3 settembre| 1619 Alvise Zorzi
Dispaccio del 28 novembre| 1619|
N. 58
Serenissimo prencipe
Col ritorno di persona di fide da me mandata per la continuatione del negotio sopra l’instanza di Stanissa Petrovich di venir con quaranta uscocchi alla devotione della Serenità vostra, come le diedi riverente aviso sotto li 24 del corrente, sono venuti li doi primi confidenti da Besca, che già mi rapportarono la medesima instanza et mi rifferiscono che se bene quei uscocchi banditi et esclusi nella capitolatione cominciano restar sollevati dalle miserie in che pareva che fossero caduti per li loro bandi, essendo stato accommodato particolarmente il Poralia, uno de principali che voleva venir alla devotione et fatto capitano di Ledenizze con stipendio de fiorini vinti al mese, tuttavia il sudetto Stanissa continuando nella sua primiera dispositione et dubitando che per fortuna a sé medesimo et restar impedito nel suo dissegno col venir a trattar meco, per esser da ogn’uno osservate le sue attioni, respetto alla qualità della sua persona assai stimata in quelle parti per il suo valore et per le molte adherenze che tiene, ha deliberato per più sicuro partito di mandar la propria moglie sotto altri pretesti, particolarmente di procurar la liberatione di Gregorio Vragnanin uscocco degli esclusi suo parente, già trattenuto in queste forze, a trattar meco in nome d’esso suo marito et degli altri per la conservatione del negotio; le havend’io nel discorso con li detti confidenti sottratto che veniranno indubitatamente conforme alla lor prima offerta per andar a servir in ogni luoco, uniti et separati dove et come sarà loro commandato, ma che non vorranno passar tanto mare con le loro famiglie al numero di 300 anime in circa per andar ad habitare in levante, havendo massime l’essempio d’altri segnani venuti alla devotione che tengono le lor famiglie in queste parti, ho giudicato però mio debito d’espedir questo nuovo aviso a Vostra serenità et darle insieme reverente conto che se non mi venirà fatto il pensiero di riddur esse genti al partito d’andar in Candia, come procurarò di fare con ogni mio spirito per effettuar puntualmente l’ordine di cotesto eccellentissimo senato, havendo proposto nel mio animo di non scoprir assolutamente la deliberatione dell’Eccellenze vostre si mandarli ad habitare in quel regno, ma d’haver per ambigua in questa parte la publica volontà, la qual però dev’esser libera nel disponer d’essi et per Candia et per l’isola di Corfù et per ogni altro luoco dove potesse portar il bisogno del servitio della Serenità vostra, che in tal caso sarebbe loro proveduto di comodo et sicuro passaggio, stimando io con queste considerationi vicine alla generalità di non lasciar loro affatto perduta la speranza del mancamento d’occasione et del bisogno di mandarli in Candia et di poter per avventura agevolar per questa via la conclusione della lor condotta, conforme per punto all’espresso comandamento dell’Eccellenze vostre. Altramente sospenderò ogni deliberatione et tenerò vivo il negotio per mantenerli in buona dispositione sino ch’esse restino da me avisate di quanto potesse occorrer et ch’io riceva nuova loro commissioni; dovendo fra tanto procurar d’udir anco il sudetto Stanissa overo alcuno de i compagni, se sarà possibile, senza pericolo di turbar l’effetto di questo servitio, per la cui buona riuscita tanto maggiormente doverò mettervi ogni mio spirito, senza mai discostarmi in alcuna parte da gli ordini loro, quanto che intendo facilitarsi in Segna ogni giorno più l’admissione della pratica alli banditi et esclusi nelle capitolationi, il che corrisponde anco alla voce d’esser stato concesso il perdono al Ferletich, in modo che sarà giovevole il divertir per ogni via possibile la pullulatione di questi scelerati. Gratie.
Di Zara a 28 di novembre 1619
Alvise Zorzi provveditor
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro