3 settembre| 1619 Alvise Zorzi
Dispaccio del 8| settembre| 0619|
N. 34
Serenissimo prencipe
Da persona mia confidente in Segna son avisato che il capitanio di quel luoco, vinti giorni sono, sia in trattato con li zegarani, con Milos Zupanovich capo di Voinichi et con li carampotani, tutti morlachi sudditi del Signor turco, di levarli da questo confine e condur con le loro famiglie et animali ad habitar intorno a Segna, a devotione del re Ferdinando; e che ultimamente a nome del capitanio di Segna sudetto il capitanio Michiel Mihovicich uscoco sia stato in una barca sotto la montagna della Morlacca e che ivi habbi trattato con detto Milos Zupanovich e Mattio Vuxich di Voinich e con Vuzcho Gliubicich da Zegar, capi principali di dette genti; et approntato quello, doverà seguire intorno la detta levata, al ritorno del capitanio di Segna dalla corte, dove è andato in persona a i ultimi del passato per proponerloet haverle commissioni da Sua maestà. La causa di questa novità mi dice essere che li detti morlachi non potendo più sopportar la tiranide de i turchi et evitati dal disgusto sentito della morte di Modrocapa e di Zadia Carpota, già loro capi principali, fatta dar loro da Osman Begh sanzacco di Licca già quattro mesi in circa, procurarono sotralersi dal giogo d’essi turchi e riddursi a servire un principe christiano. Ma non resta che discorre che aspirano a questo, più tosto per haver colle libertà solite segnando più largo campo a prede et a rapine; et il capitanio di Segna fomenta i pensieri loro per l’honore che spera di riportare dal re dalla condotta di detta gente. Quello che sin hora si è potuto penetrare del modo della levata et condotta e dell’assignamento del luoco è che detti morlachi, quando saranno avisati del ritorno dalla corte del capitanio di Segna, qual per mantenerli in fede li ha fatto sapere la sua partita per quel luoco debbano intendersi tra di loro del giorno che potrà essere il mese venturo, quando anco le notti saranno maggiori e tutti in un tempo far levata, tenendo il cammino verso la fiumana di Hrovazzo[?] e passatala con un ponte che dissegnano di fare, di poche barche postead uno nel punto più stretto di essa, continuare il viaggio sino a Modriz, tre miglia verso Maistro, che vien a esser quasi un miglio fuori della bocca di Novogradi; che ivi il capitanio di Segna debba incontrarli et condurre al luoco che doverà esser loro assignato, qual si crede che sarà Liz, posto habitato dalli carampotani che già cinque anni venero a divotion di Vostra serenità e poco dopo fugirono in Turchia, e doveranno colla scorta del suddetto capitanio di Segna proseguir la strada ch’è sola, posta a piè della Morlacca a marina. Li predetti morlachi che aspirano alla partita sono in numero di mille e cinquecento archibusieri, ma mille scielti sicuramente con le famiglie arivarano a 3.000 persone e potranno condur seco 50.000 capi d’animali tra grossi e minuti. Stimano questi, per il numero loro, potersi difender e superare ogni impedimento che li fosse posto dalli turchi confinanti e potrebbe anco facilmente seguir l’effetto del loro pensiero, per l’absenza da queste parti del sanzacco di Licca, e per esser lontano dalla sua ressidenza per occasion di guerra il bassà della Bossina, al quale i turchi potrebbero riccorrer per aiuto quando scoprissero a tempo quello che si va macchinando; ma se la levata seguisse d’improviso e che i turchi risolvessero impedirglielo, come deve credersi, particolarmente per l’avidità di bottinar le robbe et animali, potrebbe seguire tra loro sanguinosa fattione perché se bene il numero di turchi che potranno ridursi insieme da questi contorni ad oppressione di detti morlachi sarà ad essi superiore nondimeno partendo questi risoluti e dovendo combatter per difesa delle vite proprie, delle moglie, figlioli e sostanze, si deve credere che faranno il possibile per diffendersi. Io starò avvertito e colle circonspitioni necessarie per quanto da questi accidenti potesse cascar in consideratione negl’interessi di Vostra serenità et applicarò spirito per haverne altri incontri da queste parte e pernetrare alla giornata per[?] avvantaggio la continuatione di detti trattati, colla missione in Turchia di persona prattica et di fede, la quale doverà osservare ogni notte et andamento di detti morlachi per avisarmeli; et d’ogni particolare darò riverente parte all’Eccellenze vostre per ricever alcun lume della lor volontà et tra tanto quando il tempo e l’occasione lo ricercasse non restarò di passare con riservata maniera con questi turchi confinanti quello che stimerò poter più conferire a pubblici interessi.
Di Zara li 8 settembre 1619
Alvise Zorzi provveditore
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro