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3 settembre| 1619 Alvise Zorzi

Dispaccio del 12 dicembre| 1619|

N. 62

Serenissimo prencipe
Ai primi del mese s’è dato principio all’escavatione del porto, al primo taglio nell’angolo del pontone, uno delli tre deliberati di farsi e si fa prosseguendo l’opera con tre mano di zattare con assai buona diligenza. L’ingegnero Malacreda ha sagomate le burchielle nelle quali viene riposta la materia che si cava e misurate a passo cubo per sodisfar poi il Freddi appaltatore, come nelli capitoli è dechiarito. E perché esso appaltatore doverà esser pagato a ragion de burchiella o passo cubo che nelle medesime sarà misurato ha questo negotio somma necessità d’un intelligente e fedelissimo soprastante che assista di continuo alla revisione, per poter reimpir le burchielle al compito segno della sagoma e per tener il conto della Serenità vostra, acciò non segua fraude. A che si deve haver gran mira, non meno per l’effetto delli tre tagli dissegnati, che per l’escavatione del rimanente del porto, nel quale per i calcoli fattisi doverà esser impiegata in longhezza grandissima di tempo la summa di più de 60.000 ducati, spesa et opera molto considerabile et in consequenza tanto più geloso et importante il carico di soprastante et il bisogno di conferirlo in persona fedele e di divotione, dovendosi secondo l’incontro di lui e della sua fede sodisfar il Freddi di tanto importante somma di danaro. A me sono state fatte molte instanze e propositi diversi perché ne ellegessi alcuno, ma non havendo trovato che d’attitudine et altre condittioni necessarie mi paresse a proposito, tuttoché le pretensioni di tal uno ascendessero a venticinque e sino trenta ducati al mese, ho stimato più espediente e miglior servitio di Vostra serenità statuir per hora quattro o cinque persone di conveniente sufficienza che attendano vicendevolmente a questo carico, le quali sono mutate ogni settimana, et in questo modo parmi il negotio più cautellato e più difficile ogni collusione che potesse esser tentata coll’appaltatore a pubblico pregiudicio, oltre che hanno obligo di portar giornalmente gli incontri all’ingegnero che frequentemente visita l’opera e la mercede di quello che attualmente serve è di soli venti soldi al giorni, si che l’interesse di Vostra serenità non è più di cinque ducati al mese fra tutti loro. Ma piaccia a Dio che a tanta diligenza et a così dispendiosa opera nell’escavatione di questo porto succeda quell’effetto che l’Eccellenze vostre si persuadono, qual a me sono sul fatto e che oculatamente il verno[?] da ragionevolissima occasione di dubitare d’una continua attentione da rillevantissimi accidenti, che renderanno per avventura sempre vana o poco fruttuosa benché continua l’opera dispendiosa che se ne impiegarà quando non si pensi al rimedio. Oltre diverse cause dalle quali segue l’atterratione di questo porto che sono conosciute dall’Eccellenze vostre quando con publiche rigorose deliberationi hanno voluto in altri tempi divertirle col timor della pena, resta principalissima e più dannosa d’ogni altra quella che si riceve delli terreni dalla parte di terraferma di esso, quali sendo da certo tempo in qua dati a coltura e perciò derratti et havendo il sito declive da ogni parte, il corso delle pioggie porta gran quantità di terreno che vien a far depositione nell’infima parte del porto et nelle sponde, né mai potrà esserne cavato tanto che di là sempre più non soprabondi; il che apparirà per mio credere molto chiaro ad ogn’uno che col dissegno vorrà vederne la necessità; né vedo provisione più propria che un riparo dalla predetta parte di terra ferma di un muretto alto doi piedi e mezo che continuasse la riva dalla galiola sino alla porporella che forma la bocca dell’entrata del porto, qual trattenirebbe il terreno predetto che portassero l’acque. Et se bene casca in consideratione che la bassezza del predetto muretto al quale la sicurtà di questa piazza non concede altezza maggiore potrebbe col progresso di qualche tempo esser sormontata dal terreno et a quel modo ridotto di nuovo il pregiudicio nel stato presente, resta però l’oppositione facilmente rissolta poiché il terreno che con lunghezza di tempo potesse esser trattenuto dal muretto sudetto, ridotto a qualche quantità sarebbe volentieri levato dalli contadini per trasportarlo a comodo delli loro terreni, o pure si potrebbe con miglior frutto impiegare nella fortificatione de parapetti, terreni ritirati reimpiti de piazze de baloardi et alciate de cavalieri, operationi necessariissime, quali un giorno si converranno fare con gran interesse di Vostra serenità, sendo tutte queste machine esposte all’offesa del nemico verso terraferma, discoperte e poverissime di terreni; et per impedir che il corso d’acqua non trasportasse tanto terreno sarebbe in oltre necessaria una rigorosa prohibitione che per doi cento passa almeno lontano dalla marina alcuno non lavorasse terreni, da che non si sortirebbe l’effetto predetto, ma si levarebbe al nemico la commodità di terreno per far approcchi e fortificarsi sopra la detta riva. La lunghezza del muretto già detto vorebbe esser di possa mille in circa e v’entrarebbe di spesa intorno 1.500 ducati, per quanto mi riferisce l’ingegnero Malacreda, dal quale è stato di mio ordine considerato, ben calculato et conosciuto questo bisogno, che è quanto ho stimato mio debito di portar riverentemente alla notitia di Vostra serenità. Gratie etc.
Di Zara li 12 dicembre 1619

Alvise Zorzi provveditor

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 21.
Trascrizione di Damiano Pellizzaro