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3 settembre| 1619 Alvise Zorzi

Dispaccio del 12 ottobre| 1619|

N. 44

Serenissimo prencipe
Dalla diligenza del clarissimo signor provveditor di Novegradi resto avisato che hieri a due hore di notte sedeci uscochi in una barca nova, lesta e spalmata siano capitati nel stretto di quel luoco, ove ritrovata una barca pescaresca pur da Novegradi habbino procurato con provisione di donativi e con minaccie ancora atringer gli huomini di essa che andassero a mostrar loro certa strada in paese turchesco, per effetto di quanto havevano in pensiero e che poi li medesimi uscochi, entrati nella fiumana e sbarcati sopra Obrovazzo, pur in paese del Turco, habbino preso dui creature e fatto bottino di sedeci cavalli e d’altri animali ancora; all’aviso di quest’accidente importante in sé stesso non meno per il novo corso di mal operare che comincia ripigliar questa pessima gente; che per rispetto anco delle’esclamationi che ragionevolmente devono temersi delli turchi confinanti, quali vivendo senza sospetto di ricever danni da questa parte del mare faranno tanto più gravi l’indolenze, con pericolo di qualche perturbatione a questi confini. Ho immediatamente, ricevute le lettere, senza frappor dilatione d’un momento ispedito la sola barca armata che m’attrovo havere per tutte l’occorrenze di publico servitio, la quale per via del stretto di Eliuba è partita in gran diligenza a tagliar loro il camino, in quanto sarà possibile, e trovatili ch’habbino fatti danni perseguitarli e castigare, come a punto nelle commissioni di Vostra serenità mi viene ordinato, e quando anco da questa prontezza non succedesse altro servirà almeno per render sodisfatti i turchi et acquietarli, mentre vederanno in effetto che non si tralascia pur[?] quello che si deve nella persecutione di detti uscochi, i nomi delli quali non ho potuto sin hora liquidare, fuorché di un solo che dicono li pescatori predetti da Novegradi haver conosciuto per figliolo di Giurissa, già famosissimo capo d’uscochi. Starò avvertito ad ogni altro particolare di questo successo per darne, occorrendo, riverente parte a Vostra serenità, et in occasione d’indolenze delli turchi confinanti non mancarò di passar seco quelli uffitii che conoscerò esser già proprii e giovevoli al publico interesse. Raccordo riverentemente la missione delle dui barche armate, già ordinate dall’Eccellenze vostre per armarle di genti da Novegradi e farle star in motto, scorrendo di continuo per assicurare in qualche parte la navigatione di quell’acque, che se bene per la familiarità strettissima e per la parentella che ha la maggior parte di essi con li Zegnani si può prometter poco d[…] opera loro a danno di questi; tuttavia faranno almeno qualche effetto, mentre saranno spronnati e vivamente eccitati, come non resto di fare, perché sia fatto bene il servitio di Vostra serenità, havendo di già in essecutione delli publici comandamenti ammonito quei soldati d’esser diligenti nel servitio e nelle custodie ad essi commesse, per non dar causa che s’habbia da pensare d’impiegar meglio il danaro delle loro paghe. Ispedisco immediate il presente aviso con ogni celerità all’illustrissimo signor capitanio Mocenigo e ne farò e ne farò parte all’eccellentissimo signor capitano generale. Gratie etc.
Di Zara li 12 ottobre 1619

Alvise Zorzi provveditor

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro