1649 Antonio Diedo di Iseppo
Dispaccio del 24 settembre| 1650|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
con terminatione dell’eccellentissimo signor provurator […] Foscolo, 30 marzo passato, esecutiva da altre publiche deliberationi et confermata dall’eccellentissimo senato, fu espressamente ordinato che il salinaro venduto, che haverà il sale che sia magazeno, non possa poner mano in altro se prima non haverà contato in camera l’intiero tratto del primo.
Sotto li 15 del corente, se furno scaricati nel caselo di fuori dal caselo di patron Zorzi Cotoros, spuchi [?] 876, che importa lire 2.620, li feci cometer di doverle vendere a contadi, et poner il danaro in camera in conformità pure di detta deliberatione, per essere poi disposto di quello per le occorenze di militie et altro.
Questo salinaro invece di saldare, continuando al solito, ha datto tante bolete con ordine di questo illustrissimo signor proveditor estraordinario, che sian girate senza che possino essere viste da me, non so penetrare per qual fine; ricercando altre sale per dare alle barche armade, essendo in poter mio una chiave delli magazeni, mi son dichiarito di voler prima veder il saldo, avanti di dar fuori altri sali per rimover ogni publico pregiuditio.
Ne ho datto di ciò conto all’eccellentissimo signor procurator […] Foscolo, et ne porto anco la notitia alla Serenità vostra; acciò resti informata di essi, non viene contato in camera, ma invece di quello, vengono datte tante bolete dal salinaro, come altre volte ho rappresentato, et che penetrando in quest’affare l’eccellentissimo signor comisario Cornaro ritrovaria le fraude che saranno state commesse. Gratie etc.
Cattaro, li 24 settembre 1650.
Antonio Diedo, rettor et proveditore.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 1
Trascrizione di Francesco Danieli.