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25 maggio| 1610 Piero Bondimier

Dispaccio del 16 luglio| 1610|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
sono sette religiosi, nominati canonici, nel clero della città di Parenzo che hanno carico di prestar servitù alla Chiesa in tutti gli ufficii necessarii, con entratta de ducali 70 over 80 in circa all’anno per cadauno, cavata dalle decime de biave, vini et […] minuti; pagategli da quegli della città et dalli contadini del territorio. Scossa detta entratta et, addunata che sia, la dividono, distribuendola ad egual loro rata portione per capita ([…] alcuni, altri [?] pochi utili incerti). Questi preti, che hora officiano, già mai hanno havuto possesso né spirituale dalla Sede apostolica, né temporale dalla Serenità vostra, ma solo godono così le entratte in quella maniera a punto, concessale da Monsignor vescovo, suo […] che ne fa di essi l’elettione; parte dei quali forno investiti già 11 over 12, se parte già tre over quatro anni sono in circa. Si vede nondimeno che nel tempo de Monsignor Cesare Noris, vescovo già di detta città, coll’auttorittà che havea […] concedeva a lor canonici tal possesso ecclesiastico; levando ancor quello temporale con lettere ducali di Vostra serenità, il qual Noris morse in tempo delli mesi che aspettavano al Papa; […] li canonici, così per non haver il modo di andar a Roma, per le grandissime spese che si fanno come perché li novi habitanti di quella giurisditione hanno sempre ricusato pagar loro la devuta decima, dicendo che sono dalla Serenità vostra esserti di ogni faccione; in modo che le loro […] venivano molto diminuite; dopo la cui morte non si sono curati più seguir quel ordine canonicale di prima; perciò successo questo inconveniente di non tuorli possessi; quantunque Monsignor vescovo Lippomano, suo successore, gli promettesse scriver a Roma per tal effetto; se bene poi non ne fece cosa alcuna, restando loro per questa promessa sicuri dal suo prelato di havere questa habilità, poiché non volevano accettar possesso veruno temporale, se prima non havevano insieme quello spirituale, cessando che questa cura sia per modo di provisione, stante massime che Monsignor vescovo Tritonio [?] ha (dicono loro) novamente scritto a Sua santità, per l’auttorità suddetta.
Nella terra di Montona poi vi sono cinque canonici; de quelli ne vienne eletto uno dal consiglio di quella terra, che ha titolo di piovano: quando occorre la morte di alcuno di loro, li quattro che restano hanno auttorità di elegger il quinto. Questi canonici già 40 et più anni in circa solevano haver la cura delle anime, non solo della terra di Montona, ma del suo territorio ancora. Ritrovandosi a quel tempo cinque chiese fuori della terra sopradetta, dove si soleva, li giorni festivi, alcuna volta officiare dalli detti canonici, ma essendo accresciuto assai detto populo et nella terra, et nel […], non potendo li detti cinque canonici supplire al bisogno di tante anime, si risolsero elegger cinque altri preti, quali dovessero servire alle dette chiese per curati o capellani; assignandoli per suo vivere, quale utile che essi canonici solevano cavare da quelli habitanti, sottoposto a cadauna di esse chiese, che è il quartese, sì de biave, come de vini et altro. Questi curati vengono eletti dalli sopradetti cinque canonici, godendo quel beneficio in vita loro. Multiplicato ancora maggiormente il populo da alquanti anni in qua, et essendosi di novo fabricate altre cinque ville in quel terreno, quali, havendo havuto bisogno di chiese in cadauna di esse ville che sono state fabricate, et introdottovi un prete per ciascuna; col dargli lor medesimi contadini delle istesse ville una certa quantità de biave, vino et altro, secondo la qualità delle persone. Questi preti vengono eletti dalli istessi contadini, et godono il beneficio in vita sua: essendo tutti confirmati, tanto li canonici quanto li curati sopradetti da Monsignor reverendissimo vescovo di Parenzo. Li canonici hanno da 140 ducati per cadauno di entrata, et sono soliti tuor il possesso temporale della Serenità vostra, et tutti cinque (come intendo) lo hanno havuto. Li piovani, over curati, che sono dieci in tutto, officiando in schiavo ponno haver da circa ducati 40 in 50 per cadauna di intrata; quali non hanno possesso temporale, né mai si sa che per il passato non ne habbiano havuto.
Questo è quanto ho potuto haver di informatione, per riverente essecutione del commandamento publico, sopra gli memoriali presentati nell’Eccellentissimo collegio da Monsignor reverendissimo nuncio, et ricevuti da me con le ducali della Serenità vostra di 3 del presente. Gratie etc.
Di Capodistria, a dì 16 luglio 1610.

Piero Bondomier, Capitano di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.