il danaro è un nobilissimo et prestantissimo alimento che si converte tutto nel sangue della repubblica, dal qual nascono i spiriti che la mantengono et sostentano in vita; nè Ella può riceverlo senza i datii, se datio si deve chiamar quello che non aggrava ma sollieva, che non toglie ma dona, che non incarisce né diminuisce, che non impedisce ma agiuta il comertio di tutte le cose et che non offende ma è desiderato, che non molesta ma è grato, che non s’odia ma è aspettato dalla povertà et dalla nobiltà, dalla città, dal popolo tutto et tutta la Provincia; nel quale se si trattasse d’introdur questo augmento per un picciolo et insensibil guadagno, si dovria proceder cautamente e più riservatamente, ma ricevendosi un così grande et importante utile si può acconsentir liberamente a qualche novità, se ben che chiamo novità, che già introdotta, accettata et abbracciata, non per né grave né molesta ad alcuno. Sono molti mesi et anni che si paga il sale, non dirò 5 il staro, ma doi talleri et più, così l’hanno pagato i Morlacchi, quei del paese turchesco, i sudditi nostri et quelli che ne hanno voluto considerabile quantità per bisogno de’ suoi traffichi et maneggi; in maniera che questa non può parere deliberatione nuova, né insolita e inaspettata, né può esser occasione di mala satisfatione et discontento, anzi l’opportuna e congrua et che invita la Serenità vostra a questa rissolution, alla prudentia della quale conviene accettarla, abbracciarla et tenersela cara, non potendole avvenir nei tempi presenti alcuna o più desiderabile, o più utile, o più grande per publico benefitio et si deve stimare gratia del signor Iddio che ci appresenti quello che, cercato in altri tempi, o non si ritrova o non si può havere, perché si vuole alle volte con qualche picciola impositione e che poco sollieva il bisogno, sovvenir alla necessità che sia imminente; ché la durezza di chi teme maggior peso no vuol né admetterla né tollerarla, potria desiderar la Serenità vostra in altri tempi d’accrescer la sua entrada in qualche maniera, potria desiderar l’accrescimento di sali, che li accrescimenti non lo comporteriano, che non si potria farlo se non con discontento grande di Turchi, con motto grande de’ sudditi, con sollevationi della città; et pur, al presente, la penuria delli anni passati, mancamento che hanno provato le trangressioni usate da altri, danno commodità tale ch’ogn’uno l’aspetta, lo desidera et chiama, in maniera che il mancamento passato sarà attribuito alla colpa d’altri, l’accrescimento alla malignità de’ tempi et alla provisione, alla prudentia della Serenità vostra, la qual sa molto bene che se l’occasione fugge può esser seguita et cercata, ma per il più non si trova né si giunge, pertanto è molto conveniente, accommodando al conseguir quello che quasi a caso sofferisce, veder con la sua intelligenza cavar dal mal passato questo gran bene. Tanto più che l’accrescimento è ragionevole, perché se tutte le cose son alterate a malefitio publico et se i biscotti per la sua armata son incariti et se le paghe per la militia son accresciute et se la mercede de’ suoi ministri è aggrandita, convien che il tempo, con le sue mutationi, quanto le ha nociuto, tanto le giovi et se alli Morlacchi et Turchi tutte le robbe loro i formenti, le cane et formagli, gl’animali et il resto, le apporta dupplicati guadagni, non parerà grave l’accrescimento che faccia anco il sale, nemeno sarà aspro alli sudditi, perché se sono ricchi non debbono stimare questo interesse et se poveri ne comprano tanto poco che non è considerabile; oltre che alli pescadori che hanno bisogno di molta quantità si potria dar qualche avantaggio, provedendo però in maniera et ponendo tal ordine che né loro potessero usar fraude, né la Serenità vostra restasse danneggiata, il che si potria ottimamente et sicuramente farli con darli l’avantaggio del sale secondo la quantità del pesce salato et datiato da loro, perché sapendosi molto bene quanto sale sia necessario per un migliaro di pesce, se pagassero il datio per un migliaro, per tanto haveriano il benefitio et se per anco minor saria il suo utile, così la Serenità vostra saria sicura dalla malitia; li altri datii haveriano più il dritto di che habbino al presente et i pescatori senteriano conveniente et honesto sollievo, ma in ogni caso, secondo l’oppinioni di tutti, che merita esser stimate, non si dovendo noi tutto sprezzar il consenso et l’approvatione della moltitudine, l’accrescimento non può esser grave, ma che dico grave, sarà stimato avanzo et guadagno, perché dopo la regolatione sua, la pagheranno al sicuro manco assai di che habbino per il passato in tutta la Provincia fatto; così la Serenità vostra consolerà i sudditi, satisferà a’ Turchi, provederà al bisogno de’ suoi popoli, darà commodità alla Provincia, leverà l’occasione delle fraudi et accrescerà la sua entrada.
Et se fosse detto d’accrescerla per questa via esser molto facile, può saper ogn’un se questa vien stimata gravezza, che le gravezze non si possono metter in ogni tempo et la prudentia del principe consiste nel crescer il benefitio publico et la satisfation dei popoli et nel elegger il tempo, il quale se non è accommodato fa riuscir le cose diversamente a che s’aspetta; et se bene è vero che le cose di momento non si debbono risolvere con subito et improvviso consiglio et che le maturamente deliberate riescono sempre in bene et che la troppo celerità fa gustar amaro et acerbo quel frutto che un poco aspettato saria riuscito dolce et soave, tuttavia chiaramente si vede ugualmente ingannarsi chi previene et chi trapassa il tempo. Non di meno questa mia oppositione potria esser cattiva, perché non è dubbio che la forma delle cose alle quali si crede molte volte ne ingannano et il stimar le cose facili può nascer da poca isperienza; tuttavia conviene alla prudentia delle Signorie vostre eccelletissime non lasciar alcun offitio di vigilantissimi et diligentissimi senatori per penetrar all’intimo di questo negotio et perché così ricerca la Repubblica da ogni buon cittadin, in cosa nella quale versa tanto suo commodo et perché nelle cose difficili et per natura impedite, s’ispediscono col consiglio, il qual ritrova il modo, che è l’anima et il condimento di tutte le attion; et perché seben non si trova luce senza ombra, è meglio hanno l’ombra della luce che ritrovarsi nelle tenebre et perciò bastandomi haver raccordato questo alla Serenità vostra, lo lascerò alla prudentia di quelle signorie eccelletissime, che conosceranno molto ben non podersi trovar cosa alcuna nei presenti tempi che più di questa appartenga alla commodità de’ sudditi, che indrizzi della mercantia col abbondantia delle vittuarie all’accrescimento de’ suoi datii, al ben vicinar, alla sodisfatione de’ Turchi, all’accrescimento delle sue entrade, al contento di tutti et che trovato il ben senza goderlo è fattica vana et frustatoria.
Dalle decime del clero si cava tanta poca summa di danaro che si può considerar per nulla; a Curzola non è stata scossa alcuna summa, essendo stata fatta habilità a quell’illustrissimo vescovo; a Spalato son suspese per la pretension di imunità di quel clero; a Sebenico sono essentati dalla Serenità vostra, a Zara pende un processo formato d’ordine publico dalli nostri precessori sopra la tassa rispetto la perdita del territorio d’Arbe, in maniera che habbiamo ricevuto solamene a Traù ducati 408 scossi per l’anno 92 et 93 da quel clarissimo Rettor, con la diligentia et molto valor suo.
La spesa che fa la Serenità vostra in quella Provincia è grande et supera di gran lunga l’entrada, perché la sua angustia et povertà non può supplir alle molte spese ordinarie di fanteria, cavallaria, reggimenti, salariadi, ministri et provisioni et alle estraordinarie di presentar Turchi, conciare fabriche et altre molte cose che occorrono alla giornata, in parte comandate dalla Serenità vostra et in parte dalla necessità. Budua ha di spesa ordinaria 641 ducati di estraordinaria ... che supera ... ducati d’entrada di ... ducati. Cattaro spende ordinariamente ducati 5.031 estraordinariamente ducati ... l’entrada di ... ducati, supplendosi in tutti doi i luochi con la vendita de’ sali mandati da Corfù, come ho di sopra detto.
Budua ducati 641, Curzola ducati 199 i 16, Liesina nulla, Spalato ducati 3.903, Vegia ducati 3019, Cherso ducati 922, Traù ducati 5.932, Sebenico ducati 5.698, Zara ducati 9.926, Pago ducati 790, Arbe ducati 836.
S’aggionge di più tutto il danaro mandato dall’Offitio sopra le Camere per pagamento di cavallaria et altro in bombardieri, che sono ducati 25.232; s’aggionge il pagamento della fanteria che importa ducati 38.304.
Oltra di ciò vi sono le barche di Crovati et Albanesi in numero di 300, che servono contra Uscocchi et si devono comprender nella spesa di Dalmatia, che hanno ducati 4 et il biscotto et doi barche che si tengono alla guardia di Novegradi, che sono 34 et 100 fanti pollizani per guardia della Scala di Spalato, ne’ quali si spende ducati 28.673, in maniera che tutta la spesa che si fa nella Provincia ascende a ... ducati ... et supera l’entrata di ... ducati ... , ma questo è diffetto proprio di quasi tutto il suo Stato da mar, perché confinando con Turchi per tanta lunghezza, ricerca militia et presidii per sicurtà et diffesa sua; onde conviene che si tolleri et sopporti volontieri, ben è vero che si deve procurare con ogni spirito che sia impiegato il danaro nelle cose necessarie, lasciandosi le superflue, perché chi lo getta via mostra di non stimar il Stato, dependendo da questo l’oppinion, la riputation, la dignità, la diffesa, la sicurtà et la conservation d’ogni cosa; et convien tener conto delle spese per picciole che siano, perché molti sassi piccioli fanno un gran monte et molti fiumi piccioli fanno un gran mare. Habbiamo usata ogni maggior diligentia per liberarla da queste, doppo che essi vanno insensibilmente consumando la repubblica, perché la spesa poco considerata aggrava in infinito et l’eccesso nelle superflue causa il mancamento nelle necessarie, non essendo possibile portar mole sì grande et perciò nella dispensa del publico danaro la necessità deve esser la vera misura, senza la qual nasce gran confusion et dalla confusion il precipitio et la rovina. A Budua habbiamo ordinato che morto il pre sopramasser, che ha per merito suo quell’offitio, debba vaccar perché non vi è robba che vagli 10 ducati et di salario di questo è 60 ducati l’anno, potendo esser tenuta cura di quello, poiché le robbe che vi sono da un capo di bombardieri che staria più per altro che mostra che per altro; il medesimo è stato fatto a Curzola, ove sono doi soprastanti, uno all’arsenal et l’altro alla munition, con ... ducati di salario, non vi essendo roba che vaglia cosa alcuna. Solevano i Rettori di Budua andar a Cattaro quando le piaceva, che era frequentemente a publiche spese, introducendo occasioni di publici negoti; gl’habbiamo prohibito parendone che con lettere si possa supplir al publico servitio e se occorresse maggior accidente potrà esser chiamato dal Proveditore di Cattaro, perché li casi estraordinari non possono esser compresi dalla legge, la qual non può dar né il giuditio, né la discrittione, né il modo per essequirla et perciò sono rimessi alla prudentia di cadaun; in alcuni luochi si facevano buone man del publico danaro, si spendevano molti danari in concieri di pallazzi, applicando le condennationi computati li 38.000 della Serenità vostra dove più li piaceva et molte altre spese si facevano a pregiuditio publico, alle quali per brevità non mi estendo, dicendo solamente alla Serenità vostra che tutte le ... contra le leggi fatte et ordini de’ nostri precessori fatte sono state ritrattate et l’altre che erano più rasonevoli sono state prohibite. Stimiamo haver in qualche parte sollevata la sua spesa et se non in tanto in quanto saria desiderabile; tuttavia il ben per piccolo che sia è sempre grande, tanto più che si sono levati gl’abusi che da se stessi pur troppo ogn’hora vanno moltiplicando, in maniera che se non ritrovano cosa che se le opponga et l’impedisca, non potendosi conservar in picciol luogo, trascorrono et trapassano ogni termine et ogni confin.
Nella administration delle camere habbiamo ritrovata gran confusione di scrittura et molti disordini di molti maneggi, non si vederà conto nelle camere, ma si teneva nota a parte. I datieri non erano fatti debitori, non si dava credito alla Serenità vostra, si ponevano i conti et scrivevasi in libro, non regolatamente et secondo i tempi, ma secondo il capriccio del scrivano, preferendo i posteriori alli anteriori, non si riportavano debitori di libro in libro ma restavano scritti in un’estratto, senza che si sapesse in chi pagasse, né chi non, menandosi partita in libro per scossi da diversi debitori; et molti altri inconvenienti si sono trovati, i quali per brevità debbo tralasciar et ommettere. A tutto però si è procurato di proveder quanto più sia stato possibile, havendosi affatticati per dar ordini facili et chiari, perché dalle chiarezze nasce l’intelligentia et chi intende essequisce et la facilità leva l’escusatione alla negligenza; alcune cose di poco momento si sono tralasciate perché non convien tener minutissimo conto di tutto, non s’hanno aggravati di scrittura superflua, ma ci habbiamo contentati del conveniente, perché il bene sta nel modo e questo si ritrova piuttosto nel poco che nel molto, oltre che quel peso che supera le forze nostre o non si può portar o ci fa cadere et è meglio far pochi ordini et essequirli che molti inosservabili, tanto più che dalla moltitudine nasce l’oscurità et l’ommissione o transgressione d’uno apporta con se la intercessione et confusione di tutti, non habbiamo fatto ordini tanto esquisiti et sottili, perché molte cose che piaceno nell’inventione non riesce nell’esecutione, né sono intesi, né si possono pratticar; s’habbiamo accommodato alla capacità de chi serve, tanto più che le cose buone et che non possono giovare, sono state poste dalla natura alla scoperta o poco affondo et pare molte volte che chi profonda troppo ne cava l’aqua torbida; ma non basta haver ordinato, né le provisioni riescono buone con laudarle, ma col essequirle; et pur pare che l’ordinario del governo porti con sé che poco s’attende l’osservanza della cose statuite o ritrovate da altri et che per il più si sprezzino, o s’impognino, o si oscurino con detrimento del publico servitio, il quale ricercheria più tosto che se fossero buone, restassero accettate et tenute care et se imperfette, con la diligentia et industria si supplisce a quel mancamento che il tempo l’aumento et la condutione della cosa medesima portasse con sé. Hora quello habbi a succedere è dubbioso, perché l’ignorantia de’ scrivani è grandissima, buona parte de’ quali è incapace del ben; dal che nasce, perché quasi tutte le scrivanie sono state apprese per gratia da donne, pupilli et altre persone miserabili, le quali dovendo viver et mantenersi sopra quelli offiti, per se stessi tenui et deboli, sustituiscono non chi meglio può essercitare il carico, ma chi con maggior avantaggio vuol servire, in maniera che sono amministrati da persone senza perizia o intelligentia alcuna, che non sapendo a chi altro appendersi, vanno brancolando per dir così ogni occasione, che le servi per trattenimento. Desideravimo proveder a questo inconveniente, ma se si ha da ritrovar persone atte et sufficienti, bisogna assignarli tutta la provisione et d’avantaggio, che e levar l’offitio a chi l’ha ottenuto con l’auttorità del Gran consiglio, oltre che non si ritrova in modo alcuno persone da ben et prattiche che vogliono lasciar casa sua et questa città per confinarsi in un luoco a sei over 8 ducati al mese, se non i ruoli di quelli del paese che per parentelle, dipendenze et altri infiniti et importanti rispetti riescono dannosi per il publico servitio; il che stimarò più opportuno rimedio il comandar che le scrivanie non possono esser in modo alcuno apprese per gratia, né concesse a chi personalmente et attualmente non può essercitare, altrimente la Serenità vostra sarà mal servita, i conti suoi mal tenuti et accrescerà la confusione et l’otiosità, nella quale facilmente s’asconde la malitia; tuttavia, se da chi havrà la cura sarà usata la diligentia, si potrano in qualche parte adestrare et accomodare, perché l’autorità di chi comanda et l’essecutione di chi soprasta eccita in ogn’un la volontà per imitar et è validissimo mezzo per farsi obedir, né l’oppra nostra infruttuosa.
Hora per consolatione de’ sudditi s’ha usato ogni spirito et saper nell’esseguir l’intentione begnigna et pia delle Signorie vostre eccelletissime, procurando di sollevar gli oppressi, consolar gli afflitti, d’aiutar i poveri et di suffragar i miserabili in ogni possibil maniera, sapendo questa essere intentione della Serenità vostra, obligo nostro, inclination della natura et commandamento del signor Iddio, stimando di far ottimamente il suo servitio, perché non vi è cosa alcuna che maggiormente leghi in legame che più stringa l’animo et la volontà de’ sudditi che il veder la bontà, la pietà, la religion del principe et la sua giustitia, senza la qual in cadaun Stato, quasi in mondo senza sol, non possono nascer altro che nebie, nembi et tempeste, i dolcissimi et suavissimi frutti della quale sono la quiete, la comodità et la sicurtà che da lei ogn’un riceve, cose tutte che accrescono nei sudditi la fede, l’obedientia et l’affetto, in maniera che non pensano ad altro che a servire, stimando la graveza lieve, l’asprezza piacevole, l’amarezza dolce, l’accerbità soave et la fattica facile, cara e gioconda; ma prima d’ogn’altra cosa è degno dell’intelligentia Sua con poche parole quanti siano i suoi sudditi in tutta la Provincia, la qualità et lor dispositione.
Budua dunque ha 900 anime
Cattaro 4.475; Almissa 1.066; Nona 1.300
Curzola 2.164; Traù 6.861; Pago 1.066
Liesina 6.426; Sebenico 10.320; Arbe 1.047
Spalato 4.822; Zara 14.117; Veggia 5.500
Brazza 3.841; Novegradi 316; Cherso 4.500, che sono in tutta la Provincia anime numero 64.961, il quarto di quali per la descrittione è buona da fattione; di questi pochi sono nobili, i quali vanno anco maggiormente diminuendosi, perché stimando in estremo la loro nobiltà, né volendo accettare alcuno nei loro consegli, estinguendosi qualche famiglia, secondo che comporta la natura di tutte le cose, che nascono, crescono et mancano, si vanno consumando et destruzzendo; il che, se bene è veduto et conosciuto, non può quella alterezza inchinarsi ad accettar per suoi uguali quelli a’ quali vogliono suprastar, pensando anzi tanto dever esser rispettata la nobiltà, quanto più sarà ristretta in pochi. Tutto il resto è di marinai, pescadori et contadini, essendo pochissimi gl’artesani; sono tutti poveri et miserabili, non si ritrovando più che due o tre teste per città che possino commodamente vivere et mantenersi con sue entrade. Alcuni più commodi attendono a trafficare et navigar, cavando da quel poco cavedale che hanno qualche guadagno, accompagnato però da gran fattica et molto pericolo. Gran parte attende alla pescaggione, la qual nutrisce in quella Provincia più di 4.000 persone con tutte le loro famiglia; è vero che da pochi anni in qua questo essercitio è grandemente sminuito, essendo quasi mancata la pesca delle sardelle, che rendeva alla Dalmatia più di 200.000 ducati l’anno, dal che la Serenità vostra patisce nei suoi datii et i poveri nel suo vito et molto più Liesina che per questa causa principal si va dishabitanto et distruggendo.
È tutta bella gente, di gran statture, di complessione robusta, atta alle fattiche, veloce et brava et buona ad ogni fattione; et quanto più son poveri, tanto manco stimano l’incomodo, perché la fattica l’è insolita, il luoco non li par aspro, né l’inimico terribile, stimando manco la morte chi manco conosce le delitie; tuttavia sono per natura voracissimi et dati grandemente al vino, in modo che senza gran preparamento di vittuarie non si può sperar servitio di momento, non potendo né volendo sopportar mancamento alcuno. Quelli delli scogli in numero di ... riescono attivamente alla galea et hanno prestato nei tempi passati gran servitù alla Serenità vostra, con gran laude della Provincia; et sebene il presente anno quelle galere per la maggior parte sono riuscite infruttuosissime, di molta spesa al publico, di gravissimo interesse a’ privati et di poca riputatione, il tutto però è causato da alcuno delli sopracomiti, li quali non hanno stimata questa occasione di ben servire, ma comodità di arrichire, abusando la gratia della Serenità vostra e non essendo però maraviglia, perché rare volte il publico servitio può stare col privato guadagno.
Sono fidelissimi alla Serenità vostra et specialmente il popolo tutto unito minuto et portano scolpito nel cuore il nome Suo et la publica insegna, ma riescono in molte occasioni disobedienti, specialmente quando si tratta della galea, il nome della quale è odiato et abborrito in estremo; et hanno li clarissimi Rettori l’anno passato usato gran fattica, essendosene anco molti absentati et fuggiti.
A Curzola solevano esser molti marangoni, per la commodità di grandissimi et abbondantissimi boschi che in quell’isola si ritrovano, ma al presente sono grandemente diminuiti et vanno ogn’hora mancando, in modo che si dubita fra poco tempo doversi tutti estinguere, perché dalla passata guerra, che ne vennero nell’Arsenal 180, sono solamente ridotti al numero di 47 solamente, le cause come possono essere molte, così la principalissima, certa et più real, è la distruttione delli boschi fatta da’ pastori con incendii et abbrucciamenti, i quali però non tengono conto di arder 50 et 60 miglia di bosco per poter più commodamente pascolar 4 animali; in maniera che, mancando i boschi vicini alla marina et commodi alla condutta, non potendosi portar i legnami fra terra et da lontano, se non con eccessiva spesa et levata alla maestranza la facilità et la commodità di lavorare, onde è abbandonato il mestiero, parte di quelli huomini dell’isola passando a Ragusi o sottovento et altrove, di che la povera maestranza che vede e conosce la sua rovina grandemente si duole et l’afflige, perché le provisioni e severe constitutioni di pene della Serenità vostra fatte non giovano, essendo impossibile ritrovare l’auttori delli incendii; il che inteso da noi, per non lasciar alcuna cosa intentata che potesse por freno a così gran temerità, habbiamo statuito che alcun non possa pascolar né seminar neli boschi che saranno abbrucciati sotta qualsivoglia pretesto, dovendo chi contrafarà esser stimato l’incendiario et come tal punito et castigato conforme alle leggi della Serenità vostra; et stimiamo che questo possa giovare, perché essendo gl’huomini spinti a questa detestanda operation dalla cupidità et dalla speranza del proprio utile, quando questa le sia del tutto levata et restino certi di non poter dall’incendio in alcun tempo ricever pur minimo commodo, si conteneranno nei termini convenuto, non vi essendo alcuno che senza qualche frutto si compiaccia di operar malamente. Se così succederà, quei sudditi resteranno consolati, quell’arti conservate et la Serenità vostra beneficiata, così per questo come anco perché con la manutentione di quei boschi Ella potrà ad ogni suo beneplacito cavar notabile quantità di pegole et che ascenderia intorno alli 200 mozza al mese, quando fosse accresciuto, se ben insensibilmente, il loro pretio, che al presente è di 10 mozza il miar, in modo che s’assicureria di poter nelli suoi bisogni ricever le cose fondamentali per la sua armata, che al presente s’aspettano da pese alieno et inimico.
Ma per non m’allontanare dal termine prefisso, per consolatione delli sudditi della Serenità vostra habbiamo formate inquisitioni contra Rettori decise, come civili ascoltati, banditi per absenti, suffragati i poveri et accommodate quelle differenze che private o publiche si ritrovano nella città, acciò ogn’uno intendesse esser grandemente a cuore della Serenità vostra il governo dei suoi popoli, l’amministration della giustitia, la commodità, la quiete, la loro sicurtà.
Nelle inquisitioni habbiamo in ogni luoco per il più sentito molte laudi et comendationi, essendo et in publico et in privato reso esemplo testimonio della buona integrità, prudenza et clemenza di suoi rappresentanti et di pochissimi o si ha sentita lamentatione, o si ha trovata prova degna di consideratione, di che Ella ne deve restare grandemente consolata, perché nel governo sono retti con giuditio et con amor, sono ben trattati delle cose necessarie al viver, essendoli procurata con estrema diligentia ogni maggior provisione di biave, cavandoli et da Turchia et per la maggior parte di sottovento, poiché sanno le Signorie vostre eccelletissime tutta la Provincia esserne cosi scarsa, non rende frutto per 4 mesi del’anno; intorno che le dirò che se bene questo mancamento nasce dall’angustia dei territorii et dall’asprezza del sito, proviene anco in qualche parte dalla negligentia et impotentia delli habitanti, perché in diversi luochi molte campagne belle et grandi, che renderiano notabile quantità di biave et specialmente a Sebenico et a Nona, territorio si può dir di Zara, restano inculte et il resto che si lavora per la speranza di maggior utile si mette a’ vignali, aggiungendo in questo proposito ritrovarsi sotto Cattaro la campagna di Zuppia posta in un ampla et grande pianura, che per la quantità delle pioggie che dalli monti vicini scendono, resta per la maggior parte inondata et abbandonata, la qual se fosse aiutata con un particolar cavamento già dissegnato et in parte dalla nostra, se imperfettamente cominciato, che portasse le aque al mare vicinissimo, riusciria tutta fruttuosa et fertilissima et suppliria il bisogno delle città per tutto l’anno; ma li patroni delli terreni che non si trovano commodità non si possono impiegare, con tutto che per questo sono restati informati l’opera non assendaria sei overo 700 ducati di spesa, per il che stimarei opera degna della Sua prudentia et benignità considerar [...] rappresentati, potendo col semplice imprestido del danaro et col presto rimborso apportar grandissima consolatione a quei cittadini, proveder per sempre al bisogno di quella importante fortezza, liberar sé stessa dalle continue instanze et molestie et assicurar quel luoco posto alle fauci del inimico, che può difficilmente ricever altrimenti il sostegno et l’aiuto della sua gratia.
Altre maggior commodità non possono ricevere che mercantare liberamente per ogni luoco, intorno che gl’isolani si lamentano di quelli in terraferma, che molte volte gl’impediscono la libera estratione di molte cose, ma quelli intendono di voler proveder più tosto alli luoghi commessi alla lor cura et governo che ad altri et tanto più che l’avaritia et l’ingordigia di mercanti esser insatiabile né attende ad altro che a spogliar le città d’ogni commodità.
Gran benefitio riceve la città di Spalato dalla Scalla già introdotta et molti di quei cittadini incominciano ad arricchire, così con l’industria accrescono le facoltà, come perché populandosi maggiormente la città incariscono le loro entrade, ma perché questa è grandemente a cuore alla Serenità vostra in quel luoco esser così ben introdotto il negotio, che poco se li possa aggiongere, essendo state condotte questo anno dal primo giorno di maggio sin alli ... 8.258 balle di robbe grosse et sottili, come sono cordovani, lane, cere, sede, spiciarie et altre assai; ma tre cose, serenissimo prencipe, sono necessarissime per conservatione et augmento, sono fabrica, sale et passaggio.
Fabrica, perciò che il lazaretto, nel qual si sborano le mercantie, è così picciolo et ristretto che non può bastare ad una minima parte delle molte robbe che concorrono; et però nella venuta della caravana nasce molta confusione et seguono infiniti disordini, con strepito de’ Turchi, con rumori et risse tra di loro, con discontento di tutti; et quello che maggiormente importa, le robbe sono malamente sborate, in maniera che con ogni picciolo accidente di mal contagioso quella città è posta in evidentissimo pericolo di restare in doi giorni infettata.
Sali, perché non ritrovandosi i conduttori delle mercantie et dovendo ritornar con i loro cavalli indietro vuoti, ricercano doppia mercede et vogliono esser pagati per dui viaggi, con grandissimo interesse di mercanti, oltre che molti non vogliono in modo alcuno venirci, onde li mercanti sono astretti per diffetto dell’ ... et per accrescimento del pagamento vogliersi a Ragusi, ove di continuo ritrovano sali.
Passaggio, non vi essendo alcun mancamento che possa più impedire la riuscita di quella Scala, perché non pottendo una sola galea supplire alla condutta di tutte le robbe, convengono i patroni et mercanti Turchi aspettar tre et quatro mesi prima che possino caricar le loro mercantie; il che riesce di grandissima sua molestia, d’interesse alle robbe, di travaglio ali Rettori et di pericolo alla Serenità vostra, perché non potendo tante volte tollerar tanta dilatione, nascendo da così longa aspettatione l’impatienza, vogliono ad ogni modo caricar fregate, le quali, frequentemente prese et bottinate da Uscochi, levano la riputatione alla Scala, pongono in disperatione i patroni et possono intricar i publici negotii a Constantinopoli in un inestricabile laberinto, vanie et di confusione; per tanto sarà necessario ch’Ella a poco tempo dispona ad ogni modo il passaggio di due galee, perché conducendo la galia 1.000 balle solamente, satisfacendo al bisogno presente et accrescendo la commodità con singolar beneficio delle cose sue.
Nelli cause civili habbiamo sollevato molte povere et miserabili persone che per impotentia restavano oppresse et hanno con questa commodità recuperato quello che indebitamente li veniva tolto, onde tutta la Provincia ha goduto il frutto della gratia et della publica benignità. Era solito di farsi instrumenti con clausule tali che potesseno esser sententiati presenti et absenti, la parte citata et non citata, in maniera che se alcuno dissegnava sopra qualche luoghetto o vignoletta di qualche pover huomo, col darli qualsivoglia sorta di rason, dalla povertà et dalla necessità allegramente in ogni maniera accettata, ne faceva molto facile acquisto, perché scorso il tempo era subito sententiato il scritto, intromesso, venduto et apreso il ben, senza pur minima notitia del patrone che, inhabile per appellarsi in questa città, restava miseramente et dolorosamente privo del sovegno, del nutrimento et del suo infelice vitto; perilche conosciuta da noi questa esser una velenosa radice, che di continuo produceva l’oppressione et la rovina alli infelici, l’habbiamo spiantata, tagliandone molti per il passato fatti et prohibendo che per l’avenir queste clausole non siano in modo alcuno permissibili, né tollerabili et crediamo haver levata una gran commodità all’iniquità.
Sono stati suffragati molti banditi absenti a tempo; il medesimo era stato fatto di quelli che erano stati proclamati et ispediti contra gl’ordini di nostri clarissimi precessori, conforme alla commossione nostra neli banditi diffinitivamente et senza disordine; non havendo havuta risposta dalla Serenità vostra, non s’habbiamo impedito, tutto che stimassimo grande servitio suo, havendo potuto fare, poiché alcuni delli Rettori sono tanto facili di bandire anco diffinitivamente, che per qualsivoglia causa, se ben minima, lo fanno, spogliando il teritorio di sudditi et accrescendo il numero de’ ladri et publici inimici, ma la prudentia delle Signorie vostre eccelletissime è la vera regola d’ogni buon governo. Ne convenimo dirle quanto tanta facilità nel bandire et l’impossibilità d’agiutarsi per nostro giudicio metter in confusione la Provincia, astringer i sudditi a fuggir a Segna o in Turchia et disperati farle precipitar in ogni maggior latrocinio et sceleratione.
Non havemo mancato d’introdur anco, con ogni nostro potere et spirito, la quiete et unione in ogni luoco; ritrovassimo i Pastrovicchi in acerbissime contese con Buduani, li quali mostrando tra di loro un mortal odio, era pericolosissimo che producessero inconveniente di gran momento. Queste era nate dalla morte d’un Pastrovicchio seguita a Budua, per vendetta del quale erano stati quei a bandiere spiegate sotto quel luogo per tagliarle et spiantarle le vigne, il che se bene non era successo, hanno però accresciuto in estremo il rancor nell’una et l’altra parte; ma havendo visitato i Pastrovicchi con la desterità maggiore che potessimo et con l’auttorità, la quale alle volte è grandemente necessaria per frenar quella quasi barbara gente et conservarli nell’obedientia et fideltà della Serenità vostra, li accomodassimo insieme, facendo far la pace con la satisfattione delle parti, secondo i loro costumi, dandole a conoscer quanto fosse stata grande la loro transgressione, repugnante alla ragione, alla giustitia, alla natura che le private offese, quali dalla publica auttorità solevano essere con severità emendate fossero fatte publiche et vendicate contra gl’inocenti et quanto dispiacessero alla Serenità vostra simili attioni contra gl’ordini, contra decreti et contra le sue prohibitioni, le quali parendomi che si ben rigorose potessero esser difficilmente essequite, poiché i privati sono da tutti loro diffesi, aggiutati et spallegiati, habbiamo aggionto che, se per l’avenire ardiranno di tentar simili attioni, sia il loro sboro o comunità sottoposta alla pena pecuniaria statuita contra i trasgressori, dovendo lei reintegrarsi contra i privati Pastrovicchi, perché sapendo i privati contra di loro sarà rigorosamente ritolta la pena, se conteniranno in offitio et la comunità, perché non le sia trattenuta per questo conto la provicione delli cechini 300 che riscotte a Cattaro, non favorirà né protteggerà alcuno et sarà impedito che per tali occasione non segua un fatto d’arme tra di loro, come era necessario che venisse, per le continue querelle che hanno insieme et per la fiera et indomita loro natura.
A Spalato ritrovassimo molte contese tra nobili et populari di quella città, nella quale pare ... proprie di entro la Provincia, nelli altri luochi quasi del tutto sopite, siano più che mai ardenti. Erano in disparer sopra il modo di far la guardia alla città, sopra la custodia della piazza, sopra l’auttorità delli procuratori del popolo et altre molte pretensioni, che mai finiranno; ma habbiamo commesso, conforme a molte deliberationi delle Signorie vostre eccelletissime, che sia osservata la nativa consuetudine, essendo le novità sempre scandalose et pericolose, onde sono rimasi quasi quieti; ma dove il superior vuol altrimente commandar et l’inferior non cede, è difficile trovar durabile accomodamento, specialmente essendovi alcuni che per la commodità et le ricchezze pretende ugualità con gl’altri, si sono fatti quasi capi del popolo, da quali dipende sempre tutta la moltitudine, che per sua natura, quasi mare tranquillo et placido, facilmente di conturba, s’inalza et furiosamente viene agitato dalla voce, dalle persuasioni et dalle violenze d’altri che assuefatti ad humilmente obedir, vogliono superbamente dominar; così il male, da loro stimato grave per l’impacienza del sopportarlo, maggiormente essaspera il suo fervor et col perpetuo moto imprimono in sé medemi quel odio che, se ben strettissimo, facilmente si rilassaria.
Al presente rispetto a’ Turchi si vive sicuramente et con molta quiete in ogni luoco, ma principalmente a Cattaro, ove trattano insieme con tanta confidentia che fra i medesimi sudditi saria desiderabile, essendo permesso in ogni tempi non solamente agl’huomini ma alle donne et putti soli caminare, passar, trattar in paese turchesco senza che segua pur minimo inconveniente; ma come che questo a quelli confini nasce dal timor ch’hanno di perastani, i quali con grand’ardor et valor s’adoperano in ogni occasione, così nelli altri luochi della Provincia è causato dai accidenti de’ presenti tempi, essendo Turchi in quel maggior spavento che possa avenirli et per i prosperi successi di decimi, che dalla fama sono anco in gran mancamento accresciuto et pur con gran pericolo che stimano haver imminente da tutte le parti, conoscendo niuna cosa esser tanto grande che non possa perire, nascendo molte volte dalla sua medesima grandezza la causa della sua morte et dubitando che le cose sue salite in alto quanto possono, stiano continuamente per cadere et quanto maggior è la grandezza, tanto più rovinoso sia il precipitio et che tra la somma et infima fortuna non vi sia troppo gran distantia, per questo trattiamo con quella maggior modestia che sia possibile con la loro natura, che nelle prosperità è arrogante, veniria insolente et insopportabile, riesce timida, civile et servile. Ma dalli Uscocchi tuttavia quella Provincia è incredibilmente travagliata et molestata, in maniera che quei sudditi restano discontentissimi; sono li Uscocchi di doi sorti, alcuni nativi di Segna, Crovatiesi et Morlacchi di paese turchesco, Dalmatini banditi, galiotti falliti et sudditi mal contenti della Serenità vostra, quelli per natura inclinati a robbare et assassinare, questi cavati dalli scintini di tutto il Suo stato, forma un misto di sceleratezze; et pare che Signani eschino solamente per depredar Turchi et passandoci barche per il canale della Murlacca, per lo stretto di Novegradi sparchino in paese turchesco, il quale danneggiato et bottinato, traghettino poi la preda verso casa, né togliono alli sudditi della Serenità vostra cosa alcuna, se non per uso et vito loro li bisogna, pane, vino et cose simili, che il più delle volte gli viene pagata. Ma questi altri ladri reali [?] tengono in perpetua afflittione et apprensione la povera gente, poiché rubbano gl’animali, togliono l’entrate, predano le case, spogliano et assassinano ogn’uno senza rispetto o distintione alcuna, bisognando a tutti tollerar questi et maggior mali per salvarse le case dagl’incendii, le vigne dai guasti et la vita dalla loro crudeltà, cose dure per sé stesse, se le faria amarissime et acerbissime, perché le vedano iremediabili. Il numero è di 900 in 1.000, stanno quelli a Segna, ma questi in diverse compagnie di 40 in 50 si fermano in molti luochi et alla Brazza particolarmente, la quale è il suo nido et ridotto perpetuo et si può chiamar quasi nuova Segna, perché non solo vi habitano, ma vi portano tutte le prede, le dividono, vi conducono prigionieri, vi danno taglia et li trattengono in certe grotte sinché si riscuotino; il che succiede per la vicinanza che ha questa con l’isola di Lesina et con la terra ferma di dove portano comodamente il bottino et siccuramente si ritirano quando sono fuggiti dal Capitano contra uscocchi, il quale non può mai andarvi, che non sia alla discoperta lontana discoperto et veduto et scoperto; solevano esser in numero di 500 già alcuni anni, ma da poco in qua è accresciuto grandemente, perché non potendo i sudditi turcheschi tollerar la barbarie, la tirannide et la loro crudeltà, fuggono et si uniscono con questi et perché li Rettori, per lievi causi bandendo diffinitivamente, li constringono a farsi Uscocchi et perché anco la dolcezza di questa vita tira a sé molti et la natura di cattivi inclina sempre al peggio; così si è aggrandito il numero di quei ladri et accresciuta l’insolenza loro, né questa scelerata peste si contien in picciolo luogo, ma come attrocissimo veleno sporge la sua forza et penetra per tutto il corpo della Provincia e si può dire al corpo della repubblica, perché opprime i poveri, vessa i mercanti, interrompe il negotio, distrugge la navigatione, sturba la quiete, eccita Turchi et può venir un inestinguibile incendio.
Tiene la Serenità vostra continue guardie di galie et barch’armate et dal clarissimo Contra uscocchi viene usata ogni maggiore diligentia, ma pare che non si possa metter freno in tanta temerità, perché la strettezza di siti, l’angustia dei luoghi, l’asprezza de’ tempi et la prattica del paese, che serve per comodità troppo grande a loro, sono insuperabili impedimenti alli publici rappresentanti; s’aggionge l’intelligentia che hanno in ogni tempo per tutti i luoghi et con cadauna persona, il che nasce in molti per le parentelle et per la congiuntione di sangue che è tra di loro, potendosi quasi dire non esservi alcun suddito che non habbi o fratello o figliolo o germano uscoccho et in altri dal timor che hanno di loro, usando ogni maggior termine di crudeltà contra i beni, nel sangue et nella vita; di che in alcuna maniera se li scuopre contrarie, in modo che è molto maggiore il timore che tutti hanno de Uscocchi, che la paura di qualsivoglia severa et rigorosa sententia che possa esser fatta dalla giustitia; et quello che importa più, molti dal beneffitio et dal’utile che ricevono col partecipare la preda, talché riuscendo l’iniquità giovevole non v’è cosa alcuna che le impedisce, così loro sono accetati, ascosi et fomentati, i nostri fuggiti, spiati et ingannati et non alli suoi ministri è levata l’occasione di danneggiarli et di far qualche notabile fattione, la quale se alle volte nasce, non si può così facilmente abbracciare, bisognando che vadino circospetti per conservatione della sua gente et per manutention della dignità et della publica auttorità, convenendo alle volte quando la necessità constringe al male, inclinar più tosto alla cautione che al pericolo, perché questa per il più s’accompagna dalla sicurtà, che l’imprudenza medesima precipita tutte le cose, tanto più che le nostre attioni sono dalla maggior parte giudicate secondo il successo et difficilmente si stima buon conseglio quello che malamente riesce, se ben gl’eventi sono molto varii et incerti et molte volte anco dominano alla prudentia et questo maggiormente perché nelli maggiori pericoli la disperatione le accresce l’audatia et senza speranza il furor prende l’armi et abbraccia ogni più precipitoso partito, perché gravissimi sono i morti d’una irritata necessità et la resistenza contra la forza in ogni possibile maniera è stata insegnata dalla rason ai savii, dal costume alla gente, dalla necessità ai barbari et dalla natura alle fiere. Né debbo con questa occasione restar di dirLe riverentemente che tenendo Ella 300 soldati nelle barche armate, 150 Albanesi et altretanti Crovati, quelli del paese portano poco servitio alla Serenità vostra et per la parentella che hanno con Uscocchi et perché si temono che li loro beni li siano vastati et distrutti et perché facilmente tengono intelligentia con loro, oltre che sono facili alla sollevatione et difficili all’obedientia et tutto che non possino haver migliori ordini o legge che l’essecutioni del capitano et che questo doveria haver gran forza per eccitarli al debito che hanno et contenerli in officio; nondimeno per natura ricevono il comando aspramente et impatientemente, per il che saria di maggior sodisfattione a chi governa, di più sicurtà alle guardie et di grandissimo beneffitio al publico, che in luoco di Crovati fossero tutti Albanesi et quando anco assolutamente restassero cassi non saria male, perché al sicuro da questa gente non si può in qual si voglia occasione haver servitio alcuno contra Uscocchi; ma la spesa è gittata, il denaro consumato infruttuosamente, se bene questa militia è costosissima, doppo che col biscotto hanno più di sei ducati al mese senza le spese di remi, tendi, concieri di barche et altro, che ascende tutto a somma considerabile; né credino le Signorie vostre eccelletissime che questo fosse un lasciar libera la strada ad Uscocchi, perché di nuovo le assicuro che con questa militia trovano la commodità di transitare, di predare et di fare tutto quello che più gli piace et che questo male che nascente non è stato oppresso, è fatto hormai così possente gagliardo et possente et è andato tanto serpendo, che non admette altro che l’estremo et disperato rimedio. Mi dispiace et mi duole parlar così, ma conviene al debito nostro rappresentarLe la verità, perché se bene i diffetti che non ricevono emenda si devono ascondere più tosto che palesare, tuttavia i gravi mali non si posson tenere occulti et secreti et molto manco quello che, pur troppo publico et notorio, in cospetto di tutti si manifesta. È vero che più volentieri raccorderia alla Serenità vostra qualche provisione, perché par che il tastar la ferita senza applicarle rimedio è farla più aspra et dolorosa, ma se tutto quello che si può fare è stato tentato et le provisioni di 60 anni continui non sono riuscite et se la prudentia di questo eccellentissimo Senato con continue deliberationi non ha giovato, debbo ardir in cosa alcuna et sperar che il mal conosciuto irremediabile dai peritissimi dell’arte sia dalla poca mia esperienza aggiutate; tuttavia per non mancare in cosa alcuna dirò che il metterli adosso una grossa et considerabile taglia potria forse in qualche parte giovare et apportar qualche bene, perché quando chi portasse una testa guadagnasse 100 taleri et attualmente li ricevesse, essendo questa gente persona avidissima et inclinatissima al guadagno, saria facil cosa che molti trati da questo utile si risolvessero d’ammazarne alcuni et che stimassero più l’utile certo che il pericolo, oltreché si poneria gran diffidentia tra di loro, che facilmente diminuisce et distrugge ogni compagnia; onde introducendosi il sospetto et la cautione propria si leveria la confidentia che al presente hanno et la sicurtà, senza la quale non è possibile che si mantenghino; et se alcuno incominciasse, l’esempio et l’introduttione poneria quel fren che qual’altra provisione non può fare. È vero che la cosa potria riuscir fallace, ma l’esperienza delle cose passate ne persuade il medesimo, perché havendo il clarissimo Contra uscocchi, alli mesi passati, promesso 100 talleri a chi li portasse la testa d’un pericoloso et famoso ladro, in pochi giorni l’hebbe et perciò in dubbio si può creder quello che ha giovato poter da nuovo esser utile, essendo sempre riuscita la speranza del gran guadagno validissimo instrumento per condur gl’huomini a qualsivoglia operatione; et se bene al presente vi è la taglia, la somma è troppo debole et pare che la natura nostra ingorda non stimi il poco et si lasci dal troppo strascinare in ogni luoco et che la debolezza della nostra vista non vede il poco et dal molto resti abbagliata et offuscata; così con questo quasi argine si potria forse impedir che questa insolenza non trascorresse per tutto così liberamente; et se non diminuisce, quando tratteneria almeno che non si facesse maggior, altrimente quel humor che ha prodotto questa velenosa pianta, conservandosi et nutrendola abbondantemente, la farà accescer in immenso; et se la somma delli 100 ducati paresse grande, si deve pensare che ogni danaro sia ben impiegato et 4 over 5.000 ducati sariano nulla quando seguisse la morte di 50 over 60 ladri, spendendosene al presente più di 25.000 senza frutto alcuno; in modo che si diminuiria il loro numero, ma il distruggerli in tutto, come è stimato impossibile, nutrendosi sempre nei confini di diversi Stati gran quantità di scelerati, così vien creduto da’ molti che fosse dannoso et pericoloso, perché levato a’ Turchi et Morlacchi il timor di Uscocchi, che allontana quanto più si può dalle marine et li fanno abbandonare i loro terreni, fariano tante incursioni nel paese della Serenità vostra, infestando et perturbando in maniera tutti i confini, che restariano per necessità derelitti et incolti, che al presente si godono quietamente, si possedono intieramente et si mantengono soprabondantemente, oltre che in tempi di guerra, servendosi di questi che tutti vengono al suo soldo, Ella ha la più gagliarda et forte mano et la più spaventosa a’ Turchi che a quei confini si possa o havere o desiderare.
Ma son hormai troppo tedioso con questa fastidiosa longhezza, se bene che si può far, ogn’un lauda la brevità et giudica non esser alcuna più accommodata di questa; tuttavia, quando havemo a parlar non troviamo così facilmente il modo, ma desiderando di dir quel che sovien, aggiongendo a poco a poco diventemo molesti; m’escusino per tanto le Signorie vostre eccelletissime, perché le cose di momento non si possono facilmente trattar, né brevemente esplicar et è quasi imposibil contener il concetto dell’animo suo.
Havemo havuto per nostro secretario messer Filippo di Garzoni, estraordinario di cancelleria, persona modesta, discreta, intelligente et valorosa et quello che grandemente importa, di bontà et d’ottimi costumi; fu satisfatto al mio carico, né havendo havuto altro maggior desiderio che ben servire la Serenità vostra, perché se ben per i patimenti del viaggio grandemente si ammalò a Zara, ove restò in evidente pericolo della vita et quasi disperato da’ medici; tuttavia, levatosi di letto ancora convalescente, venne a ritrovarne in Arbe, stimando più la continuatione della sua servitù che l’interesse della propria persona, per il che non è manco degno della Sua gratia, di che sia atto per ben servirla in qual si voglia occasione.
Ne fu concesso per rasonato messer Bortolo Padavin, l’opera et diligentia del quale è stata fruttuosissima et senza di lui certamente non haveressimo potuto adempir il publico servitio, ma essendo persona molto ben nota alle Signorie vostre eccellentissime è frustatorio ch’io ne parli; convengo però dire che al sicuro d’intelligentia et di valor, di bontà et d’affetto, nel benefitio della Serenità vostra ha pochi pari et non cede ad alcuno.
Partito ch’egli fu, secondo i suoi comandamenti, restò in suo luoco messer Sebastiano Falier del collegio di rasonati, giovane d’ottime conditioni et di certissima speranza, il quale da Zara in qua ha compitamente satisfatto al publico servitio.
È stato anco in nostra compagnia il messer Gierolamo Padavin che ha atteso alle cose criminali con grand’asiduità, diligentia et fede et con la molta sua peritia, acquistata nell’officio clarissimo dell’Avogaria per il corso di 20 anni; del quale abastanza detto, quando le Signorie vostre eccellentissime sappino ch’egli è degno del fratello del signor Giovan Battista, secretario della Serenità vostra, la quale conosce pienamente le honorate, degne et singolar sue conditioni.
Partissimo di qua sopra la galera del signor Marc’Antonio Magno, fiol del clarissimo Pietro, la qual ne fu destinata dal clarissimo signor Proveditor dell’armata per essecutione di lettere della Serenità vostra; gentillissimo, che oltre le honoratissime et dignissime sue conditioni, nel governo delle sue ciurme tratta con humanità, con amor et gran carità, col quale l’ha conservata in maniera che in 10 mesi li sono morti più di 3 o 4 galiotti; nella navigatione procede con molta prudentia et peritia, nell’obedir con prontezza et ardore, nell’esseguir con singolar diligentia et valore; al qual, come noi restiamo perpetuamente obligati per l’amor et rispetto che ha usato verso le nostre persone, così la Serenità vostra può esser sicura di ricever ottimo et isquisito servitio in qual si voglia occasione, non havendo lui altro per fin che acquistar honor con la bontà, col splendor et col buon servitio della sua patria, nel qual non si lascierà mai precorrer ad alcuno, havendo hormai ridotta la sua galea in ottimo stato.
Nel carico nostro s’habbiamo adoperati secondo il comandamento della Serenità vostra col fin del publico servitio et della consolation dei popoli, perciò nel riscoter il suo danaro si ha proceduto con ogni maggior desterità, accioché la publica satisfatione non riuscisca publica oppositione, havendo trattato con i poveri secondo la rason vuole et la natura comanda, essendo ella pur troppo grave mal, senza che maggiormente s’accresca et inasperisca; et possiamo con verità dir che non haver fatto essecutione alcuna contra private persone et pur havemo riscosso ... ducati summa maggiore di che quasi si potesse secondo la quantità delli debiti et la qualità de’ debitori, de’ quali ne sono rimasti nella Camera di Zara alcuni pochi, che con qualche commodità andranno intieramente satisfacendo; et certo che il signor Dio n’ha dato gratia di poter congionger insieme doi cose del tutto contrarie, la publica satisfattione et la privata, consolation che dalla prudentia humana non può esser fatto, perché senza levar al privato non si può reintegrar il publico, si siamo contentati de esser stimati dai debitori più tosto severi nelle administration che acerbi nell’essecutioni, il che ci è riuscito; né si può far altrimente, perché ogn’un procura la dilation con ogni possibil industria, i debitori nuovi ricevono habilità et comodità et i vecchi stimano haver acquistata ragione et che la ommissione o l’oblivione o la compassione gli habbi assicurati contra la Serenità vostra, perché infine non si può veder né ispedir tutte le cose et la moltiplicità de’ negotii apporta con se estraordinaria oscurità et impedimento.
Nelle cose spettanti al publico servitio s’havemo adoperati con quell’ardor et vivezza che è desiderato dalle Signorie vostre eccellentissime, non bastando intender le cose, perché chi, contento dell’udito, le trascura et abandona, si mostra indegno et del governo et della publica gratia. Sapemo che tutti non sarano restati satisfatti, perché l’interesse proprio, quasi densissime tenebre, oscura il giuditio et buon discorso a tutti, ma non dovendo stimar che l’essecution della nostra commission, il debito nostro et il servitio della Serenità vostra, perché nel resto i motti dell’animo concitato et non obediente alla rason son conosciuti dai savii grave indisposition et infirmità degl’huomini, senza qualche severità non se ne può versar nei publici negotii et se ben questa parte riesce l’odio di qualch’un, si sa che chi teme il dispiacer di tutti non può ben servir la Repubblica; onde restiamo sodisfatti che, quanto più riesce dolorosa la medicina alla ferita, tanto più è stimata salutare et che in questo buon instituito governo, come non deve mancar mai inimici delle mal fatte attioni, così non mancano mai fautori et deffensori delle buone operationi et che la strada del ben far, se ben è più dura et aspra et più breve et più sicura, conducendo questa alla quiete et cadauna delle altre alla rovina, così con la remission delle fortezze, delle munition, della militia, dell’entrada et spesa sua et ordination delle Camere, con l’inquisition contra Rettori, con amministrargli giustitia et suffragarli, procurando la commodità, quiete et equità tra i sudditi et con questa mia imperfetta relation, stimiamo haver imposto conveniente fine al nostro sindicato; s’havemo fatto qualche cosa buona, havendone tentate molte, tra’ quali par che alcuna sempre suscita il ben, per piccolo che sia, è sempre grande et considerabile, non potendo trovar o seguir, senza molta fattica et diligentia, la nostra fation, sarà strada fruttuosa et la sua mercede il publico servitio, quando anco la Serenità vostra restarà contenta di quanto havemo fatto, restando sicura che se più havesse o potuto o saputo haveressimo più dato, come faremo in tutte l’occasione che Ella si compiacerà valersi dell’opera nostra, la qual seben in cadaun altro per nostro rispetto sarà più atta et sufficiente, non sarà però né più diligente, né più ardente, né più industriosa o affettuosa di quella che venirà dall’animo nostro, che non solo inclinerà sempre, ma si disfarà et risolverà tutto nel servitio della Serenità vostra et di cadauna delle Signorie vostre illustrissime et eccelletissime.