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1649 Antonio Diedo di Iseppo

Dispaccio del 23 maggio| 1650|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
a conto delli 800 moza di sali che dalle Eccellenze vostre fu deliberato di mandar in questa città, ne sono a questa hora capitati 450 in circa, delli quali non se ne rittrova in questa magazeni più di mozi 200, per esser stato dispensato il rimanente, et faccio conto che questi non basteranno per due mesi, per esser di presente il tempo del consummo. Onde è di neccessità che quanto primma mi sia inviato il rimanente, et che le Eccellenze vostre restino compiacciute di deliberare et ordinare che ne sii mandata altra summa maggiore, acciò che qui non si resti senza, che seguirrebbe con diservitio publico et pregiudicio ancora di quelli che ne tengono bisogno per li formaggi, pesce et carnaggi; et acciò anco ne possi somministrar a Budua et sodisfar alle molte instanze di quell’illustrissimo signor podestà et habitanti. Di che pure ne porto la riverente notitia alli eccellentissimi signori proveditori al sal. Gratie etc.
Cattaro, li 23 maggio 1650.

Antonio Diedo, rettor et proveditor.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 1
Trascrizione di Francesco Danieli.