19 marzo| 1604 Marco Antonio Erizzo
Dispaccio del 14 giugno| 1605|
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
Nel dar conto l’altro giorno alla Serenità vostra della revisione di queste cernide tralasciai la cosa di maggior importanza, quant’è secondo anco l’oppinion del Capitan Giulio Pellegrini et conforme a quanto intendo esserle scritto dal clarissimo Podestà et Capitano di Capodistria che le cose publiche hanno a patir infinitamente dal non haver questa gente capitano et sergente forastieri che la vadino disciplinando come in tutto il resto dello Stato è proveduto con prudenza incomparabile, con utile grandissimo et con universal contento de sudditi, poiché l’esperienza ottima maestra delle cose fa conoscere che li paesani attendono a valersi delli contadini ne suoi proprii bisogni, scusando et habilitando gli affittuali habitadori et lavoratori loro et quel ch’è peggio per l’auttorità et per le dependenze c’hanno si fanno lecito ciò che vien loro in pensiero contra la publica libertà, contra la robba, contra l’honore et contra le vite di questi meschini che per timore non osano levar la faccia né scoprir le piaghe al suo Principe né a suoi Rettori, i quali se vogliono pur amministrar giustitia non ponno venir in legitima comprobatione di quelle cose che d’avantaggio sono vere et che d’ogni parte si sentono estragiudicialmente; di che anco ne ponno far fede li illustrissimi Signori miei precessori, tanto si sono alcuni di questi fatti insolenti et formidabili con l’armi et col stipendio che dalla benignità di Vostra sublimità è stato loro dato perché difendano et non perché opprimano li sudditi suoi; circa di che mi riservo quando piacerà a Dio che ritorni alla patria pienamente et particolarmente darne fede et reverente conto in scrittura a lei et ove sarà bisogno anco con l’infinita sua prudenza et con l’immensa carità sua trovi strada di liberar questi poveri populi dalle violenze, da l’estorsioni et dall’ingiurie et di proveder insieme al buon servitio della Serenità vostra. Gratie etc.
Di Pinguente li 14 di giugno 1605
Marc’Antonio Erizzo Capitano di Raspo
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 2
Trascrizione di Damiano Pellizzaro