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14 dicembre| 1603 Gerolamo Loredan

Dispaccio del 5| ottobre| 1604|

N. (senza numero)

Serenissimo Prencipe,
Essendomi conferito l’altro hieri alla terra di Buie con uno di clarissimi Consiglieri per l’ordinaria visita solita farsi ogni terzo reggimento ad universale solevamento de poveri sudditi in essecutione della parte della Serenità vostra con l’eccellentissimo Senato di 12 dicembre 1598 come per fare la già ordinatami descrittione et revisione delle militie, incontrai in certa ressistenza di quelli cittadini nel sodisfare la consueta spesa che sono tenuti in simili occasioni di visite et non ostante ch’io gli affermassi di sollevarli dal spesare il signor Sergente magiore et suoi huomini, continuarono però nel loro pensiero, alegando esservi stato il clarissimo signor Nicolò Grimani antecessor al clarissimo Basadona al quale io successi, onde che convenni per interesse della Camera fiscale di Capodistria far pignorare uno de agenti di essa communità per ducati 47/10 che in tutta summa gli toccava, il che seguito mi diedero parola d’esborsar il danaro predetto, ma nel tempo che si frapose all’effetto del pagamento facessimo il clarissimo signor Consiglier e io come superiori distruger certo muro che il clarissimo signor Filipo Boldù Podestà di quel luoco haveva di propria auttorità et in sprezzo delle lettere del magistrato ordenaro[?] in tal proposito fatto fare, otturando una finestra de un povero di quegli habitanti che guarda sopra una cisterna, luoco publico già poco appropriatosi da quel reggimento, havendo anco nell’istesso tempo tagliato un suo mandato pur nella medesma materia, poi che conoscevino esser quel miserabile ingiustamente oppresso et sepolto nella propria casa dall’auttorità di esso signor Podestà, per la qual causa egli, contro il termine di buono et ubbidiente rappresentante, sdegnatosi, oltre l’haver disobedito ad alcune vostre lettere et ordini, fatti convocare quei cittadini gli prohibì l’effettuare il pagamento ch’avevano promesso, anci gli fece far consiglio che prima non haveva voluto concedergli per conoscer la causa illecita et li ha spenti al prender parte di comparere alli piedi della Sublimità vostra per il rissarcimento di tal micca di denaro ch’io gli feci, doppo veduto il mancamento, sborsare. La qual operatione d’esso signor Podestà che senza fondamento di giustizia ha sollevato essa communità, aggiuntovi diversi arroganti et biasimevoli parole profferite contro il magistrato ordenaro, che per non fastidirla magiormente voglio tralasciarle, m’ha necessitato a racontare il tutto, come riverentemente faccio, alla Serenità vostra acciò comparendo con l’aiuto et patrocinio di detto clarissimo Podestà li intervenienti di quella ch’incontrano allegramente tali occasioni per dilapidare et valersi se propri negotii di quel poco denaro che si rittrovano possi, fatta certa di tale verità, deliberare quanto parerà all’infinita prudenza sua, dicendoli riverentemente ch’io gli feci fare tal pagamento per esser veramente obbligata per che il denaro della Serenità vostra non venghi indebitamente speso in quello che non è tenuta la Camara fiscale, sicome quando occoresse più apertamente si farebbe constare er perche finalmente l’altre communità obligate dell’Istria ch’io vado rittrovando prontissime non havessero con l’essempio di quella havuta la medesima pretensione et in tal modo restasse agravato il publico di buona quantità di danaro. Gratie
Di Piamonte il dì 5 ottobre 1604

Girolamo Loredano Podestà et Capitano di Capo d’Istria
 

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 2
Trascrizione di Damiano Pellizzaro