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25 maggio| 1610 Piero Bondimier

Dispaccio del 30 agosto| 1610|

N. (senza numero)

Serenissimo principe,
le ducali della Serenità vostra di 20 del presente, date con quell’Eccellentissimo senato, non mi sono capitate se non alli 26 del medesimo, et, subito havute, per essecutione del suo commandamento, ho ritornato il commertio [?] alla città di Trieste et altri luoghi arciducali, nel modo istesso che l’havevano prima. Et ho licentiate le due galere, cioè la Basadonna et quella del signor Francesco Morosini, essendo già incaminata la terza che era del signor Lorenzo Loredan a Rovigno, dovendo, di ordine dell’Eccellentissimo signor general Venier accompagnar la galia di mercantia. A queste due, con le due barche armate, ho commesso vadino a ritrovar il suddetto Eccellentissimo signor general Venier et communicatogli l’ordine sopradetto.
Aggiongendole appresso che, incontrando vasselli, over intendendo che altri con carico di Sali vadino a Trieste, overo ad altri luoghi arciducali, gli trattenghino et gli mandino in quella città all’officio illustrissimo del sal. Darò medesimamente ordine agli Rettori di marina di questa provincia che, capitandogliene nelli porti sottoposti alla sua giuridittione, facciano l’istesso. Ne ho dato parte ancora al Clarissimo signor podestà di questa città, acciò possi tenir avisata la Serenità vostra come continuerà il commertio tra questi populi et gli Arciducali; in che quantità veniranno a levar Sali; et quello se intenderà, che ne succiedi [?] della saliera in Trieste; il tutto conforme all’ordine della Serenità vostra.
Notificandole insieme che, havendo io voluto vedere il numero delli cavalli che sono venuti in questa città a levar sali, dalli 15 del passato fino li 14 del presente, ho ritrovato che sono stati cavalli 4.571, gli quali, per il più, sono venuti in 300, 400 et fino 600, uniti insieme, alla volta, tutti di contrabando, non pagando ad Arciducali dacii, né novi, né vecchi.
Per occasione di levar le guardie tutte de qui, non vi essendo barche più dell’illustrissimo officio del sale, non debbo restar di significare alla Serenità vostra che la maggior parte delli sali, fatti il presente anno in Pirranno, si ritrovano nelle saline; né gli patroni di essi ponno consignarli al scrivano dell’illustrissimo officio del sal, né anco haverne il pagamento di essi; per causa che non hanno magazeni vodi da poterlo ricevere. Et questi sali saranno, in gran parte, da essi da Pirranno et altri, condotti per contrabando a luoghi arciducali. Credo che riusciria a buon servicio che almeno le barche del sopradetto officio frequentassero questi porti; rimettendomi però a quanto ordinerà la Serenità vostra.
Ho mandato con conto destinto all’Eccellentissimo signor proveditor general sopradetto di tutto il danaro che io ho havuto, così dall’officio di sopra le camere, come da Sua eccellenza; et, perché nelli pagamenti da me fatti alle barche armate che hanno servito a questa guardia, nel tempo che io mi ritrovo, mi sono restate nelle mani di paghe vode lire 602, col qual danaro ho sovenuto il Capitano Nicolò Starizza [?] de ducati 50, et il resto spesi in remi et altro per dette barche, acciò del tutto possi esser accomodata la scrittura.
Non debbo restar de dirle ancora che, essendo sta’ mandato questi ultimi giorni de qui dall’illustrissimo officio delle biave biscotti 60.000, di questi ne sono stati caricati tra le galee et barche armate 40.000 in circa; questo che resta sarà bene che la Serenità vostra dia ordine che sia quanto prima levato, perché, restando qui troppo a longho, potria andar facilmente di male, come ho trovato esser occorso in altri luoghi ove sono stati mandati biscotti, per simili occasioni extraordinarie.
Io, conforme alla licentia datami, me ne passarò al mio carico, quale certo ne havea non picciolo bisogno della presentia mia, et come non ho mancato di adoperarmi (con tutto il poter mio) volentieri, per il corso di quattro e più mesi continui in questo carico, non sparagnando a qualsivoglia incommodo, né guardando ad alcuna spesa, mi è riuscito però di non poca consolatione l’haver inteso che questo mio, se bene debole e poco, ma ben riverente servitio prestato alla Serenità vostra et alle Vostre signorie eccellentissime, per tutto il tempo sopradetto, senza alcun minimo interesse né del publico, né de particolari, sia riuscito di loro sodisfattione. Gratie etc.
Di Capodistria, a dì 30 agosto 1610.

Piero Bondomier, Capitano di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.