25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 27 aprile| 1610|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
mi sono capitate hoggi le ducali de 17 del presente, con l’ordine che mi vien dato da quel Eccellentissimo senato di dovermi trasferire sempre che ricerchi il bisogno nella terra di Pirano, o in altro luoco dove stimerò più a proposito per essequire l’ordine che fu dato all’Illustrissimo signor Alvise Zorzi, fin sotto li 11 novembre prossimo passato, copia del quale ho recevuto incluso nelle suddtte lettere, et oltre ho veduto quanto si contiene in esse intorno l’ordine che è stato dato all’Eccellentissimo signor proveditor general in Dalmatia, acciò invii quanto prima in Istria una o due galere, et due altre barche armate, acciò con queste et con le due delli Albanesi, et quelle dell’Illustrissimo officio dal sal, che si ritrovano al presente, si procuri in ogni modo che in Trieste et altri luochi arciducali non siino condotti sali per mare, et per procurar in ogni maniera, acciò la salera [?] introdotta da certo poco tempo in qua in Trieste non vada avanti, reuscendo ciò a notabile danno publico, et contra le capitulationi et a grave pregiudicio de poveri sudditi di questa provincia, et in particolare della città di Capodistria, et io perché dovendo l’Illustrissimo Zorzi dal quale fin hora è stato essercitato questo carico partirsi per Dalmatia, non si resti di continuare per oviare detto transito di sali a luoghi arciducali, come è stato con molto studio et con la ordinaria sua diligentia, da questo Illustrissimo senator fin qui fatto. Io, per ubedir al comandamento della Serenità vostra, dato che io habbi quelli ordini che sono necessarii, per la custodia di questo castello et sua giurisdittione, mi conferirò quanto prima nella terra de Pirano, et sperando di ritrovare le galere et barche armate, che devono esser mandate dall’Eccellentissimo general di Dalmatia, senza le quali io mi conoscerei puoco atto a prestar alcun buon servitio alla Serenità vostra, darò quelli buoni ordini che stimerò necessarii, et usando quella maggior diligentia et vigilantia che per me sarà possibile, non tralasciarò né fatica, né incommodo alcuno, perché ne rieschi quel fine che è tanto ragionevolmente preteso dalla Serenità vostra. Gratie etc.
Di Pinguente li 27 aprile 1610.
Piero Bondumier, Capitano di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.