3 settembre| 1619 Alvise Zorzi
Dispaccio del 9| ottobre| 1619|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe
La peste che si fa sentire nella Bossina, tuttoché dal più prossimo luoco infetto a questo territorio vi sia distanza di quattro e sei giornate e che le genti da quelle parti restino divise da tre fiumane et d’altretante mano di monti alpestri et non contrattino con questi sudditi, nondimeno la gelosa materia di sanità ci ha dato occasione a primi avisi a riddursi a quella diligente circonspitione che si deve e con l’ispeditione di persone prattiche al luoco del male e coll’intelligenze necessarie colli signori rettori della provincia procurar di continuo ogni particolare di quelle parti; onde già alquanti giorni per indemnità di questa città e giuriditione restò del tutto prohibito il comercio e la prattica a turchi e morlachi lontani de qui d’habitatione più di dui giornate e con questi confinanti si passò ufficio che facessero il medesimo per sicurezza commune, della quale essi ancora hanno mostrato con effetti haverne molto pensiero. Queste et altre provisioni furono giudicate bastevoli al bisogno di all’hora et continuando nella diligenza d’avisi fu di novo ispedito un messo al luoco sospetto per relationi e confronti, qual portando col ritorno i progressi del male ha dato occasione all’assoluta prohibitione del comercio con tutti i sudditi turcheschi et al stabilimento di que più rigorosi ordeni et avvertenze che a negotio così importante et alla salute di questi habitanti si conviene; et sopragiongendo hieri lettere di Vostra serenità di 21 del passato e del magistrato illustrissimo alla sanità di 24 detto, nelle quali commettono che sia levata immediate la prattica a tutti i sudditi turcheschi, né restituita senza loro particolar ordine, ci riesce sommamente caro haver incontrato in ciò la publica volontà, né sarà restituito da noi il commercio predetto senza espresso ordine dell’illustrissimi signori provveditori alla sanità, come ci vien imposto. In tanto non restamo d’operare coll’applicatione di tutto il spirito e con ogni maggior vigilanza anco sin hora usata a quanto occorre in quest’importante materia, nella quale quel d’avantaggio che ci capita a notitia ne faremo riverente parte a Vostra serenità et alli predetti illustrissimi signori alla sanità per sodisfattione di quanto dovemo. Gratie etc.
Di Zara li 9 ottobre 1619
Li rettori et Alvise Zorzi provveditor
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro