3 settembre| 1619 Alvise Zorzi
Dispaccio del 24 novembre| 1619|
N. 55
Serenissimo prencipe
Il negotio commessomi da Vostra serenità in lettere di cinque del corrente con particolar espressione della volontà di cotesto eccellentissimo senato intorno all’instanza di Stanissa Petrovich d’esser ricevuto con altri 40 uscocchi banditi al servitio et alla devotione della Serenità vostra sarà da me procurato per la buona riuscita d’esso di quel modo et con quella più ardente applicatione d’ogni mio spirito ch eho bramato sempre di poter dimostrar ne i più gravi interessi dell’Eccellenze vostre che io stimo richieder l’importanza di questo affare per le consequenze che dall’infinita loro prudenza possono esser d’avantaggio considerate, massime nella presente congiuntura del sbandar tanta soldatesca otto barche armate, facile per sua propria natura di lasciarsi condur ad ogni precipitosa risolutione et col fomento indrizzo et la scorta di quei uscocchi che, avvezzi alle rapine et che banditi, scacciati et perseguitati da tutte le parti, potrebbero con l’interesse di detta gente fra loro ingagliardirsi et renovar o almeno attentar la retrovatione delle loro sceleratezze, con qualche disturbo altre volte provato dell’infestatione de i mari et de i luochi della Serenità vostra. Onde l’effetto di condur al servitio quel maggior numero di essi uscocchi che sarà possibile non potrà esser se non grandemente profittevole alla diversione de nuovi […]mi di gente tanto iniqua; et come io con la norma dell’ordine dell’Eccellenze vostre ho già spedito persone di fede per far venir a me il detto Stanissa et il capitano Poralia uscocco di seguito, da me conosciuto nelle fattioni del militar in Istria, con alcun altro de loro compagni al numero di tre, over quattro in tutto, per intender le loro instanze a nome anco de gli altri et trattar con essi di quanto tengo in commissione, così stimando che in questa trattatione il dichiararli di vlerli al servitio per mandarli nel regno di Candia si potrebbe difficultar la conclusione della loro condotta, con riuscita anco per avventura vana d’ogni tentativo, ho giudicato espediente più tosto di dover trattar, come farò su la generalità che saranno mandati a suoi dove potesse occorrer et ove parerà alla Serenità vostra, perché condotti poi sarà più facile d’espedirli et per Candia et per ogni altro luoco, separarli et divider in quanti luochi sarà stimato bene et cantellar nelle lor persone il desiderato servitio. Che se per avventura essi volessero trattar alcuna cosa di Candia procurarò di scoprir ogni lor pensiero in questa parte per star sul vantaggio di reddur all’obligo della publica volontà; caso che no, starò sulla medesima generalità, condiscorso ch’io non so dove potesse occorrer il bisogno et che la prontezza de chi serve ad un prencipe benigno, liberale et grato non deve esser in alcun modo condittionata ma libera ad ogni disposition de chi comanda, dovendo io procurar d’avantaggiarmi più che potrò nelle lor paghe, per alletarli poi tanto più facilmente al viaggio per Candia col crescimento sino a ducati dieci oltre la recognitione maggiore di doi o tre di loro più meritevoli sino a ducati dodeci, ch’è la summa commessami; né mancarò d’essequir puntualmente nel rimanente ancora in tutte le parti l’ordine espresso nelle sudette lettere et di dar riverente conto alla Serenità vostra di ogni accidente che in questo proposito m’occorrerà degno di sua notitia; giovandomi sperar nella benignità dell’Eccellenze vostre illustrissime che ricevendo in grado la devotione del mio servir da me prontamente abb[?] in ogni occorrenza publica et de loro commandamenti senza alcun risparmio di me si compiaceranno gratiarmi della supplicata licenza del mio ripatriare, quanto si vede, gratie al signor Dio, cessata l’occasione di tanto dispendio publico. Gratie etc.
Di Zara a 24 di novembre 1619
Alvise Zorzi provveditor
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro