19 marzo| 1604 Marco Antonio Erizzo
Dispaccio del 14 agosto| 1604|
N. (senza numero)
Serenissimo Prencipe,
Sicome ho con la debita riverenza ricevute le lettere della Sublimità vostra presentatemi da messer Federigo Vendramino in proposito delli novi habitanti che lui dice di voler condurre di Turchia, così le rispondo con la medesima riverenza che se questi verranno in Istria saranno da me accarezzati, favoriti et aiutati secondo la mente di Vostra sublimità, alla quale non posso per quel debito che me si conviene come fedel suo rappresentante restar di aggiungere che sopra li terreni concessi al medesimo Vendramino vi sono sessanta contradittioni de particolari che dicono esser suoi li beni a lui concessi et sopra queste contradditioni sono già tre mesi in lite avanti di me, perché, come sa l’infinita sua prudenza, le concessioni si fanno generalmente a tutti quelli che le ricevano, reservate però le ragioni d’ogni uno, che notando la contradittione alla concessione si fa udire et molte volte vengono tagliate le concessioni o perché li terreni in esse compresi erano prima stati concessi ad altri o perché erano coltivati et di propria ragione delli contradicenti, come apunto adesso dicono quelli da Rovigno, i quali anco instano ch’io vadi sopra luogo a vederli et fino l’altr’hieri erano in termine per deputar la cavalcata, la quale instavano gagliardamente; et non dimeno ho prorogato il giorno per deputarla alli 15 di settembre futuro, così ricercato dal medesimo Vendramino acciò che possi andare in Dalmatia per metter quella gente all’ordine, non havendo però mancato di persuaderlo che saria bene prima decider queste controversie et sapere se li terreni hanno da esser suoi o no et poi andare a levar la gente et metterla in luoghi ove senza alcuna dificultà possi attender alla coltivatione. Tutto ciò ho voluto riverentemente significare alla Serenità vostra, acciò sappia che li terreni concessi al detto Vendramino non sono liberamente suoi, fin tanto che non siano decise le contradittioni di quelli che pretendono in essi et che seben quelli che saranno condotti da lui saranno posti sopra questi terreni, quando fossero conosciuti esser delli contradicenti converranno rilasciarli in poter delli veri patroni, che ciò seguendo non so quanto restassero contenti et sodisfatti. Circa poi al sumministrarli danari per far la cisterna et fabricar il casone, quando siano conosciuti li terreni suoi, tornato ch’egli sia et condotte le fameglie che si è obligato non mancherò di esseguire quanto mi vien commesso dalla Serenità vostra, la quale doverà poi a quel tempo dar ordine che li ducati 500 da spendersi in ciò siano mandati di costà, non essendo in questa Camera pur un ducato se non per quanto importa l’ordinario pagamento delle militie et stipendiati. Gratie etc.
Di Pinguente li 14 di agosto 1604
Marco Antonio Erizzo Capitano di Raspo
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 2
Trascrizione di Damiano Pellizzaro