25 maggio| 1610 Piero Bondimier
Dispaccio del 5| dicembre| 1610|
N. (senza numero)
Serenissimo principe,
havendo che hebbi l’ordine, commessomi dall’Eccellentissimo senato con le ducali di 23 del passato che mi commettevano che, in quanto fossi ricercato dal Clarissimo podestà di Albona, di overlo coaggiuvare, facendo quelli buoni officii come da me che havessi giudicato necessarii, con questi ministri arciducali; affine che non solo restassero terminate le differenze che vertivano tra li sudditi di Albona et con quelli di Sumber, sudditi imperiali; et con le istesse ducali ricevei la copia delle lettere del Clarissimo podestà di Albona, scritte alla Serenità vostra in questo proposito, che hanno servito per mia informatione. Presi però all’hora espediente di mandar persona mia confidente a Lupograno, ove resiede il signor Zuanne Ciscogich, come possessor di detto luogo; et ha anco il governo di detto castello di Sumber, nel quale vi risiede un suo fratello; havendo anco il detto mio confidente havuta familiarità con esso signor Zuanne, et li commessi in voce che dovesse a nome mio dirli che mi era riuscito modesto l’haver inteso le novità fatte da quelli di Sumber, suoi sudditi, alli nostri di Albona; et, come sperava che ciò fusse seguito senza consenso né saputa sua, né del suo fratello, così sperava che Sua signoria haveria dato ordini tali che sarebbe restato il Clarissimo podestà di Albona satisfatto, et quelli sudditi risarciti del danno havuto, et con ordine che nell’avvenire si dovesse ognuno star nelli suoi termini et vivere con queste de communi sudditi, et con reciproca satisfattione. Et ritornato il messo da me mandato, mi riferisse che esso signor Zuanne, essendo venuto se non il giorno avanti da Graz, non ne sapeva cosa alcuna; et che si sarebbe informato di quanto fusse seguito, con desiderio di darmi ogni conveniente sodisfattione. Et perché il Clarissimo podestà di Albona, con sue di 24 del passato, mi ricercò di novo a cagiuvare questo negotio, scrivendomi che egli non comprendeva bene quello che volesse inferir esso signor Zuanne, con una sua lettera scrittoglia copia della quale mi inviò, inclusa nella sua; espedii però di novo l’istesso mio messo ad esso signor Zuanne, et rinovai l’officio, acciò fosse data ogni conveniente sodisfattione al detto Clarissimo podestà, dal quale hoggi son avisato, con sue lettere de primo del presente, di essersi accomodato tutto il presente negotio, con reciproca sodisfattione, et in quel modo et con quei particolari che so haverne dato conto alla Serenità vostra.
Delli ministri de Trieste che si trattenivano a questi confini, ritenendo sudditi arciducali che venivano nel stato della Serenità vostra per tuor sati [?], seguitandoli anco dentro de suoi confini; da poi la retentione [?] di uno di loro, et fuggati gli altri come ne diedi conto alla Serenità vostra, non se ne è più sentito nova di loro, se non che delli fuggiti tre che ne sono stati da nostri ferriti di archibusata, uno de quali è passato all’altra vita, et doi si ritrovano nel castello di […] Servolo, luogo arciducale con puoca speranza di vita; né credo siano per ritornare più, né in questo territorio, né nel stato della Serenità vostra, a far simil operationi. Gratie etc.
Di Pinguente, a dì 5 decembrio 1610.
Piero Bondumier, Capitano di Raspo.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 6
Trascrizione di Francesco Danieli.